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lunedì, 3 ottobre 2011 Aggiornato alle 07:00Punti di vista

Energie rinnovabili, numeri non aggettivi!

di Aldo Vaglia
"Nella migliore delle ipotesi le energie rinnovabili potranno contribuire per il 25% ai fabbisogni dell’uomo".
Lo sostiene David Mac Kay dell’università di Cambridge.
Il filosofo e fisico inglese irritato dalla vaghezza numerica degli antinuclearisti, interviene con delle stime su eolico solare biocombustibili e altre rinnovabili per confutare chi con leggerezza pensa di sostituire i combustibili fossili con queste fonti di energia.
A chi lo accusa di essere un nuclearista risponde che: “è favorevole solo ai numeri”.
 
Certo che, con un Premier che pensa di creare energia nucleare dalla scomposizione delle cellule, e una ministra dell’istruzione e della ricerca scientifica che crede che un tunnel di 730 chilometri colleghi Ginevra al Gran Sasso, potremmo perdere ogni speranza e occuparci di cose più interessanti per il popolo elettore.
 
Non è comunque il caso di perdersi d’animo.
Non è il solo governo che prende a pesci in faccia la ricerca e la scienza; ci hanno pensato anche gli altri a privilegiare le chiacchiere e l’incompetenza e far dipendere dai referendum i piani energetici nazionali.
La ricerca delle fonti energetiche non è una questione di simpatia, è l’investimento per il futuro.
Finché ci sarà il petrolio e i soldi per comprarlo possiamo gingillarci in dispute teoriche, ma il picco è ormai raggiunto e questa fonte oltre a produrre CO2  diverrà sempre più costosa.
 
Le uniche soluzioni possibili sono quelle di credere alla “decrescita felice” come alcuni prospettano o cercare alternative che stando all’oggi si possono intravedere solo in un nucleare che non emette radiazioni.
Anche migliorando l’efficienza odierna dei pannelli solari, non si può aumentare la quantità di energia solare che cade su un metro quadro, come non si può comandare la disponibilità o la velocità del vento.
Qualsiasi discussione sensata sull’energia per prendere decisioni informate richiede numeri.
La ricerca di un’unità di misura che permetta a un comune cittadino di  padroneggiare la materia pur non avendone dimestichezza è una delle questioni che si pone Mac Kay.
 
Ed ecco i numeri
Il petrolio si misura in barili, la benzina in litri, le centrali elettriche in megawatt, tutte queste unità di misura sono lontane dal quotidiano per capirci è necessaria una unità di potenza a “misura d’uomo” il chilowatt ora per giorno per persona.
Il cittadino medio europeo consuma 125 KWh/d un americano 250 e ogni essere umano sulla terra 56. Il vento produce 2 watt a m² le coltivazioni di biocarburanti 0,5 watt per m² non va molto meglio col fotovoltaico la conclusione è che oggi le rinnovabili raggiungono i 18 KWh/d dei 125 necessari.
 
Sicuramente il risparmio concentrato principalmente su casa e trasporti (80% dei consumi) potrà diminuire notevolmente la richiesta, ci potrà essere anche la possibilità di sfruttare il sole nel deserto con una resa di 20 watt al metro quadro.
Ma non c’è da illudersi per raggiungere l’obbiettivo di eliminare i combustibili fossili la riduzione della domanda e l’aumento dell’offerta devono essere grandi.
Non ci si deve far distrarre dal mito che ogni piccolo accorgimento aiuta.
“Se ognuno fa una piccola parte otterremo solo una piccola cosa”. 
 

 

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