Martedì, 22 luglio 2025


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martedì, 22 luglio 2025 Aggiornato alle 08:00Blog - Maestro John

Un lunedì emozionante

di John Comini

Il funerale di Federico Baronchelli e l’uscita in Tesio con i nonni

 

Ieri mattina ho vissuto due momenti di grande emozione. Ho partecipato ai funerali dell’amico Federico Baronchelli in Santa Maria, insieme a così tante persone che la bella chiesa non riusciva a contenerle tutte. 

 

Hanno celebrato la S. Messa il parroco mons. Italo Gorni insieme a don Dario Guerra, don Fabrizio Gobbi, Padre Timoté (del Mali, ora in Francia a Montpellier e in questi giorni ospite degli amici di Gavardo) e don Casare Polvara. 

 

Questi nell’omelia, citando il Vangelo delle Beatitudini, ha ricordato le meravigliose qualità di Federico, il suo impegno per la pace e la solidarietà verso le persone, il suo calvario vissuto con rassegnazione e fede: comunicava con gli occhi, e la mamma Caterina ogni santo giorno si recava a trovarlo e ad abbracciarlo. Don Cece ha ricordato l’amore con cui Federico è stato assistito dalle Suore, dal dottor Bonvicini e da tutto il personale della RSA “Cenacolo Elisa Baldo”, che come tutti i parenti hanno donato assistenza ed affetto al proprio caro. 

 

Durante la comunione non sono riuscito a trattenere le lacrime, quando i bravi coristi hanno cantato 

“Dolce è sentire come nel mio cuore
ora umilmente sta nascendo amore
dolce è capire che non son più solo
ma che son parte di una immensa vita
che generosa risplende intorno a me
dono di Lui, del suo immenso amore…”

 

Ma le emozioni non erano finite. Andrea Pasini ha letto uno stupendo messaggio dedicato a Federico Ecco il testo che Andrea gentilmente mi ha inviato. 

 

“Sono davanti al presepe, in ginocchio davanti a quella grotta, a quell’umile mangiatoia e quel piccolo essere, quel povero ed umile bambino mi sussurra che vuole nascere nel mio cuore, vuole vivere e crescere in me, ma che io devo spogliarmi di tutto, di quel troppo che possiedo a spese di coloro che non hanno niente, devo lasciare le mie falsità, i miei egoismi, la mia violenza, ed abbandonarmi al suo tenero abbraccio dando senso alla mia vita ricercando la verità, donando Amore, giorno per giorno”. 

 

Queste sono alcune parole che scrivevi nella tua riflessione “Osservando il presepe” di Natale 2011 in uno dei tanti scritti che ci hai lasciato. Caro Federico, oggi ci stringiamo nel silenzio, in quello stesso silenzio carico di stupore che ogni anno, davanti al tuo presepe, sapeva toccarci l’anima. Ed è proprio lì, tra le tue montagne in miniatura, le casine di pietra, le luci soffuse, i muschi profumati e le figure che si muovevano piano verso la grotta, che sentivamo – senza bisogno di parole – quanto amore, quanta dedizione, quanta vita ci fosse in ciò che costruivi. Il Presepe de Santa Maria è stato, ed è, molto più di una rappresentazione del Santo Natale: è diventato un ponte tra le persone, un luogo d’incontro, di amicizia, un’esperienza viva capace di scaldare i cuori. E tutto questo è stato possibile perché tu, con le mani, la mente e il cuore, ci hai creduto profondamente. Quante persone hai incontrato, ogni anno, dall’8 dicembre a gennaio, durante l’apertura del tuo grande presepe di casa. Quanti conservano un ricordo di te legato proprio a questa tua instancabile opera. 

 

Nel 1998, insieme a tuo fratello Silvano, hai aperto un cancello. Un gesto semplice, ma carico di significato: hai scelto di condividere ciò che per te era intimo e prezioso. Hai fatto entrare la comunità nella tua casa, nella tua visione, nel tuo modo di guardare il mondo con gli occhi del cuore. E da quel giorno, il presepe è cresciuto, si è arricchito, ha raccontato sempre nuove storie, pur restando fedele a un messaggio eterno: l’Amore che si fa piccolo, che si fa dono. 

 

Dal 2016 siamo felici di aver raccolto questa tua eredità e di aver portato il Presepe de Santa Maria – come l’avevi chiamato – nella sua casa naturale: in questa chiesa, la tua amata Santa Maria degli Angeli, un tempo monastero francescano, luogo in cui il presepe è nato e dove la sua tradizione è sempre stata custodita. 

 

Nel 2023, in occasione della venticinquesima edizione, ti abbiamo dedicato il presepe. È stato il nostro modo per dirti grazie, per starti vicino durante la tua malattia, per riconoscere tutto ciò che ci hai donato e per continuare a portare avanti ciò che tu per primo avevi iniziato. Non è stato solo un omaggio, ma un abbraccio collettivo pieno di riconoscenza. 

