26 Aprile 2021, 07.20
Vestone
Preti e Resistenza

Don Alessio Primo cav. Leali, ecco chi era

di Alfredo Bonomi

Pubblichiamo nella sua forma integrale, il discorso pronunciato a Nozza dal professor Alfredo Bonomi in occasione dell'intitolazione della piazza a don Primo Leali


Vuoi leggere l'articolo completo?

A) Accedi con il tuo account


B) Registrati nella Community di ValleSabbia News

Registrandoti e acquistando un abbonamento potrai accedere a tuttle le notizie, commentare e usufruire dei servizi di ValleSabbia News (secondo il piano di abbonamento scelto)


REGISTRATI

Leggi qui per avere maggiori informazioni...



IL CORAGGIO DI UN PARROCO FORTE NELLA FEDE E NEL CARATTERE, AMANTE DELLA PATRIA.
(DON ALESSIO PRIMO LEALI, RETTORE-PARROCO DI NOZZA, E LA RESA DELLE COLONNE TEDESCHE IL 27 ED IL 29 APRILE 1945)

Quest’anno il ricordo del 25 aprile si colloca nello scenario di Nozza, un paese che ha avuto un ruolo strategico negli ultimi giorni della guerra, specialmente per la sua posizione geografica.
Qui si è concentrata la Brigata ‘Giacomo Perlasca’ delle Fiamme Verdi per controllare meglio la strada, uno dei passaggi obbligati per le colonne tedesche in ritirata, dirette verso la Germania. Qui le milizie repubblicane avevano rafforzato il loro presidio.
Nozza era così diventato il paese dell’ultimo confronto tra chi aveva perso la guerra e cercava di rientrare ad ogni costo nella propria Patria e chi invece voleva costruire una nuova Patria.
Il 25 aprile è per tutti noi lo stimolo a consolidare quei valori contenuti nella nostra Costituzione Repubblicana ed anche l’occasione per rafforzarli nel contesto dei vasti mutamenti sociali che si affacciano all’orizzonte.

La ricorrenza vuole pure ricordare il coraggioso agire del Rettore-Parroco di Nozza, Don Alessio Primo Leali, intitolando una piazza al suo nome.
Per comprendere meglio la personalità di questo sacerdote dal carattere forte ed energico, si rende opportuno un accenno all’ambito famigliare dal quale sono venuti due religiosi che hanno percorso traiettorie di fede assai significative, improntate ad una totale dedizione ad una missione spirituale, desiderata e poi perseguita con abbondanti opere.

Don Primo era parco di parole, che riteneva spesso superflue, ma era ricco di indubbia e profonda fede, unita ad un senso del dovere molto alto.
La sua vocazione sacerdotale è maturata in un contesto famigliare guidato dal padre Alessio, dinamico e di forte inventiva economica, con progetti che non prevedevano lo sbocco religioso per i due maschi.
Aveva accantonato dei risparmi lavorando in Argentina dal 1901 al 1903.
Ritornato a Sabbio cercò subito di mettere a buon frutto quanto guadagnato con fatica.
Sposatosi con Vedovelli Domenica, a detta di tutti donna buona ed assai saggia, diede vita ad una attività commerciale in legname e carboni: poi aprì per la moglie la prima bottega di tessuti in quel di Sabbio.

Seguì l’acquisto di tre case. Gli affari andavano bene e la famiglia cresceva. Certamente non immaginava che i due maschi (erano accompagnati da cinque sorelle) avrebbero abbracciato la vita religiosa, ma pensava a loro come continuatori della sua attività.
Così non fu.

Don Primo, nato nel 1908
, entrò nel Seminario di Brescia, ‘complice’ la mamma, nel 1919. Mentre, assai brillante negli studi, si avvicinava all’ordinazione sacerdotale, manifestò il desiderio di diventare missionario. Il papà però restò turbato dalla prospettiva di un impegno missionario del figlio lontano dalla famiglia. Don Primo lasciò allora cadere il suo profondo desiderio.
Venne ordinato Sacerdote a Brescia il 30 maggio del 1931, con un anno di anticipo sulla ‘tabella di marcia’, data la sua eccellente preparazione scolastica. Prima curato a Mompiano, gli venne assegnata nel 1941 la Parrocchia di Nozza.

