Charlie Cinelli
Ripesco dallo scaffale in un giorno piovoso questo disco, passato in sordina, dell'eclettico Charlie Cinelli. Personaggio e cantautore bresciano che non ha bisogno di presentazioni, vi risparmio quindi la noiosa biografia che tendo a mettervi per gruppi meno conosciuti. Dirò solo che è uno tra i più grandi bassisti bresciani, che ha suonato con Zucchero, Cocciante, Renato Zero e nell'orchestra della RAI, prima di fondare i Charlie & The Cats, con i quali ha attraversato in lungo e in largo la provincia di Brescia. Io sono da sempre un “fan” del Charlie, come lo si chiama “tra amici”.
E “il Charlie” ha mille sfaccettature e non sai mai se sarà sul palco in veste ci cantautore Folk, di cabarettista bresciano, o volgaruccio rocker. Critica che gli si muove spesso, e a ragione, è quella di aver abbandonato, o trascurato, la bellissima strada intrapresa con “Torololo”, che mirava a ripercorrere e scoprire la canzone popolare e folk bresciana, attualizzandola, rendendola attuale e poetica (lontana dal poco interessante nostalgia che altri cantautori dialettali vogliono evocare). Canzoni come Mester o Loonare, oltre a riportare alla memoria usanze e dette popolari, provano a analizzare la situazione attuale. Altro grande pregio è quello di aver musicato molti poeti bresciani: Urbinati, Molinari, Pintossi. A ciò aggiungiamo una tecnica vocale impeccabile, una grande maestria nel suonare la chitarra e una simpatia innata che lo rende un animale da palcoscenico in grado di tenere da solo una folla di mille persone. Peccato che sia conosciuto, e qui ci ha messo del suo, per Va Gina, o Il malghese delle malga. Lui è e sa fare molto di più. Arriviamo al disco “En Casa, en Césa… al Bar”. Esce dopo “Nom e Cognom”, lo accompagnano alla batteria un pezzo da novanta come Alfredo Golino, Andrea Bettini alla fisarmonica. Dopo “Torololo” è sicuramente il disco più riuscito di Cinelli. Ad aprire l'opera “Mai dì mal del dé”, canzone dedicata alla spaventosa grandinata che aveva colpito il Garda nel 2002. Si continua con “E'l de la àl”, poi si abbassa un po' il tiro con “La me zent”, per spiccare definitivamente il volo con la splendida “Semiramide”: musica coinvolgente e testo attuale e divertente, che parla di una maga che imbroglia la gente di un paese. Il quinto pezzo è un capolavoro a cui sembra impossibile non commuoversi “Sura 'l pont de Dragòti”, storia di guerra d'Albania, di un soldato (un alpino) che si trova sdraiato su di un ponte per evitare i colpi di mitraglia. Si accorge di essere vicino ad un altro soldato in fin di vita.
Altri due brani per poi arrivare ad un brano ispirato all'Albero degli Zoccoli dal titolo “Viva la spùsa”. Si chiude l'album con “Nela césa”, registrato veramente in una chiesa e l'ultimo brano è una risposta alla domanda che più frequentemente vien rivolta a Cinelli, ossia “perché si sono sciolti i “Charlie & the cats”, e si titola appunto “Charlie & the cats”. Un disco perfettamente riuscito, bello, quasi mai banale, ben suonato ed arrangiato, che rende merito alla caratura artistica di Charlie Cinelli. Se non l'avete ancora ascoltato... procuratevelo, ne vale la pena!