Il re della menzogna
Un sovrano che piega la realtà al proprio volere sembra invincibile. Ma anche la menzogna, per quanto potente, ha i giorni contati
Essere re, per imposizione divina, ha i suoi vantaggi. Innanzi tutto non sei sottoposto alla legge perché sei il fondamento, insieme a Dio, della legge. Poi puoi cambiare il mondo e il corso degli eventi che in esso accadono, a seconda di come ti alzi la mattina.
Sei raffreddato oppure la colazione non era all’altezza delle tue divine aspettative? Puoi adirarti con tutto lo staff per tutto il giorno e se ti considerano un arrogante e prepotente, non te ne preoccupi perché essere antipatico, arrogante e prepotente fa parte del corredo di un re.
Una mattina da re potrebbe cominciare con la decisione di aumentare tutti i dazi sulle importazioni dagli altri regni e soprattutto dalle colonie democratiche.
Questa storia che gli altri, maledetti parassiti, ci sfruttino nonostante siano più deboli, deve finire. E poi queste guerre che i parassiti non si possono permettere e che fanno con i nostri soldi e con le nostre armi, devono finire in 48 ore. Ma che dico 48, devono finire in 24 ore.
Fin qui il re per diritto divino, ma come la mettiamo con le menzogne? Può un re mentire? Sarebbe come affermare che Dio possa o voglia mentire sapendo di mentire.
La tradizione non lo permette, dunque se si regna in nome dei valori tradizionali, o anche solo dei valori, questo è impossibile.
Ma il re è convinto che non sarebbe un re degno di tale titolo se non riuscisse a fare in modo che i fatti, quelli accaduti, quelli che anche il senso comune ritiene impossibile da cambiare, possano, per sua ferma volontà, cambiare.
Per il re, il detto latino «factum infectum fieri nequit» non deve poter valere.
Egli deve poter governare potendo affermare in ogni momento, anche la mattina dopo una notte tormentata e una pessima colazione, che «i fatti possono essere non fatti».
Dove anche San Tommaso aveva trovato un limite a Dio, il re non può e non deve accettare limiti.
È così che, se oggi il presidente di un altro paese è un dittatore domani non lo è più. Se i dazi sono al 15%, essi non sono al 15%, chi lo ha mai detto?
Il reale oggi è, domani non è, e tutto per regale volontà divina, ultra divina in effetti.
Ora, c’è poco da fare contro questa impostazione, contro Hobbes e il Leviatano che impone con la forza il proprio ordine nulla è possibile.
In un mondo dove la forza che viene da Dio si impone, nulla è possibile per i deboli, qualsiasi sia la loro debolezza.
Non c’è uno spiraglio, un crepa nella corazza del re della menzogna, della menzogna regal divina?
Ma il diritto, lo stato di diritto, la democrazia non hanno armi contro tutto questo?
Il problema sta nel fatto che tutti credono nel divenire, ossia che nulla di immutabile possa resistere al roboante passaggio della tempesta del tempo. Tutto viene travolto, nessuna permanenza riesce a rimanere ferma al suo passaggio.
E se così stanno le cose nemmeno ciò che riteniamo essere “fatti” possono più essere trattati come tali, come verità.
È per questo che il re decide di poter imporre le sue menzogne senza temere di scalfire il proprio potere, di perdere la faccia dí fronte al mondo: se si crede nel divenire, la storia, ciò che ieri è accaduto, ciò di cui eravamo sicuri non potesse mai cambiare, non esiste più, non può resistere al cambiamento.
Siamo noi dunque, è quello in cui crediamo, che potenzia il re della menzogna.
È il nostro credere nel cambiamento continuo e inarrestabile del mondo a supportare il Leviatano e l’orrore che egli porta insieme a quell’ordine che tutti speriamo.
Quell’ordine d’altronde è impossibile che esista e che resista, anche se contraddittoriamente l’uomo lo desidera. È impossibile ottenerlo se tutto è condannato a perire, a essere distrutto. Perché lo cerchiamo se poi facciamo in modo che il suo raggiungimento sia impossibile?
Viviamo dunque nella menzogna e quando qualcuno si alza per protestare si rende conto che in un mondo dove regna la menzogna, solo chi è più forte può far prevalere la propria menzogna e farla passare per verità.
La verità è debole, la contraddizione regna sovrana.
Abbiamo solo una speranza, quella che nei millenni ha coltivato la filosofia: poiché il re della menzogna mente a se stesso, anche le sue menzogne non resisteranno. Anche l’ordine che si vuol far conseguire hobbesianamente con la forza al presunto disordine, soggiace alla stessa destinazione distruttiva.
E poiché la verità invece non ha bisogno di alcuna volontà che la affermi per renderla vera, quando la menzogna crollerà noi saremo lì a guardare il re, che ha voluto essere sia principe che giullare, buttarsi dalla scogliera.
Non manca molto.
Leretico