Mai però il padre avrebbe immaginato che anche il secondo maschio, Francesco, nato l’8 marzo del 1918, alla sua morte nel luglio del 1935, subito dopo il funerale, avrebbe manifestato con una lettera scritta alla mamma ed al fratello Don Primo, il suo desiderio di farsi missionario, così come aveva desiderato anche Don Primo.
Francesco era un giovane studente dell’Istituto ‘Nicolò Tartaglia’ di Brescia, bello e brillante. Commoventi le risposte della mamma e di Don Primo che sostanzialmente esprime questo concetto: “Vai, l’ho desiderato anch’io ed ho dovuto rinunciare. Prendi anche il mio posto. Per ciò che riguarda la famiglia, dato che è finito anche l’Impero Romano, può finire anche la famiglia Leali per una ragione come quella che hai espresso tu”.

Francesco venne ordinato Sacerdote il 26 giugno del 1945. Seguirono 50 anni di attività missionaria in Africa.
I due fratelli per realizzare i loro percorsi spirituali hanno sempre avuto una forte intesa fra loro, sviluppando un carteggio notevole per intensità di pensiero e di riflessioni religiose.

Nozza non era la meta desiderata da Don Primo, perché si era abituato a Mompiano, alla vicinanza della città, alla frequentazione di gruppi culturali; in cuor suo probabilmente avrebbe desiderato rimanere in quella zona.
Per questo quando nell’agosto del 1941 venne convocato dal Vescovo, sapendo che la richiesta era quella di prendersi cura della Parrocchia di Nozza, in prima battuta gli chiese di poter partire come Cappellano Militare.
Il Vescovo però lo invitò ad accettare la Parrocchia proposta. Così rispose Don Primo: “Se questa è la Vostra volontà Eccellenza eccomi pronto!”.  
Mantenne fede a questo impegno.
In poco tempo si affezionò alla popolazione della ‘sua’ Parrocchia e ne fece il suo ‘campo d’azione spirituale’, con una vera sollecitudine verso i più bisognosi, pur in un rigore d’azione pastorale assai fermo nei principi, per trent’anni, sino alla sua morte.
E’ stato un Parroco ‘tradizionale’, assiduo nella lettura e nella meditazione, di profonda fede, dedito al prossimo.

Don Primo Leali fa parte di quei sacerdoti che, ancorati ad una solida formazione spirituale e culturale, hanno via via preso coscienza, specialmente a partire dal 1943, del distacco del Regime fascista da quei valori morali, religiosi e civili portati avanti dalla Chiesa. Religioso colto, attento, con famigliarità  con i libri (un intero piano della canonica di Nozza era occupato da migliaia di libri) ha intuito che la fine del Regime non era lontana e che i veri ‘Pastori d’anime’, avevano un ruolo delicato in questo passaggio, al quale non dovevano venir meno.

In forma non eclatante, apparentemente sotto tono, nella canonica di Nozza si susseguirono parecchi incontri tra alcuni Parroci della Valle, ma anche con componenti della Resistenza. Gli interrogativi sul come muoversi non mancavano.
Abbiamo la testimonianza della sorella sull’intensificarsi di questi incontri, in ore stabilite con intelligenza e con prudenti modalità, specialmente a partire dagli ultimi mesi del 1944.

Così la canonica di Nozza
, nella sua posizione strategica al ‘centro della valle’, incominciò a diventare un luogo dove si organizzava il dissenso, anche senza evidenti fatti eclatanti, ed i ‘Repubblichini’ iniziarono presto a sospettare.
A muovere Don Primo era la  netta convinzione che aveva di dovere essere un ‘Pastore d’anime’, con tutto quello che comporta questo ruolo.

Il 12 settembre del 1943 il Parroco indirizza ai parrocchiali una lettera.
Basta rileggerne un passo per comprenderne l’importanza: “..Avvenga quel che avvenga con l’aiuto di Dio sarò al mio posto di Parroco, Padre di tutti, per tutti consigliare, aiutare, proteggere. Invito tutti a non scoraggiarsi esageratamente ma confidare in Dio e nella Provvidenza e a saper prendere le grandi lezioni dalle presenti circostanze come richiamo per una vita migliore e veramente cristiana e nella preghiera e nei costumi”.