 

Hai lasciato tracce profonde: nei volti sorridenti dei bambini che si avvicinavano alla grotta, nelle chiacchierate tra chi, accanto a te, imparava a costruire e a stupirsi, nella comunità che oggi si scopre unita nel custodire il tuo sogno. 

 

Ci hai insegnato a metterci in gioco, ad avere cura dei dettagli, a trovare la bellezza nel costruire insieme. Ci hai donato il tuo tempo, la tua fiducia, la tua arte. Hai fatto tanto, e lo hai fatto con umiltà, con dedizione, con amore. Ci hai insegnato che ogni persona che veniva a vedere il presepe era importante, andava salutata e ascoltata, ma soprattutto accolta con cuore aperto. 

 

Grazie, Federico. Grazie per aver creduto nei giovani, per averci passato il testimone con il sorriso. Grazie per aver donato tutto il tuo materiale alle nostre comunità: ne faremo un tesoro prezioso, da custodire e valorizzare. Grazie alla tua famiglia, a Giovanni e alla tua mamma Catì, che sempre ci hanno accompagnato e sostenuto. E siamo certi che continueranno a farlo, perché in fondo, come volevi tu, questo Presepe è il Presepe di tutti noi. 

 

Ora che sei salito in Cielo siamo certi che continuerai a costruire, insieme a tuo fratello Silvano, bellissimi presepi che faranno sorridere gli angeli e i beati perché ricchi dell’amore che avevi per il prossimo. E noi, quaggiù, continueremo a portare avanti il tuo sogno con lo stesso amore. 

 

Il prossimo Natale sarà la nostra decima edizione, e sarà ancora più significativo il nostro impegno per custodire e far crescere questa tradizione. Perché ogni volta che si accenderà una lanterna, ogni volta che una nuova statuina si metterà in cammino verso la grotta, tu sarai lì, con noi. 

 

Ti salutiamo con le parole che ci hai detto nel 2016, durante la cena a conclusione del nostro primo presepe nella chiesa di Santa Maria: “Da un dolore è sbocciata una rosa profumata.” 

 

Ciao Federico! Con infinita gratitudine, il gruppo del Presepe de Santa Maria e tutta la comunità che ti ha voluto bene. Gavardo, 21 luglio 2025”

 

 

Come si faceva a non commuoversi? E poi, in un silenzio incredibile, il nipote di Federico, Giovanni, ha suonato la zampogna in onore dello zio: un momento di una grande intensità e poesia. Penso che Federico da lassù ne sarà stato felice. 

 

 

Poi, ancora con le lacrime agli occhi, sono corso a casa dove mi attendevano Santino Maioli e la bella moglie Denny per salire al Casì del Tes, dove insieme ad Efrem Silvestri abbiamo cantato molte canzoni con gli ospiti della RSA La Memoria ed i volontari dell’AVG e del CAI. 

 

Nuvoloni grigi facevano temere il peggio, ma alla fine è spuntato un sole meraviglioso. È stata l’occasione per incontrare nonne e nonni che spesso vedo quando cantiamo alla RSA. A loro disposizione c’erano molte belle persone, che hanno accompagnato in Tesio i nostri anziani con vari mezzi attrezzati, sempre con tanti sorrisi e infinita delicatezza. Impossibile nominarle tutte, ma lasciatemi almeno citare Elisa Rivetta (assessore in Comunità montana), Dori ed il baffuto marito, Rosa moglie di Ernani, Maeva e Giulia che vediamo sempre alla RSA, Giorgio Arrighi e Dino Maioli, cugino di Santino, con i quali sono nate battute su battute. 

 

Ma non posso dimenticare persone che ho avuto la fortuna di incontrare per la prima volta, tra le quali Carla (figlia del mitico Botelli), Salvatore da Bari, la dottoressa Sofia da Storo, un volontario con tanto di orecchino e dalla simpatia contagiosa, e…basta, sono troppe le persone stupende che si danno da fare con i nostri nonni! 

 

Grazie a tutti per la bella occasione di gioia, in mezzo ai boschi e con ottime salamine e formaggio col gorgonzola. Cosa si vuole di più dalla vita?

 

Vorrei infine ricordare Domenico Maioli, una persona sempre disponibile che si è sempre impegnata nel Borgo del Quadrel. Mando un grande abbraccio alla famiglia.

Ci sentiamo domenica prossima, a Dio piacendo,

 

maestro John

 

Nelle foto:

1) Federico Baronchelli impegnato nel bellissimo Presepio

2) Federico Baronchelli

3-4-5) Immagini della festa con gli ospiti della RSA in Tesio

 

 

 

 

 


 

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