«A poca distanza» dal Giorno del Ricordo
Per l'occasione verrà messa in scena la lettura scenica A POCA DISTANZA, scritta da Chiara Bazoli, interpretata dalla stessa assieme ad Antonio Panice con elementi scenografici di Stefania D’Amato.
Il “ritardo” rispetto alla data ufficiale è dovuto agli impegni della compagnia.
Protagonisti dell’azione scenica sono Arturo, figlio di esuli istriani, e la zia Slavitza, pure istriana, ma di nazionalità croata; attraverso la narrazione delle loro vicende umane, l’autrice cerca di ricostruire la tragica complessità delle vicende storiche legate al confine orientale.
La narrazione, pur mantenendo le caratteristiche della finzione teatrale, è nata da un’attenta analisi storica degli eventi e dal recepimento di una serie di testimonianze poi liberamente interpretate.
L’appuntamento riveste anche un particolare significato ideale; inutile nascondere che la questione del confine orientale, dal dopoguerra ad oggi, è stata (e in parte continua ad essere) motivo di contrapposizioni.
E questa iniziativa è sorta proprio dalla necessità di incamminarsi verso una sempre maggiore conoscenza degli eventi e verso il progressivo superamento delle contrapposizioni.
L’idea è nata in seno al Comitato per la Pace, “contenitore” di sedici associazioni e soggetti che operano sul territorio (cui si affianca l’Istituto comprensivo); il Comitato si è formato in occasione del presidio per la pace di sabato 2 aprile 2022.
Dopo il presidio si è ritenuto di dover tenere viva l’esperienza (come viva dev’essere sempre la ricerca della pace) e di continuare a lavorare insieme per proporre iniziative di carattere culturale, soprattutto in occasione di momenti significativi della vita civile; l’ultimo impegno è stata la recente Via Crucis del Lager di Lino Monchieri, realizzata lo scorso 27 gennaio in occasione della Giornata della Memoria.
L’idea di mettere in scena A POCA DISTANZA è stata proposta all’Amministrazione Comunale che di buon grado ha condiviso l’iniziativa, l’ha fatta propria, ne ha sostenuto i costi e ha messo a disposizione l’auditorium.
Condividere una data tanto “difficile” e celebrarla insieme è già un’ottima esperienza di pace; è evidente che l’Amministrazione comunale (che – è quasi banale ripeterlo – rappresenta l’intera comunità), le sedici associazioni e quanti ne fanno parte continueranno legittimamente ad essere portatori di punti di vista e di sensibilità diverse; tuttavia l’essere riusciti a lavorare insieme è un segnale positivo e, a ben vedere, è forse la maniera migliore per onorare quanti in quelle tragiche vicende hanno sofferto e in molti casi hanno perso la vita.
Vobarno, anche su temi tanto sensibili, dimostra ancora una volta di essere un laboratorio culturale in grado di guardare ad ampi orizzonti.
L’auspicio è che esperienze simili possano diventare “normali” e ripetersi anche in futuro.