Così, informatissimo sulla situazione, mentre teneva la corrispondenza con tutti i giovani in servizio militare, non abbandonava chi si orientava diversamente; anzi interveniva anche rischiando, ma sempre sorretto dalla forza del suo carattere.
Eloquente il ricordo di un parrocchiano.
Sono le parole di Giancarlo: “Teneva sempre la corrispondenza con i giovani in servizio militare. Era il punto di riferimento per i Nozzesi, a lui si rivolgevano per qualsiasi problema certi di aver sempre un aiuto, un sostegno, un consiglio, un conforto.
Nel 1944, in paese, eravamo parecchi i giovani che non si erano arruolati o che erano fuggiti dall’esercito dopo l’8 settembre. Don Primo ci era vicino e ci teneva informati dei vari pericoli. Nel novembre del ’44 ci avvisò che i repubblicani presenti a Nozza avevano scoperto alcuni nostri nascondigli. Dovevamo quindi cambiare rifugi perché era imminente un rastrellamento che comportava anche l’incendio dei fienili sospettati di averci ospitato.
Io dovetti lasciare il fienile ‘Val’ e, non sapendo dove andare, Don Primo mi sistemò alcuni giorni al Ricovero, travestito da vecchio e poi sul campanile della parrocchiale. Nel frattempo trattò con i militari ed ottenne che gli ‘sbandati’, non armati, si potessero presentare senza rischio di essere uccisi o incarcerati, accettando però di lavorare per i tedeschi”.


A partire dal settembre 1944
Guido Bollani, di Sabbio Chiese, stimato da Don Primo, impegnato nella Resistenza come staffetta da Brescia alla Valle Sabbia, era solito trattenersi nella canonica di Nozza durante le sue ‘missioni’ e confrontarsi con Don Primo.
Nel gennaio del 1945 Bollani venne fermato mentre portava in Valle un pacco contenente molte copie del giornale ‘Il Ribelle’.
Portato a Idro, anche sotto tortura non parlò. Qualcuno però lo fece rivelando le soste che aveva avuto nella canonica di Nozza, certo non dovute alla sola cortesia.

Alla ‘centrale operativa’ dell’Albergo Milano
incominciò a farsi strada l’idea di prelevare il Parroco di Nozza. Il tenente Bianchi, forse pensando controproducente l’arresto di un Parroco ‘in vista’, fece sapere a Don Leali per vie indirette tramite un suo confratello, che era prudente abbandonare per un po’ la Parrocchia.

La risposta denota tutta la forza del carattere di Don Primo. Non prese nemmeno in considerazione l’ipotesi.
Così rispose alla sorella di Don Schivalocchi, Parroco di Malpaga che gli aveva portato il messaggio del tenente Bianchi: “Dite a vostro fratello che dica a Don Franco, perché lo riferisca al tenente Bianchi che Don Primo non si muove da Nozza e d’altronde è da 15 giorni che attendo i militi di Idro per venire a prendermi, quando vengono sono pronto ad andare  con loro”.

Ad un altro confratello preoccupato rispose: “Sono 15 giorni che so che il comandante di Idro vorrebbe farmi andare lassù, ed io da 15 giorni lo attendo. Se mi faccio vedere ad allontanarmi dalla Parrocchia dò loro maggior sospetto, ecco perché non me ne vado”.
Da queste parole si comprende bene la portata del carattere di questo sacerdote di fede e dei principi nei quali credeva fermamente.

Si intuisce così anche la forza che l’ha sostenuto nelle difficilissime giornate dal 27 al 29 aprile 1945, specialmente in quella veramente drammatica del 29 che poteva causare la perdita di moltissime vite.
Ha agito come ‘Pastore d’anime’, spinto anche da un forte amore di Patria, da lui avvertito sempre come un dovere fondamentale.

Nozza ha rischiato la distruzione, così come altri paesi della Valle, perché la colonna tedesca era armatissima. Se ciò non è avvenuto si deve anche al contributo sostanziale da lui dato, in accordo con il comando della Brigata Giacomo Perlasca.

Fabio Fontana ha riassunto bene questi fatti nel suo scritto riportato sul ‘Bollettino Parrocchiale’ di Nozza nel 2001, nel trentennale della morte di Don Leali.

Rileggiamo insieme alcuni passi.

“Una giornata drammatica per Nozza fu certamente Venerdì 27 aprile 1945 quando alle ore 8.30 i tedeschi fecero brillare delle mine poste sotto il ponte. La popolazione, che aveva percepito cosa stava accadendo, si era allontanata dal paese, ma lo scoppio provocò parecchi danni materiali, in particolare alla chiesa parrocchiale che si trovava nelle immediate vicinanze.

Nel pomeriggio i partigiani della Brigata ‘G.Perlasca’ ottennero la resa della colonna della Wermacht in transito per il paese, in quell’occasione il comandante della Brigata, Toni (Ennio Doregatti), chiese a don Primo di presiedere la resa e questi accettò. Era la prima volta che incontrava di persona il comandante Toni ma ne aveva sentito parlare molto da Gigi (Guido Bollani di Sabbio Chiese) che gli faceva da staffetta e quando passava da Nozza si fermava da Don Primo, dove entrambi si ragguagliavano sulla situazione e si incoraggiavano a vicenda.

