Una generazione sul punto di esplodere
Ogni volta che un ragazzo si perde, crolla o muore, la stessa domanda torna sempre a farci visita. Com’è possibile?
Oggi sembra che si ricerchi solo sballo, euforia, una vita che arrivi al limite e a volte, drammaticamente, lo si supera davvero.
Quante volte si sente dire che i giovani d’oggi abbiano perso la testa, che non conoscano più la differenza tra divertirsi e rovinarsi la vita, come se fosse solo una questione di mentalità o di età.
Eppure, nessuno riesce, tornando con la mente agli anni in cui è toccato a loro essere “i giovani d’oggi”, a comprendere le loro motivazioni.
È come se si avesse a che fare con delle bombe sull'orlo dell'innesco, ma da dove viene questa voglia di esplodere? Chissà, forse è stata la tecnologia, i cellulari, tutti quei film con gli effetti computerizzati che hanno fuso a tutti il cervello.
Non si può escludere, ma potrebbero esserci altre cause.
Immaginate di stare in una stanza in tranquillità, passando un pomeriggio rilassante, e che improvvisamente le pareti attorno a voi comincino ad avanzare lentamente verso di voi, a restringere lo spazio a vostra disposizione, fino a intrappolarvi in uno spazio appena sufficiente ad alzarvi e percorrere un metro.
Vi mancherebbe l'aria o, tutto sommato, pensereste di avere ancora modo di starci comodi? Se vi sentite il fiato corto, benvenuti nella testa di un giovane, dove ogni movimento sembra richiedere più aria di quanta ce ne sia davvero.
Siamo soliti credere che, da una generazione all'altra, il mondo migliori, offra più opportunità, sia un posto migliore per tutti, specie per i ragazzi che si apprestano a diventarne parte attiva. Dunque, devono essere i ragazzi che non riescono ad entrare nel meccanismo, a funzionare a dovere nella grande macchina del lavoro e della vita da adulti.
Tuttavia, le pareti di quella stanza continuano a stringersi attorno e magari, a chi ha avuto tempo di passare dalla grande e ariosa stanza al bugigattolo, un centimetro più o uno in meno non fa la differenza, ma per chi è cresciuto vedendo le pareti stringersi il punto di vista è molto diverso.
Cresci con l'idea che, presto, troppo presto, non ci sarà più spazio per nessuno. Ecco, questo è come un ragazzo di oggi vede il mondo, se ancora riesce ad avere il coraggio di guardarlo in faccia. E anche in questo caso, spesso viene sopraffatto dal desiderio di scappare, di evadere, di fare finta che, nel mondo del progresso, ci sia ancora spazio per la vita.
Non c'è più posto per la famiglia, per gli amici, o meglio, ce n'è finché non si viene trascinati dalla calca a correre verso il prossimo obiettivo, perché è sciocco fermarsi dato che si sa che ci siano step prestabiliti a cui bisogna arrivare per forza entro un certo tempo.
Sembra ormai sciocco credere che la tua libertà di scelta non sia solo una favola che ci raccontiamo, perché, in fondo, tutti sappiamo che non ce la possiamo permettere, dal momento che il mondo non ha lasciato spazio per coloro che vogliono andare fuori dal selciato.
Fuori dal seminato c'è spazio solo per lo scontro, per lo schianto, per i tentativi disperati di respirare un po' più forte.
E allora sì, ci schiantiamo: che sia il sabato sera ingurgitando litri di alcool, al volante di un mezzo oppure sfogando la rabbia facendo a botte per strada con un altro che ha fatto le stesse scelte. È un caos, ma se la stanza si rimpicciolisce tu puoi solo cercare di uscire.
Se chiedeste a un ragazzo perché ha tutta quella rabbia nelle vene, io non sono sicura che saprebbe rispondervi. Forse non lo sa nemmeno, magari segue solo il flusso, come le auto sulle corsie autostradali. Anche andare fuori strada, ormai, è un percorso prestabilito.
Mi piace pensare che parlarne, invece, sia una strada non ancora battuta.
“Il progresso ci ha fornito una miriade di mezzi. Ora servono altrettanti fini” - Nicola Farina
Giselle Passannante Grimaldi








