Don Bruno Armanini sacerdote da 60 anni
Questa domenica nella chiesetta di San Lorenzo al Colle a Storo la celebrazione di una messa per festeggiare questo importante anniversario
Celebrare il sessantesimo di ordinazione sacerdotale nell’anno giubilare 2025 con la benedizione di papa Leone e dell’arcivescovo monsignor Lauto Tisi e con quella dell’arcivescovo emerito monsignor Luigi Bressan di Trento non è da poco, e se si aggiunge che don Bruno Armanini celebra la sua messa giubilare nella amata chiesa di San Lorenzo al Colle, tanto cara a lui e agli Storesi, con le altre due feste devozionali quella di San Floriano e Sant’Andrea, lo è ancora di più.
Per raccontare la vita intensa dedicata alla gente, alla predicazione del Vangelo e alla Vergine Maria, imprimatur di don Bruno per la sua grande devozione alla Vergine, lasciamo questo compito al nipote Bernardino Bondoni, di Storo.
“Bruno Armanini nasce a Storo il 20 agosto 1937 dai genitori Antonio Armanini, (Barabe) classe 1899 e Maria Zulberti, classe 1899. Presente ed ancora vivo c’era il nonno Domenico (Ghì). In famiglia erano già nati la sorella Fiore, classe 1921 e il fratello Domenico (Gino), classe 1926.
Particolare il soprannome dato alla famiglia: Barabe.
Ciò era dovuto al fatto che nelle immediate adiacenze, nella zona ‘Pilecà’, veniva rappresentata la stazione della Via Crucis in cui Barabba veniva preferito a Gesù Cristo.
Bruno viene battezzato a Storo dal parroco dell’epoca don Luigi Colmano ed entra a far parte della grande comunità dei fedeli.
Di famiglia contadina praticante apprende fin da bambino i principi ed i fondamenti della religione cattolica.
La vita di fanciullo e di adolescente si svolgeva secondo le buone tradizioni di un tempo: la casa con l’asino, le mucche, gli animali domestici, la chiesa, la campagna, la montagna.
Caro nei ricordi di Don Bruno è il monte di Faserno, col maso, il fuoco acceso, la stalla, le mucche, il pascolo, lo sfalcio del fieno, il ritrovo la sera (il filò) nei cascinelli amici dove si ascoltavano… le storie di passati mondi persi.
Quando Bruno aveva cinque anni la famiglia si trasferisce in via Gnesotti a Spenigolo.
Anche di qui, come della zona ‘Pilecà’, conserva bellissimi ricordi di infanzia.
Fatte le scuole elementari a Storo, si presenta per lui la scelta della vita: sente la vocazione al sacerdozio e la famiglia lo asseconda iscrivendolo al seminario.
Da ricordare che all’epoca all’Istituto operava monsignor Salvatore Scalvini il grande educatore dei seminaristi di allora, rettore del seminario di Trento, grande benefattore di Storo: suo l’insediamento della “SAPES” alle Piane.
Completa gli studi con la teologia e viene ordinato sacerdote in duomo a Trento il 27 giugno del 1965 dall’allora vescovo Alessandro Maria Gottardi.
Vivo ancora in lui è il ricordo della solenne celebrazione in duomo con l’invocazione alla luce ed alla forza dello Spitito Santo.
Più commovente quello della sua prima santa messa nella chiesa di San Floriano di Storo.
La prima attività pastorale a cui è chiamato è quella di cappellano presso la parrocchia di Ala. Qui iniziano i contatti col mondo dei ragazzi, al quale è sempre rimasto particolarmente unito.
Vi rimane dal 1965 al 1967, anno in cui viene chiamato a Tione, sempre come cappellano, in coppia con don Cesare Serafini.
A Tione lo aspetta anche il servizio all’ospedale, condiviso con altri due confratelli.