La domenica successiva (29 aprile) in mattinata si diffuse la notizia che alcune macchine tedesche stavano risalendo la valle e la popolazione venne fatta allontanare dal paese. Don Primo che si trovava anche lui nel bosco, venne raggiunto da una staffetta che lo invitava a scendere in paese per recarsi dal Comandante Toni che gli chiese se se la sentiva di andare incontro a questa colonna ferma, poco fuori l’abitato per chiedere se intendevano arrendersi.

Scrisse in seguito Don Primo: “La domanda mi si è tosto delineata nella sua terribile realtà: accettare avrebbe voluto dire affrontare anche il pericolo di perdere la vita, rifiutare non sarebbe stato né da sacerdote, né da italiano. Rispondo “Farò ciò che mi sarà possibile […]. Passo in chiesa e, mentre faccio la mia ultima genuflessione a Gesù Sacramento, osservo sull’altare il calice preparato per la seconda S.Messa e rifletto: “La celebrerò ancora qui la S.Messa o in cielo? “ […]. La commozione più grande la provo quando, passando per le postazioni dei nostri lungo la strada del paese, odo il loro saluto ed il loro augurio. Un nodo mi prende e gli occhi mi si inumidiscono. Poi entro in quella che è diventata la terra
di nessuno”.
 
Le cose andarono piuttosto per le lunghe ma alla fine Don Primo, con l’aiuto dei partigiani, riuscì ad ottenere la resa. Lasciò poi scritto: ”Alle 19 finalmente potevo suonare le campane pel cessato pericolo. Giornata memoranda e piena di tensione. Stetti a digiuno fino alle 17, non sentivo fame, ma fumavo dal nervosismo”. La guerra a questo punto era finita..

Sicuramente la motivazione più vera che ha mosso in quella tremenda giornata l’animo e la volontà di Don Primo Leali è stato il profondo senso del dovere. E’ stata la netta convinzione del ruolo ricoperto dal ‘Sacerdote di Cristo’ a muovere i suoi passi verso Barghe, con il cuore scosso anche dalla paura.
La certezza di non poter disattendere un dovere verso i suoi parrocchiani, nonché verso gli altri abitanti della valle, unita ad una limpida fede lo hanno sostenuto e reso fermo man mano si avvicinava alla colonna tedesca.
Don Primo non si è mai sentito un eroe per quel che ha fatto e per il rischio che ha corso.

Nella lettera indirizzata al senatore Francesco Zane il 6 luglio del 1956, in occasione del conferimento del Cavalierato della Repubblica, così si esprime: “L’atto compiuto or sono undici anni qualsiasi cittadino e sacerdote l’avrebbe fatto.
Che sempre possa onorare il sacerdozio cattolico e alla mia Patria possa dare il mio modesto contributo per renderla sempre più bella e onorata!”


In una sua nota del 31 luglio 1969, riprendendo l’argomento della resa dell’armatissima colonna tedesca, a parecchi anni di distanza dal fatto, così scrive: “I tedeschi della S.S. si arresero al pomeriggio per l’intervento degli Alleati”.
Con questa espressione non ha voluto certo sminuire il ruolo dei ‘Ribelli’ della Brigata ‘G.Perlasca’, ma ha voluto mettere in chiaro la potenza distruttiva che la colonna poteva ancora avere. Nel medesimo tempo ha inquadrato con obiettività la portata del suo gesto personale che considera importante (sapeva riconoscere i limiti personali, ma aveva anche piena cognizione delle sue possibilità e della sua cultura) ma non certo risolutivo da solo.

Il suono delle campane ‘liberate’ per suo ordine, ha annunciato la fine di un incubo per la popolazione, ha avuto il senso di un atto liberatorio dopo molte sofferenze patite. E’ stato soprattutto di buon auspicio per la costruzione di una nuova Patria, dopo tanti disastri visti e subiti, basata sui valori civili e morali ancorati strettamente alla Costituzione Repubblicana.
 
Una Patria avvertita come portatrice di salda civiltà, fermamente condivisa dal Rettore-Parroco di Nozza, Don Alessio Primo cav. Leali, come hanno ben dimostrato gli snodi significativi della sua vita religiosa.

