Non buttarlo via. Non è un rifiuto…e per di più è una cura

Scegliere di avere al fianco un essere vivente, prendersene carico è un’azione che va meditata, una scelta di amore responsabile, un percorso che ognuno di noi dovrebbe avere l’opportunità di sperimentare, perché cambia per sempre il nostro sentire e il modo di vivere. Il cane, tra tutti, è forse l’essere più comune per realizzare questo percorso, è l’unica tra le specie animali ad aver accompagnato dai primordi del neolitico l’uomo. La scienza ci dice che, cane e uomo, sembra abbiano avuto un percorso evolutivo parallelo: “Nello stesso momento in cui l’homo sapiens soppiantò il Neanderthal, si verificò la differenziazione tra canis lupus e canis familiaris” (Periani- Rossi). [img id="35488"] Prima un cucciolo appartiene ai nostri sogni infantili e poi viene ad abitare nelle nostre case, magari donato come sorpresa natalizia o per il compleanno, agghindato con un rosso fiocco. E poi? Presto smette di essere un batuffolo peloso, perde le sue sembianze tenerissime, la sua panciotta gonfia di latte e pappine, i suoi piccoli bau bau diventano abbai veri e propri. Inizia qui il nostro percorso di comunicazione e addomesticamento tra specie diverse, fatto di impegno e di costanza reciproca; ci accorgiamo che l’animaletto è come un eterno bambino, si affida a noi in piena fiducia. Lo accudiamo, e contemporanemente ci prendiamo cura di noi stessi. Potrebbe essere definita una relazione d’amore. Chi possiede un cane sperimenta che esso ci salva il pensiero positivo, ci obbliga a trovare un sorriso quando dopo una giornata di lavoro ci accoglie con mille feste, ci educa al significato della lealtà intesa come responsabilità, come il non tradire mai, ci insegna la bellezza del non provare rancore, ci insegna a dimenticare, a perdonare, a rispettare le regole e a essere coerenti con le scelte fatte. [img id="35489"] Insomma, come direbbe la volpe di Saint- Exupery “ci addomestica”. Ci dimostra l’arte del senso del tempo, dilatato nell’attesa che il suo umano di riferimento torni da lui. Un puro rapporto tra specie diverse che imparano a comunicare tra loro, forse loro più di quanto facciamo noi. Lui sa vedere la nostra anima, scruta il nostro cuore, ci salva da noi stessi e ci ama senza condizioni. Mentre ci guarda con occhi rotondi e profondi, l’espressione e l’intensità dello sguardo canino diventa anche una vera e propria terapia riconosciuta scientificamente. Il termine pet therapy è stato coniato nei primi anni ’60 da Boris Mayer Levinson, psichiatra che per la prima volta fa riferimento all’impiego degli animali d’affezione per curare specifiche patologie. La pet therapy con gli anziani, soprattutto nelle case di riposo, viene accettata di buon grado: cani e gatti possono migliorare sensibilmente l’umore e il benessere psicologico delle persone più anziane: giocare con i “terapisti a 4 zampe”, prendersene cura o anche solo accarezzarli, contribuisce a promuovere il benessere psicofisico degli ospiti di queste strutture. Nelle scuole solitamente si sceglie la pet therapy per i bambini con disabilità intellettiva e psicomotoria, perché stimola la comunicazione tra compagni e permette a ogni bambino di aumentare la fiducia in sé stesso. [img id="35490"] Quindi, detto questo, non sbarazziamoci di loro questa estate. Se ci riteniamo umani non possiamo essere responsabili di gesti tanto crudeli. “Gli animali tutti, così i cani, sono creature di questa Terra, non sono oggetti a nostra disposizione, sono esseri viventi che hanno capacità di amare, di soffrire di manifestare la gioia e sono in grado di piangere, dobbiamo trattarli come fratelli minori, non dobbiamo abusare di loro, hanno un rapporto con noi, e come dei bambini si affidano a noi in piena fiducia, perciò dobbiamo rispettarli” (Margherita Hack). Noi trascorriamo un tratto di vita con loro, ma loro ci dedicano devotamente tutta la loro. L'abbandono di animali è un reato punibile con pene che possono includere l'arresto e multe salate che variano da 1.000 a 10.000 euro, secondo il Codice Penale. Le associazioni animaliste e le forze dell'ordine si impegnano per contrastare questo fenomeno e proteggere gli animali abbandonati. Se si trova un animale abbandonato, è consigliabile contattare la Polizia Provinciale, il Corpo Forestale dello Stato (numero unico 1515), o le associazioni animaliste locali. Inviate nei commenti la vostra esperienza come Umani di riferimento. [img id="35491"]

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