Venerdì, 13 giugno 2025


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martedì, 10 giugno 2025 Aggiornato alle 09:31L'angolo di don Claudio

Papa Leone XIV, segno di speranza per il nostro tempo

di don Claudio

Il nuovo pontefice interpella coscienze e società: un invito forte alla pace, alla giustizia e alla centralità della fede in un mondo smarrito

 

 

La salita al soglio pontificio di papa Leone XIV è stato un evento significativo e, a mio avviso, profondamente positivo, non solo per me, ma per tutti i cristiani e anche per molti non credenti. 

È il Pietro del nostro tempo, che la divina Provvidenza ci ha donato proprio in questo momento storico, segnato da gravi tensioni politiche e guerre.

 

La sua prima parola – che risuona come eco della prima parola donata dal Cristo risorto – lascia una traccia importante nella nostra vita. È un impegno di pace, che interpella ciascuno di noi. Ha riempito le nostre labbra e, spero, anche i nostri cuori, spesso divisi e assetati di salvezza. 

È una parola che deve incarnarsi nelle nostre scelte quotidiane.

 

Papa Leone XIV richiama alla memoria Leone XIII e la sua storica enciclica Rerum Novarum del 1891, nella quale la Chiesa riconobbe l’urgenza di difendere la dignità degli operai, spesso costretti a vivere in condizioni disumane.

 

Oggi il nuovo Papa si trova di fronte a sfide altrettanto complesse: la questione morale legata all’intelligenza artificiale, la crescente povertà che priva molti del diritto a una vita dignitosa, le guerre alimentate da un sistema economico che calpesta la persona, e i processi di secolarizzazione che riducono il cristianesimo a semplice ideologia.

 

Il suo magistero, ne sono certo, rivolgerà un’attenzione particolare alle democrazie che tendono a relegare ai margini la novità cristiana. 

Fortunatamente, assistiamo a un risveglio tra i cattolici: molti riconoscono che la fede non è solo un bene personale, ma un dono per tutta l’umanità, capace di rianimare l’impegno sociale e contribuire alla costruzione di una società rispettosa del progetto di Dio.

 

È urgente superare i vuoti psicologismi di stampo new age, per ritrovare il coraggio di testimoniare l’unica salvezza che viene dal Risorto. 

Non si tratta di nascondersi dietro formule, ma di mostrare la sostanza della fede in un’epoca che, con la secolarizzazione, ha smarrito l’essenziale.

 

Il Concilio Vaticano II ci ricorda che non si tratta di rendere il mondo autonomo da Dio, ma di liberarlo da tutto ciò che non è Dio. 

Dobbiamo promuovere una laicità sana, aperta al contributo del cristianesimo, senza arroganza né presunzione.

 

Questa è la sfida che ogni cristiano è chiamato ad accogliere: vivere, attraverso le proprie scelte, la dottrina sociale della Chiesa. Papa Leone XIV ci guiderà in questo cammino, aperto a ogni iniziativa che contribuisca alla costruzione di una società autenticamente umana, fondata sulla centralità di Dio, non per imposizione, ma attraverso la testimonianza della carità.

 

Il cristiano è chiamato a portare la luce e il sale della fede nel mondo della cultura, dello sport, dell’amministrazione pubblica e in tutti i settori della società. Un sale che a volte brucia, ma che non deve perdere il suo sapore. Una luce che non si spegne, anche nelle tempeste della storia.

 

Don Claudio

 

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