Alfredo Bonomi
Nozza, 25 Aprile 2021                       

Bibliografia di riferimento
- Lettere e documenti di casa Leali (corposa documentazione), Archivio privato, Sabbio Chiese
- La resa delle colonne germaniche a Nozza 27-29 Aprile 1945. Memoria del cav. Don Primo Leali, Rettore-Parroco di Nozza, in U.Vaglia, Storia della Valle Sabbia, volume secondo, Tipolitografia Fratelli Geroldi, Brescia 1964, pp 441-461.
- Memorie scritte da Don Primo Leali (dattiloscritti) in “PER UNA STORIA DI NOZZA CIVILE E RELIGIOSA” (Faldone composto e ordinato da Don Alessio Primo Leali, Parroco di Nozza), Archivio parrocchiale di Nozza
- Speciale su Don Primo Leali  in “IL PONTE, bollettino di informazione pastorale, cronaca e cultura della parrocchia dei Santi Stefano e Giovanna Battista in Nozza di Vestone”, anno II-N.1, 2001





Vedi anche
28/11/2006 00:00

L'edilizia fa correre il tondino dei Leali Tondo e acciai speciali hanno consentito un 2006 in crescita anche per la Leali Spa di Odolo, il gruppo siderurgico presieduto e guidato da Dario Leali insieme al nipote Pierluigi e al pronipote Alessandro.

01/04/2014 08:56

Leali Steel, primo bilancio positivo È una scommessa vinta quella dell’acciaieria di Odolo che ha abbandonato la produzione del tondo per costruzione per concentrarsi sugli acciai speciali, acquisendo così 40 nuovi clienti

23/06/2017 09:15

Leali Steel nell'orbita di Acciaierie Venete Il gruppo di Padova si è aggiudicata l’asta per l’affitto degli impianti e delle partecipazioni di Leali Steel, unica offerta ritenuta valida dal Tribunale di Trento

13/01/2016 10:47

Leali Steel, ultimi passi per il passaggio al gruppo Klesch Trattativa finale di acquisizione della Leali Steel da parte del gruppo Klesch. Già siglato il passaggio del laminatoio di Odolo. Ufficializzata a fine anno l'uscita dell'ad Luca Villa

28/11/2017 10:45

Ex Leali Steel, rigettati i due ricorsi di Mosteel Sono stati entrambi respinti i ricorsi presentati dall'azienda romana per l’assegnazione degli asset ex Leali Steel




Altre da Vestone
19/04/2024

Per Secoval è il Bilancio dei record

Nel 2023 la compartecipata dalla Comunità Montana e da una quarantina di Comuni bresciani ha avuto una significativa crescita di fatturato e di dipendenti. Lo dicono i numeri del bilancio d'esercizio, approvato all'unanimità

18/04/2024

A Vestone cinema e mercoledì d'autore

Nel fine settimana, al Cinema di Vestone, il film “Race for Glory” con Riccardo Scamarcio. La rassegna dei mercoledì d'autore prosegue il 24 aprile con “Perfect days”

17/04/2024

Vuoi diventare un Vigile del Fuoco?

I Vigili del Fuoco volontari di Vestone sono alla ricerca di nuove leve. Ecco i requisiti richiesti e come intraprendere questo percorso

15/04/2024

Fast alla Milano Design Week 2024

Quest'anno l'azienda di Vestone specializzata in arredamento outdoor parteciperà sia al FuoriSalone con il flagship store Fast Milano, che al Salone del Mobile, padiglione 22, stand G14

15/04/2024

«Foglie al vento», Kaurismaki chiude la quadrilogia sul lavoro

Questo mercoledì, 17 aprile, al Cinema di Vestone la commedia amara del regisa finlandese, chiusura di una quadrilogia iniziata nel lontano 1986

15/04/2024

Un confronto sull'amministrazione condivisa

Martedì 23 aprile, presso la Comunità Montana di Valle Sabbia, si parlerà di co-programmazione e di co-progettazione. L’incontro è rivolto a sindaci, amministratori locali, tecnici e rappresentanti del Terzo settore

14/04/2024

Erre Zeta srl emette un minibond per 2,5 milioni di euro

Banca Valsabbina anchor investor dell’operazione. Le risorse raccolte saranno destinate al lancio di un nuovo e strategico punto vendita in provincia di Bergamo

12/04/2024

Napoleon Abrasives Spa emette un minibond da 1,5 milioni di euro

Banca Valsabbina originator e sole investor dell’operazione. I proventi del minibond saranno utilizzati per sostenere la crescita e il piano di investimenti del Gruppo

12/04/2024

Un laboratorio musicale in radio

Nell’ambito del progetto “Un intreccio di identità” le classi quinte della scuola primaria di Vestone hanno fatto visita a una radio locale

11/04/2024

«Nozza e i luoghi della sua storia»

Sarà presentato questo venerdì sera nella sala assemblee di Comunità montana il libro di Fabio Fontana dedicato alla frazione vestonese pubblicato dal locale Gruppo Alpini