Non dobbiamo accusare la natura inutilmente. Siamo noi a renderla così brutta e meschina. Lei non ha colpa.
Dobbiamo pensare a cosa lasceremo in eredità alle generazioni future.
Perché privarle di un ambiente di cui abbiamo goduto e abusato?
Perché non pensiamo più agli altri.
Non ci importa di come vivranno i nostri nipoti. Importa solo l'adesso. Se avessimo dei valori sulle spalle, penseremmo due volte prima di compiere certe scelte.
Talvolta, cementificando i nostri paesi corriamo il rischio di rendere questi cambiamenti duraturi. Tutto questo per un egoistico interesse.
Siamo addirittura disposti a rimetterci piuttosto di fare un favore ad un altro.
Se si discute sul lago non è perché il problema è difficile da risolvere, ma perché noi oggi non sappiamo andare d'accordo.
Allora, è questo che dobbiamo iniziare a riscoprire: il piacere di lavorare ad un bene comune.
Prendiamo una pausa per riflettere prima di agire.
Volere tutto e subito non si può.
Si finisce con una cosa malfatta per la fretta. Si guardi alle amministrazioni comunali.
Ognuna fa dei progetti da realizzare nel tempo del suo mandato.
Poche danno vita a progetti che dovranno essere seguiti dalle amministrazioni future, anche perché c'è la paura che l'amministrazione successiva annulli tutto o faccia il contrario.
Perchè un'amministrazione non può consegnare il testimone all'amministrazione successiva?
Perché una maggioranza non riesce ad andare d'accordo con la minoranza?
Perché quest'ultima, spesso, sa solo dire di no?
Perché ognuno di noi guarda solo il suo giardino. Non c'è che dire è proprio bello! Pieno di fiori e rasato alla perfezione.
Solo se guardassimo più in là vedremmo una gigantesca frana rovesciarsi su di noi e spazzare via tutto. Ma noi non abbiamo la vista lunga.
Peccato.
Insomma, impariamo ad andare d'accordo.
Solo insieme, in gruppo, si possono affrontare certi pericoli e solo insieme ci si abitua al fatto che altre persone la pensano diversamente da noi e, nonostante questo, hanno gli stessi nostri diritti.