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venerdì, 11 maggio 2018 Aggiornato alle 07:00Valli Resilienti

Resilienti in chiave preventiva

di Cesare Fumana
Partecipato incontro l’altra sera a Idro con il climatologo Luca Mercalli, ospite della prima serata di approfondimento organizzata nell’ambito del progetto Valli Resilienti

Come si può essere resilienti sul piano ambientale? Preparandosi attraverso un'attenta informazione e mettendo in atto azioni di prevenzione. Questa è la cornice nella quale bisogna agire se vogliamo consegnare un ambiente ancora vivibile alle prossime generazioni.

È quanto detto, in estrema sintesi, il climatologo Luca Mercalli, ospite mercoledì sera nell'auditorium dell'istituto Perlasca di Idro della prima serata di approfondimento organizzata nell’ambito del progetto Valli Resilienti, che vede coinvolte le Comunità montane di Valle Sabbia dalle Trompia e la fondazione Cariplo.
In questo caso la resilienza è stata declinata sul piano ambientale: «La resilienza è la capacità di un sistema di non collassare quando è sottoposto a shock», ha detto il professore, e gli esempi in ambito ambientali non mancano.

Sollecitato dal direttore del Giornale di Brescia Nunzia Vallini, ma anche da numerose domande del pubblico, Mercalli ha posto l'accento sulle varie problematiche che riguardano il clima a livello globale, con le conseguenti ricadute in ambito locale.

Innanzitutto il riscaldamento globale dovuto all'aumento dell'anidride carbonica nell'atmosfera, che dal 2000 in avanti sta provocando estati sempre più calde e sempre più siccitose. Altra conseguenza è l’innalzamento degli oceani, stimato in 3 mm all'anno e che nell'arco di pochi decenni potrebbe sommergere intere isole in mezzo agli oceani ma anche tanti di costa.
Le cause sono note: l'utilizzo di combustibili fossili e le attività antropiche che causano aumento di CO2 nell'aria come ad esempio l’allevamento dei bovini.

Anticipando una “Pillola” della sua trasmissione di Rai News, ha riportato i dati di una recente ricerca apparsa su Nature, nella quale si stima che tutte le attività legate al turismo provochino un aumento dell’8% delle emissioni nell’aria. Sotto accusa, in particolare, i voli aerei, in costante aumento.
Dati sconcertanti, ma che non fanno presa sull'opinione pubblica: per il climatologo, in Italia, solo il 10% della popolazione è sensibile a questi temi, mentre il 90% non se ne cura.

«Sicuramente i comportamenti delle singole persone possono contribuire alla difesa dell’ambiente – ha precisato Mercalli –, ma deve essere la politica che guida certi processi su scala nazionale e internazionale. Le analisi scientifiche non mancano, solo che non vengono prese in considerazione. I trattati internazionali, come l’Accordo di Parigi sul clima, che tracciano delle condizioni minime per non peggiorare la situazione, vengono spesso disattesi».

Un’altra scottante tematica che non viene posta l'attenzione pubblica è quella dell’aumento della popolazione mondiale. «Siamo 7,5 miliardi di persone e si stima arriveremo a 9 miliardi nel 2050. Il nostro pianeta non può reggerlo. C’è la necessità di una campagna d’informazione da parte dell’Onu nei confronti delle donne del terzo mondo, in particolare dell'Africa e dell'India, ma questo non avviene e la conseguenza sono le ondate migratorie che partono da questi continenti».

Un quadro a tinte fosche, quindi, quello tracciato da Mercalli per il futuro del nostro pianeta.
Eppure non mancano esempi virtuosi. Nell'ambito dell'Unione Europea ci sono buone normative e negli Stati del nord Europa si registra una maggiore attenzione sui temi ambientali.
In Italia non è sempre così, anche se negli anni non sono mancate iniziative per incentivare l’uso di fotovoltaico e di sistemi di risparmio energetico.

Tutto questo può essere declinato anche a livello locale. In conclusione, proprio il presidente della Comunità montana di Valle Sabbia, Giovanmaria Flocchini, ha elencato alcune delle iniziative che in questi anni sono state prese in questo campo: come il parco fotovoltaico di Gavardo che fornisce energia per l’illuminazione pubblica dei Comuni della valle; l'acquisto di energia “green” per gli edifici pubblici; e, più di recente, il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta. «L’attenzione nell’ambito pubblico c'è – ha ribadito Flocchini – possiamo sempre migliorare, ma anche i cittadini, nel loro quotidiano, possono fare la loro parte».

 

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