Fiamme al Poligono fra Lodrino e Casto
Tanto più che questo non è nemmeno considerato periodo di massima pericolosità per gli incendi. Al massimo ci sono condizioni meteo predisponenti, per dirla con le parole dell’esperto Marco Mozzi, funzionario della Comunità montana valsabbina che si occupa di prevenirli. Nessuno dunque poteva presagire che qualche cosa sarebbe andato storto, ieri mattina verso le 10, nel percorso caccia che è il più alto dei campi di tiro dell’impianto lodrinese, quando un’improvvisa fiammata scaturita da un fucile è sfuggita dal controllo.
Un fucile speciale. Stavamo provando un nuovo sistema d’arma che stiamo sviluppando in collaborazione con il Ministero della Difesa ed in accordo con Prefettura ed Amministrazione comunale – ci ha confermato infatti Michele Micheletti, responsabile del procedimento per conto della Beretta, confermandoci indirettamente il livello di eccellenza raggiunto dall’impianto gestito dai Nevica di Casto -. Al momento di sparare una granata da 80 millimetri, naturalmente senza carica, inerte insomma, una fiammata ha raggiunto l’erba che si è incendiata. Non ce l’aspettavamo e non siamo riusciti a controllare le fiamme che ne sono scaturite veloci.
Il terreno secco e l’impossibilità di raggiungerlo con mezzi motorizzati o almeno con dell’acqua, unita alla difficoltà anche solo ad avvicinarsi alla zona impervia, hanno fatto il resto: il fuoco ha prima affrontato il ripido prato, poi il bosco ceduo, inarrestabile, tanto che ieri sera le squadre antincendio di Lodrino, supportate da quelle di Villa Carcina e di Polaveno, coordinate dal personale della Forestale e della comunità montana Triumplina ancora erano al lavoro.
Inutili le corse con gli estintori scaricati sul focolaio dal personale del poligono, mentre le fiamme ancora sembravano guardarsi attorno per vedere dove andare.
Risolutivo solo per le strutture dell’impianto l’intervento dei Vigili del Fuoco da Lumezzane che sono accorsi veloci con un’autobotte ed un fuoristrada.
Tardivo l’arrivo di due elicotteri il primo dei quali è arrivato poco prima delle 13 volando niente meno che da Cortina d’Ampezzo, l’altro solo più tardi da Sondrio.
I due mezzi aerei hanno preso a fare la spola con i Piani di Alone dove la squadra antincendio di Casto aveva nel frattempo piazzato le sue vasche mobili. Ormai le fiamme avevano però abbondantemente avvolto le balze rocciose verso Lodrino e in direzione della Corna di Savallo, impossibili da affrontare a piedi, con i soli soffiatori, i badili o le ramazze.