Venerdì, 9 maggio 2025


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mercoledì, 18 dicembre 2024 Aggiornato alle 08:39Eco del Perlasca

La poesia di una vita

di Anna, Martina e Giselle

A ottobre l'Istituto Giacomo Perlasca ha ospitato la scrittrice, cantautrice, artigiana del legno e mediatrice culturale Valeria Tron

 

 

Il nostro Istituto ha organizzato un incontro per gli studenti del triennio con Valeria Tron, autrice dei libri “L'equilibrio delle lucciole” e “Pietra dolce”, nonché compositrice di canzoni e insegnante di lettere. 

L'evento è stato organizzato dalla professoressa Emanuela Mora, a partire da una proposta di “Libro Magno Festival”, fondato da un gruppo di amici amanti della letteratura che si incontra per presentare libri e scrittori tramite una “Merenda con l’autore”, a cui, chiunque voglia, può partecipare (per informazioni consultare la pagina Facebook o Instagram: libromagnofestival).

 

Valeria è originaria del paesino di Rodoretto, nella Val Germanasca, una perla tra le montagne piemontesi, dove ogni luogo è casa e non esistono confini. 

Potrebbe sembrare un posto fuori dal mondo, in cui ricevere stimoli esterni pare impossibile, eppure “le montagne possono essere una cassa di risonanza alle voci del mondo” e “non c'è un posto così lontano che non abbia la possibilità di sentire gli altri”. 

 

Figlia di un minatore che ha deciso di restare nella sua terra per non dire addio alla libertà, Valeria ha da sempre avuto un’indole curiosa e ha sempre amato scavare nella dura roccia della superficie delle cose per appagare la sua voglia di conoscenza. 

Come lei stessa ci ha raccontato, la sua infanzia non è stata molto semplice e per questo, da bambina, si è rifugiata in quella stessa ricerca della verità, che ha potuto saziare con la lettura, nella quale ha trovato una via “per essere qui e ovunque”. 

 

Fin da piccolissima Valeria ha saputo dare sfogo alla sua creatività, componendo poesie per esprimere le sue emozioni e creando da sola gli oggetti che desiderava. 

Ci ha raccontato di come, durante la sua infanzia, non abbia mai avuto nulla di già pronto all’uso, ma, anzi, abbia dovuto lavorare per creare ciò che voleva, dotata soltanto di alcuni strumenti e materiali, per dimostrare che il suo non era un capriccio frivolo. 

 

Tron ha sempre messo il cuore nelle sue opere, scritte in langue d’Oc, la lingua del suo paese, cosa che ha attirato l’attenzione della casa editrice Salani, che ha inviato una delegata a Rodoretto per incontrarla. 

 

La lingua che le ha permesso di essere conosciuta dall’editoria italiana è la stessa che ha forgiato il suo modo di essere: Valeria è dell’avviso che tutte le lingue plasmino il modo di vedere di chi le usa, dato che ognuna di esse esprime concetti, che diventano la base dei nostri rapporti umani.

Per esempio, nella langue d’Oc, non esiste il termine “confine”, sostituito dall’espressione “l’altra metà”. 

 

La libertà ha un valore fondamentale per lei, essendo cresciuta con l’idea di essere “figlia di un’intenzione”; i suoi predecessori hanno rinunciato ad aspirazioni pur di rimanere nella loro amata terra, per dare alla loro prole la libertà di scegliere se restare in quella valle o cambiare vita, in cerca di agio.

Il loro perseguimento di libertà fu un atto di coraggio, che nasce dal cuore, mosso dalla speranza, in nome del quale si è disposti a fare enormi sacrifici, perché “la bellezza sopraggiunge dove non luccica nulla”. 

 

Questa stessa bellezza è la luce che traspare dalla poesia, a cui Valeria è tanto legata. I suoi versi hanno sempre accolto le sue emozioni più profonde, come confessioni rivolte alla carta, un’azione dettata dalla necessità, alla quale non si può non rispondere, perché “la poesia è un richiamo atavico. Io sono disobbediente di natura, ma a due cose obbedisco: alla pace e alla poesia, che poi sono la stessa cosa”.

 

Secondo Valeria, ognuno di noi possiede una splendida unicità, la quale non può essere costretta nella ripartizione divisionistica che la società contemporanea prospetta per la vita di ognuno di noi. 

É importante, se non fondamentale, scegliere la strada da percorrere nella propria vita, ma nulla vieta di fare marcia indietro o edificare ponti, perché nessuno di noi è solo una delle cose che sceglie di fare.

 

“Il primo seme che abbiamo è il desiderio, senza quello non andiamo da nessuna parte” e Valeria aveva, e ha tuttora molti desideri: “forse volevo fare troppe cose, forse volevo fare le cose giuste”.

Un uomo che non ha desiderio, immaginazione e creatività è un uomo povero, perché non conoscerà mai la poesia” - Valeria Tron


Anna Fusco 2ª Liceo scientifico, Martina Cattane e Giselle Passannante Grimaldi 5ª Liceo scientifico

 

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