Sanremo, ecco le pagelle dello Spaccadischi
Il Festival, in linea con le aspettative, mette a dura prova anche i più tenaci. Come sempre, gli orari da nottambuli rendono faticoso un ascolto lucido
Arrangiamenti non entusiasmanti hanno fatto troppe volte l’effetto “già sentito”. Alcune canzoni spiccano e si scostano dalla mediocrità, altre invece sprofondano terribilmente nel fango. Buona lettura!
Carlo Conti. Voto: 5.5
Il soldatino fa il bravo ragazzo e, con un sorriso abbastanza innaturale, elenca nomi e cognomi degli artisti in gara, stando molto attento a non far trasparire la minima emozione. Quanta nostalgia del festival presentato da Raimondo Vianello.
Jerry Scotti. Voto: 6
Entra sulle note di Diamante di De Gregori interpretata da Zucchero, ma non ne capisco il motivo. Fa la spalla e il piacione quanto basta. Tanto mestiere e riesce a strappare qualche sorriso.
Antonella Clerici. Voto: 6
Entra con un vestito luccicante e argentato che, per un attimo, ho pensato di essermi seduto sul telecomando e di aver messo per errore un film degli anni ’80.
Noa e Mira Awad. Voto: 10
Un capolavoro che assume un significato globale e totale. Salgono in cattedra mandando un messaggio di pace a tutto il mondo.
Jovanotti. Voto: NC
Sospendo il giudizio: io e lui non ci prendiamo proprio, ma credo sia un problema mio, visto l’acclamazione e l’entusiasmo del popolo.
Gaia. Voto: 3
Ero nell'altra stanza e, per un attimo, ho pensato avessero invitato i Gazzosa, ma me li ricordavo meglio. Testo di una banalità sconcertante, a volte poco comprensibile, e una musica senza originalità.
Gabbani. Voto: 5
A metà tra Eros Ramazzotti e una colonna sonora di un film della Disney. Ha un certo mestiere, ma nemmeno la sua esperienza riesce a rendere emozionante o credibile questo pezzo.
Rkomi. Voto: 5
Abbiamo trovato probabilmente il tormentone. La musica elettronica non si sposa molto a un testo che risulta anonimo e mai incisivo. Il Ritmo delle cose suona davvero lento.
Noemi. Voto: 6.5
È la prima cantante in gara credibile, con un testo non particolarmente originale ma che ben si adatta alla voce incisiva e graffiante di Noemi.
Irama. Voto: 4
Per la quinta volta al festival. Il vocalizzo di “almeno tu u u u u u” fatica ad appassionarmi. “Ogni fottuto sentimento” sembra invece il verso di un film poliziesco. Non ci siamo.
Coma Cose. Voto: 6.5
Un bel testo che parla di quei cuoricini che mandiamo sui social mentre ci allontaniamo dalla vita vera e dalla persona che amiamo.
Sound aggressivo e convincente. Il ritornello fa molto Albano e Romina. Il trucco di lei sembra preso da un personaggio del Cirque du Soleil: anche meno.
Simone Cristicchi. Voto: 7
Il testo migliore in gara fino ad ora. Peccato per una stecca e un'interpretazione che non rende merito. Sarà forse l'emozione, o forse l'arrangiamento potente che richiederebbe una voce molto più incisiva. Resta comunque una bella canzone, non indimenticabile ma bella, che affronta una tematica per nulla banale.
Marcella Bella. Voto: 5
La quota “Berté” al festival di quest'anno. La donna non capita e guerriera, sola e incazzata. Fa venire voglia dell'originale. “La mia più grande fan sono io” è probabilmente il verso peggiore del festival. La musica non è pessima, il resto sì.
Achille Lauro. Voto: 6
Lui è molto più di questo. Invece presenta una canzone che non decolla mai. Un pezzo volutamente nostalgico e adolescenziale che non riesce né a essere “iconico” (stile 883) né a emozionare o rievocare sensazioni forti.
Giorgia. Voto: 7.5
Sale in cattedra e canta davvero, senza giocare con inutili vocalizzi o altro. Non le serve sicuramente l’autotune (quello lo lasciamo a molti altri e a Jovanotti, che salirà sul palco tra poco).
Willie Peyote. Voto: 7.5 + menzione speciale per citazione Jalisse
Un testo che usa ironia e non si prende troppo sul serio, dissacrante quanto basta e quanto consentito su questo palco. Cita e prende giocosamente in giro i Jalisse: gli valgono la menzione speciale.
Elodie. Voto: 6
Anche per lei una canzone credibile solo su questo palco. Interpretazione molto buona e stile da vendere. Talmente brava che potrebbe cantare l'elenco del telefono… e così ha fatto.
Rose Villain. Voto: 2
Fuorilegge dovrebbe essere presentare canzoni come queste. Ce lo dimenticheremo molto presto.
Olly. Voto: 6
Perché, se non sai pronunciare la “R”, scegli una canzone in cui è presente praticamente in tutte le parole? Sufficienza con riserva.
Elodie. Voto: 4.5
La canzone non prende, schiacciata nelle dinamiche di un Festival che non la fa sicuramente sentire a suo agio. Nonostante l’impegno, non riesce a dare l’impronta che da lei ci si aspetterebbe.
Shablo. Voto: 6
Loro si divertono e portano un po’ di sana leggerezza sul palco, che a questo punto era davvero necessaria.
Massimo Ranieri. Voto: 4
Lontani i tempi di Perdere l’amore. Ranieri, tra un cantato mezzo recitato, prova a dare ritmo a un testo che molto musicale non è. L’immagine di avere in mano un cuore rimanda più a una sala operatoria che a una storia d’amore.
Tony Effe. Voto: 3
Da ragazzaccio cattivo e violento a neomelodico. Sanremo riesce anche in questo.
Finto come una scoreggia ascellare.
Serena Brancale. Voto: 4
Disco dance anni ’80. Poteva funzionare forse 20 anni fa. 80 diviso 20 fa un bel 4.
Brunori SAS. Voto: 8
Finalmente una bella canzone, scritta come Dio comanda e cantata in modo credibile.
Dario Brunori, su questo palco, c’è stato tantissime volte in un’altra stagione (Premio Tenco): chissà se riuscirà a imporre la canzone di qualità anche qui.
Modà. Voto: 7
Devo ammettere che, nonostante i pregiudizi, devo ricredermi. Sanno il fatto loro e alcune immagini della canzone non sono per nulla banali.
Clara. Voto: 4
Lucio Corsi. Voto: 9
Il migliore della serata: bravo, intelligente, intonato, emozionante.
Fedez. Voto: 7-
Parlare di depressione in questo modo non è facile né scontato. Bravino, anzi, bravo.
Bresh. Voto: 3
Meglio che il granchio torni nella tana ancora per un po’.
Sarah Toscano. Voto: 3
Canta di ricordi (ha meno di 20 anni) con un testo che con lei non c’entra proprio nulla.
Joan Thiele. Voto: 6.5
Da risentire con più calma e meno sonno. Ormai diventa difficile essere lucidi ed obiettivi.
Rocco Hunt. Voto: NV
Pausa whisky (un ottimo torbato) ha sostituito l’ascolto di Rocco Hunt.
Francesca Michielin. Voto: 4
Fango in paradiso, ma anche sul palco dell’Ariston ce n’è un pochetto.
Brutta canzone e interpretazione non entusiasmante.
The Kolors. Voto: 5.5
Sfiorano la sufficienza grazie all’aiutino di Calcutta. Da rivalutare.