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lunedì, 30 giugno 2025 Aggiornato alle 08:00Lettere

Patti Educativi di Comunità, strumenti da promuovere

di Michele Zanardi

Zanardi: «Una comunità forte nasce da una scuola viva. Anche nei territori più fragili»

 

In un tempo in cui la fragilità delle relazioni sociali si manifesta con forza, e le disuguaglianze aumentano, è urgente interrogarsi su quali strumenti abbiamo a disposizione per ricostruire legami, generare coesione e inclusione, dare futuro ai territori. 

 

Sicuramente uno di questi strumenti è da tempo a disposizione, ma rischia ancora oggi di essere sottovalutato anche a causa dei continui “attacchi” alla scuola, sono: i Patti Educativi di Comunità.

 

Parliamo di un’idea semplice, ma per certi aspetti rivoluzionaria: mettere attorno allo stesso tavolo scuola, famiglie, istituzioni, terzo settore, imprese, giovani, per costruire insieme percorsi educativi integrati, condivisi, radicati nei bisogni reali di ciascun territorio. È una visione che ribalta la solitudine della scuola e ne rilancia la funzione come presidio culturale e civile, capace di leggere i cambiamenti e di governarli, non subirli.

 

Ma se questa sfida è importante ovunque, essa diventa decisiva nelle zone più periferiche, nelle comunità montane, nei comuni medio-piccoli della provincia profonda, dove troppo spesso la scuola rischia di essere vista come un servizio da mantenere per forza, e non come un cuore pulsante della vita collettiva.

 

In questi luoghi, segnati da spopolamento, dalla trasformazione in comunità multietniche, difficoltà economiche e discontinuità generazionali, un patto educativo può rappresentare molto di più: può essere l’inizio di un processo di rinascita. Quando si lavora insieme, quando si attivano nuove energie educative e sociali, quando si dà voce a tutti gli attori, dai docenti ai genitori, dai volontari alle cooperative sociali, si costruisce comunità vera. Si trasforma un problema in una possibilità.

 

Perché, diciamolo chiaramente: non può esserci una comunità forte senza una scuola forte. Ma una scuola forte non si costruisce con i soli strumenti ministeriali o con la buona volontà di qualche dirigente scolastico e insegnante. Serve un’alleanza ampia e duratura, che parta dai confini istituzionali ma che sappia superarli. Serve la consapevolezza che educare è un fatto collettivo, politico, sociale. E serve la volontà di crederci davvero, anche quando i numeri sembrano suggerire il contrario.

 

Per questo è importante che le politiche e la politica, a tutti i livelli e voglio che sia chiara anche la centralità delle Amministrazioni Locali in questi processi, riconoscano, promuovano e sostengano i Patti Educativi di Comunità. Che si investa con convinzione in strumenti di coprogettazione educativa, che si incentivino le collaborazioni tra enti locali e scuole, che si valorizzino le esperienze già attive e si aiutino quelle che faticano a nascere.

 

La letteratura e le progettualità già in essere mostrano il potenziale enorme che i patti di comunità hanno nel contrasto e prevenzione alla dispersione scolastica, nel rafforzamento delle competenze di cittadinanza, nella promozione del benessere dei minori, Ma soprattutto hanno dimostrato il rafforzamento del legame tra scuola e territorio, tra educazione e partecipazione e protagonismo degli studenti, tra presente e futuro.

 

È oggi il tempo. Se vogliamo che la nostra comunità sia viva e inclusiva, dobbiamo partire dalla scuola. Non c’è altra via. È la strada che da amministratore ho cercato di intraprendere e che ancora oggi vedo prioritaria.

 

Michele Zanardi 

Segretario provinciale Pd Brescia


 

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