L’arte dell’inventiva e la sua capacità di guidarci
“Chi possiede l'immaginazione, con quale facilità crea dal nulla un mondo”
Gustavo Adolfo Bécquer
Immaginazione. Un termine ripetuto così spesso, associato al marketing e alla scrittura, alla moda e alla musica… a tanti altri settori. Ma cos’è nel concreto?
Facile, direte voi: è la capacità di pensare qualcosa di nuovo, spesso affiliata ad un campo specifico che nessuno ha mai visto prima. Ne parliamo in maniera così banale e superficiale che ci pare una cosa comune; tuttavia, creare da zero qualcosa, generarla usando come unica fonte la nostra mente, è pazzesco!
Nonostante l'avvento di macchine che sostituiscano il lavoro svolto dall'uomo possa sembrare qualcosa di rivoluzionario e, da un punto di vista economico molto più produttivo, cosa siamo noi senza l'arte? Senza la cultura? Il sapere?
Senza le emozioni che han dato vita a capolavori unici del loro genere e che formano il nostro modo di pensare, di agire? Possiamo noi veramente definirci umani togliendo tutto ciò di umano da ciò che facciamo, cioè che creiamo?
Oltretutto, non bisogna convincersi che sia qualcosa di limitato al campo umanistico: tutte le scoperte, in qualsiasi ambito, son mosse da un primo esordio del volere, dalla fame di sapienza, dalla curiosità, appunto, di capire cosa sia il nostro mondo, mettere insieme il puzzle che ci permetterà di capirlo a fondo, o, quantomeno, aggiungere un tassello di comprensione.
Avremmo adesso la fisica moderna, con tutte le sue diramazioni, se Newton non avesse mai osservato la mela che cadde dall'albero? Sapremmo noi ora di pianeti tanto distanti, se gli antichi non avessero mai alzato lo sguardo al cielo notturno?
Vi dirò di più: il motore di questi processi è, di solito, il medesimo.
Il voler trasmettere agli altri le proprie emozioni, sensazioni, è qualcosa di così antico che ha accompagnato di pari passo l'umanità: le pitture preistoriche, le sculture greche, l'architettura gotica.
Voler diffondere il proprio pensiero, far sentire la propria voce sono l'inizio di ogni processo creativo.
Pensando alla quotidianità, anche semplicemente i videogiochi sottolineano questo intento.
D'altronde, il processo creativo è parte integrante dell’individualità di ciascuno di noi, di ciò che ci rende differenti (non solo a causa della genetica!). È uno dei numerosi mezzi che serve a raccontare la nostra storia, il nostro passato, in aggiunta ai nostri ideali, alle nostre speranze, ai desideri e alle paure.
Quando si scrive un libro, per esempio, ogni personaggio avrà un pezzo dell’autore in sé; su ogni quadro, ci sarà l'anima del pittore in tutte le pennellate; in ogni scoperta, la volontà di perseguire, continuare a coniare nuove leggi che esprimano la verità.
Perché mi son dilungata così tanto, vi chiederete, su un tema considerabile blando?
È semplice: questo è il mio piccolo, ma spero impattante appello, per far continuare a fiorire la bellezza del genere umano.
Quando sbagliare era concesso e non tutto era generato con il tocco di un click, quando ogni cosa era ben progettata, nulla era istantaneo e ci si impegnava per il bene comune.
Non credo sia la tecnologia il problema, eppure alcuni individui la sfruttano eccessivamente, e questo sminuisce il lavoro svolto da altri, che mettono la testa e l’animo in quello che fanno.
Non abbandonate mai la vostra creatività, perché questa dev'essere un motivo d'orgoglio, non di vergogna.
Fusco Anna, 2B liceo scientifico