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lunedì, 11 giugno 2007 Aggiornato alle 00:00Viabilità

Quel divieto fantasma al Baremone

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Abbiamo ricevuto la lettera di un lettore milanese che si lamenta per le segnalazioni incontrate lungo la Anfo-Baremone-Maniva in occasione di una gita domenicale. Chiede, a ragione, maggior chiarezza nelle indicazioni.
Abbiamo ricevuto la lettera di un lettore milanese che si lamenta per le segnalazioni incontrate lungo la Anfo-Baremone-Maniva in occasione di una gita domenicale. Chiede, a ragione, maggior chiarezza nelle indicazioni, scrivendo a noi, alla Comunità della Valtrompia, alla Provincia e alla rivista Quattroruote.
Pubblichiamo volentieri.

In data odierna 10 giugno 2007 mi trovavo a transitare per motivi turistici lungo la strada costiera occidentale del lago d'Idro, in direzione nord, con l'automobile fuoristrada di mia proprietà.
Notando l'indicazione per il passo Maniva, ho imboccato la strada sulla sinistra che sale al rifugio Baremone. Si tratta infatti di un tragitto che avevo già percorso e apprezzato diversi anni fa.

Già all'imbocco della strada sono tuttavia sorti dei dubbi sostanziali. Se per chi proviene da sud è ben visibile il cartello segnaletico "P.so Maniva", lo stesso cartello risulta cancellato con una banda bianca per chi proviene da nord..! Inoltre, pochi metri più sopra, l'automobilista deve confrontarsi con tre distinti ed eterogenei avvisi. In uno si avverte che la strada è percorribile solo fino ad alcune località - che, come dirò, non verranno mai segnalate lungo il percorso successivo. In un altro si informa che il transito è interdetto dopo il rifugio Baremone. In un altro ancora, su un foglio A4 seminascosto dal cartello pubblicitario del rifugio, si comunica alla cittadinanza (!) che l'accesso è autorizzato solo fino al km 20 della strada, causa frana.

Io e la mia compagna abbiamo deciso di percorrere ugualmente la strada, almeno per tutto il tratto autorizzato, aspettandoci di trovare chiare indicazioni di interdizione all'approssimarsi della frana. Come è naturale per qualsiasi turista di passaggio dotato di un semplice atlante stradale, non potevamo infatti conoscere i toponimi a cui faceva riferimento il cartello principale. Giunti al rifugio Baremone (che abbiamo scoperto essere tale solo al ritorno, in quanto il cartello di indicazione lo qualifica come "Rifugio Rosa"!) abbiamo notato alcune automobili provenienti dal tratto successivo. In assenza di segnaletica, abbiamo proseguito il nostro viaggio in direzione del Maniva per alcuni chilometri, cercando di fare attenzione non solo ad eventuali segnalazioni di frane o lavori in corso, ma anche ad eventuali cartelli che indicassero una delle località citate dagli avvisi a valle. Non trovando NULLA di tutto ciò, abbiamo superato le gallerie e il tratto sterrato che, per quanto impervio, era tutt'altro che franato. Ripreso l'asfalto, abbiamo finalmente avvistato la Valle Trompia sulla sinistra e, a breve distanza, i primi insediamenti del passo Maniva. A qualche centinaia di metri dal passo ci siamo tuttavia dovuti arrestare per la presenza di alcuni macigni sulla carreggiata, che impedivano il passaggio.

A quel punto (e SOLO a quel punto!) ci siamo resi conto che stavamo con ogni probabilità transitando sul tratto di strada interdetto al traffico. L'ostacolo ci ha costretti a risalire la strada in retromarcia per circa un chilometro, fino a raggiungere un'area sufficientemente ampia per la manovra di inversione e il rientro a valle. Operazione comprensibilmente lunga e non priva di rischi, soprattutto se effettuata su una strada che è lecito supporre non collaudata e non messa in sicurezza, a strapiombo sulla valle.

Al termine di questa piccola avventura mi permetto di suggerirVi di adottare una segnalatica più chiara ed efficace per la durata dei lavori. Non solo a valle, ma anche e soprattutto in corrispondenza dell'inizio del tratto inagibile, con transenne e cartelli di sicura interpretazione, come è prassi in questi casi. Questo non solo scongiurerebbe il ripetersi di illeciti e situazioni di grave rischio da parte degli automobilisti, ma anche l'insorgere di spiacevoli profili di inadempienza a carico delle Amministrazioni competenti, nel malaugurato caso di un incidente.

Nella certezza di un Vs. sollecito intervento, a prescindere da questo "problema tecnico" colgo l'occasione per esprimerVi il mio plauso e la mia gratitudine per la decisione di riqualificare questa splendida arteria montana, che per la bellezza dei luoghi attraversati e per l'interesse ingegneristico che ricopre, è un vanto di sicuro richiamo per il territorio da Voi amministrato.

Cordialità,

Pietro Stefano Beretta
Brugherio (MI)

 

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