L’attività nel mondo giovanile si intensifica l’organizzazione sportiva del calcio dell’oratorio Don Bosco. Eravamo nell’anno dei mondiali di calcio del 1970.
Lasciato Tione si trova a Trento alla parrocchia del Santissimo, presieduta da don Alfredo Bertolini. Nel frattempo si occupa della Associazione famiglie di persone con disabilità diverse (ANFFAS).
Sposta la sua residenza alla casa del Clero e frequenta corsi alla Mendola ed in Germania per la preparazione all’assistenza dei disabili, spesso ragazzi, come quelli che durante il Seminario accompagnava a Cesenatico per le colonie estive.
Nel frattempo svolge attività di insegnamento religioso presso varie scuole di Trento, a Cristo Re, ai Santi Angeli presso l’ospedale San Camillo, al Raffaello Sanzio, a San Michele all’Adige.
Trova il tempo per diplomarsi alle scuole serali dell’istituto Magistrale che gli permettono di accedere all’insegnamento come catechista di ruolo alle scuole Francesco Crispi e poi di iscriversi alla Pontificia Università Lateranense dove conseguisce il diploma universitario in Teologia Sacra nel 1973.
Dal 1972 al 1975 è chiamato a Lardaro e successivamente gli viene proposto di tornare nella sua Storo, con l’affido della parrocchia di Brione come parroco, potendo risiedere in famiglia a Storo ed insegnare alle scuole elementari.
Accetta immediatamente ed è questo per lui un nuovo inizio.
Naturalmente non si ferma a questo.
Partecipa attivamente alla vita sociale della comunità.
Discreto ciclista, non può far mancare il suo contributo alla Società Ciclistica Storese presieduta da Francesco Armanini (sàcàt).
Favorevole alle nuove iniziative opera attivamente come presidente della società Faserno Neve per un possibile sviluppo di Faserno, in concomitanza con l’avvio dei soggiorni estivi promossi da don Ezio Marinconz, nella colonia estiva don “Vigilio Flabbi”
A conferma della sua passione sportiva si può ricordare anche la sua partecipazione alla marcialonga nelle valli di Fiemme e Fassa.
Appassionato delle nuove tecnologie collabora a Radio GB1 andando anche, in bicicletta, a procurare servizi giornalistici in val Giudicarie e val Rendena.
Collabora con don Gino Flaim con “Telesaone”, pionieristica Tv Giudicariese.
Ma ecco che la sua vita cambia ancora.
Nel 1985 viene contattato da mons. Visintainer e proposto come parroco a Molina di Ledro e Pré-Biacesa, sede vacante, al posto di un altro sacerdote di Storo che vorrebbe ritirarsi. Accetta immediatamente ed inizia l’ennesima nuova vita.
Evidentemente ciclismo, neve e radio… erano in declino. E per l’età, e per il cambiamento climatico, e per il progresso mediatico in arrivo.
A Molina il servizio è stato impegnativo, senza l’ausilio di cappellani a causa della penuria di sacerdoti che iniziava a farsi sentire. A questo supplirono fortunatamente degli ottimi collaboratori laici, per i servizi alla chiesa. A tutti indistintamente va il ringraziamento di Don Bruno.
Ricorda un personaggio in particolare con ammirazione: Angelo Gidiuli che si occupava -ante litteram- di trasmettere per televisione le celebrazioni in tutta la valle.
Ma anche questa esperienza è destinata a concludersi nel 1996, trascorso il decennio canonico.
Dal lago di Ledro nuovo incarico a Piazze-Regnana, da 1996 al 2002, dove ha modo di conoscere la straordinaria storia della Meneghina (Domenichina - la venerabile Maria Domenica Lazzeri), mistica stimmatizzata vissuta nella vicina Capriana in val di Fiemme, nata nel 1815 e morta nel 1848.
Nel 2002 viene chiamato alle parrocchie di Caderzone, Strembo e Bocenago, dove rimane fino al 2007.
