Mercoledì, 9 luglio 2025


Banner
ValleSabbiaNews logoBanner


 

sabato, 28 agosto 2021 Aggiornato alle 18:42Lutto

Ciao Orazio

di red.
E’ mancato il gavardese Orazio Bonvicini. Reduce di El Alamein, forse l’ultimo. Aveva 99 anni e una sua personalissima opinione sulla figura di Mussolini. Lunedì i funerali

L’avevamo incontrato, cinque anni fa, in occasione di una rimpatriata con un altro reduce della campagna d’Africa, Battista Alberti, che viveva a Buffalora.
Non si conoscevano prima, a farli incontrare era stato l’allora sindaco di Serle, Paolo Bonvicini, che di Orazio è il nipote.

Durante la battaglia cruenta ad El Alamein, inquadrato fra i carristi, Bonvicini ricordava che il carro armato si era fermato quasi subito, in avaria per problemi meccanici. Lui è salito sull’albero di trasmissione e questo gli ha salvato la vita, mentre gli altri quattro dell’equipaggio sono morti nel carro, esploso all’improvviso. Di quella brutta esperienza riportava ancora le ferite e qualche scheggia in corpo.
Poi la lunga prigionia con gli inglesi, il rientro in patria, il lavoro come autista di pullman. Si dice che l’abbiano anche coinvolto nei servizi segreti.
Ricordava le precarie condizioni di vita di quei giorni: pochissima acqua, senza mai lavarsi, con pulci e zanzare ovunque.

Non mancarono per l’occasione riflessioni e commenti sui protagonisti dell’epoca: Montgomery, Rommel e Mussolini. Orazio su Mussolini: “Un pazzo – fu il giudizio espresso ancora con rabbia dal reduce gavardese –: non avevamo niente, si viveva nella miseria e ci ha mandato nel deserto con mezzi che non valevano niente rispetto a quelli avversari, dove pensava di andare?».

L’ultimo viaggio di Orazio è per lunedì, alle 16 nella parrocchiale di Gavardo.
I familiari, ancora ci sono la sua Lisa e sei figli, hanno chiesto di evitare di mandare fiori, piuttosto di devolvere eventuali offerte all’Associazione Volontari Gavardesi.

.in foto: Orazio (a sinistra) e Battista, insieme a raccontarsi cinque anni fa.



 

Leggi anche...