Audizione trentina

Mattinata intensa in Terza Commissione provinciale a Trento, dove giovedì si è tenuta l’audizione pubblica sulla petizione popolare n. 4 per la difesa del lago d’Idro. Sette le realtà intervenute – tra cui Amici della Terra, operatori turistici, guide ambientali, pescatori e il Bim del Chiese – accompagnate da una quarantina di sostenitori giunti in città per ribadire il loro “no” al progetto della Regione Lombardia che prevede una nuova traversa e un’escursione verticale del lago fino a 3,5 metri. «Un progetto devastante per l’ecosistema e il turismo», ha detto Gianluca Bordiga, presidente della Federazione delle associazioni del Chiese, ricordando le battaglie iniziate nel 1986 e l’accordo del 2007 che fissava l’escursione massima a 1,30 metri. Da allora, ha spiegato, il lago è rifiorito: più fauna ittica, acque più pulite e ripresa turistica. Forte preoccupazione è arrivata anche dagli operatori: escursioni oltre 3 metri significherebbero spiagge impraticabili, ciclabili inutilizzabili, battello fermo e campeggi a rischio chiusura. «La zona umida trentina – hanno detto – è essenziale per l’ecosistema e il turismo sostenibile». Le guide ambientali e la SAT di Pieve di Bono hanno parlato del lago come di un bene comune e chiesto alla Provincia di Trento di esercitare il suo ruolo, soprattutto sul biotopo Sic di Baitoni. «È un dovere morale oltre che ambientale», hanno detto. Dal Bim del Chiese è arrivata l’idea di accelerare sul “contratto di fiume”, uno strumento interregionale che ponga al centro la gestione sostenibile delle acque del bacino del Chiese, coinvolgendo tutti gli attori. La presidente della Commissione, Vanessa Masè, ha proposto l’invio del resoconto al commissario alle acque e alla Regione Lombardia. La consigliera Coppola ha aggiunto: «Il fiume non ha confini, servono dialogo e condivisione».

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