Saluta l’ingresso con queste parole (richiamando la sua passione di ciclista):” di solito agli anziani sono affidate le missioni meno impegnative, a me è riservata ora la salita più difficile (e forse si riferiva inconsciamente anche a San Vigilio)”.
Dal 2007 al 2019 svolge l’ultima parte della sua attività pastorale, come collaboratore pastorale al decanato di Condino, che lo vede collaboratore parrocchiale a Bondone e Daone.
Ha sempre amato gli alpini, partecipando alle loro feste e cantando con loro.
Si ritira poi in meritato riposo nella casa del Clero di Trento.
Supera senza problemi il periodo dell’influenza cinese (nome politicamente corretto: covid) curandosi con la medicina alternativa.
Qualcuno sostiene che non ha fatto praticamente nulla, come del resto anche suo padre negli anni ‘20 del secolo scorso, ai tempi dell’influenza cosiddetta ‘spagnola’. Sta di fatto che l’uno e l’altro ne sono usciti indenni.
Ma non è ancora riposo! Già verso il 2007-2010 conosce il Movimento Sacerdotale Mariano, fondato da don Stefano Gobbi, si fa attivo collaboratore e protagonista in Trentino, promuove incontri, pellegrinaggi, gruppi di preghiera. Dopo la morte del fondatore, avvenuta nel 2011, si impegna a portare avanti lo spirito del movimento in Trentino con l’ausilio di numerose attiviste (e qualche attivista). Ancora dalla casa del Clero continua e non si concede riposo. Tiene contatti, sprona, coordina ed incoraggia i più giovani -lui che è ormai alla soglia dei 90 anni- a combattere quotidianamente le forze del male in questo mondo che si sta forse avvicinando, purtroppo, agli ultimi tempi.”
Vita intensa che conclude questa prima parentesi sacerdotale dei suoi sessanta anni di vita dedicata al Signore, augurandone ancora tanti in bene e salute.
Appuntamento per parenti, amici, compaesani, convalligiani, amici delle parrocchie in cui don Bruno Armanini ha operato, si onora la sua vita sacerdotale a Storo nella chiesetta di San Lorenzo al Colle domenica 10 agosto alle ore 10.30 con la Santa Messa presieduta da don Bruno e concelebrata con il parroco don Andrea Fava e con i sacerdoti amici, liberi dagli impegni domenicali che vogliono ringraziare coralmente il Signore per quanto elargito nelle sue comunità da don Bruno negli anni del suo ministero sacerdotale.
Un vivo ringraziamento ai parenti, agli organizzatori, a don Andrea per l’impegno profuso nella preparazione della festa, estesi al gruppo alpini di Storo, che a Malga Bes, vicino alla chiesetta, preparano il pranzo conviviale.
Vivissimi ringraziamenti dal festeggiato don Bruno, che assicura il suo ricordo e le sue preghiere per tutti gli amici vicini e lontani, non dimenticando i tanti in cielo.
Ad maiora caro don Bruno.
In visione su YouTube grazie a Cedis Tv e a Vallesabbianews, l’intervista raccolta a Trento ai primi di agosto, con un don Bruno commosso ma impegnato a raccontare la sua vita.
Gianpaolo Capelli
Foto 1 don Bruno Armanini.
Foto 2 Storo San Lorenzo cinquantesimo di don Bruno.
Foto 3 Casa del clero Trento don Bruno con Arcivescovo Lauro Tisi.
Foto 4 Tione Don Bruno concelebra alla Madonna del Mont con don Celestino Riz e don Olivo Rocchetti.
Foto 5 Don Bruno alla festa del Voto di Bondone onora la Protettrice dei Carbonai.
Foto 6 2025 Pensiero dedicato a don Bruno,
Foto 7 Auguri don Bruno.
Foto 8 Don Bruno sportivo.
Intervista a Don Bruno Armanini 60° di Santa Messa, di Gianpaolo Capelli.