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sabato, 20 febbraio 2021 Aggiornato alle 08:00Blog - Gira la ruota

Matricole, meteore, fuoriclasse, e poi Peter Sagan

di Luca Pietrobelli
Nel freddo di Gennaio trovare gli stimoli per una pedalata in compagnia è semplice e veloce, ma doverli trovare per un’uscita solitaria risulta alquanto difficile

Per la seconda domenica di Gennaio il compito mi è stato enormemente facilitato da una serie di “amici” calati direttamente dalla Germania.

Tutto è nato due giorni prima,
quando a Villanuova, durante la pausa pranzo, stavo camminando con i sacchetti della spesa cercando di non rompere uova, bottiglie e grissini: nell’attraversare la strada, come una visione, mi sono comparse davanti le ammiraglie e subito dietro i 25 ragazzi della squadra di Peter Sagan, con lui in mezzo, nascosto nel gruppo. Risultato: uova rotte e bottiglie in frantumi per l’emozione!

L’ultima volta che ho visto Peter Sagan dal vivo, il ciclista che fino ad ora mi ha più emozionato, era in occasione dell’ultima tappa del Tour de France 2019, a Parigi: una macchina perfetta, messa a punto per sbaragliare la concorrenza.

Magia dei social network, nel giro di un’oretta ho potuto scoprire che tutta la compagine era in ritiro sul lago di Garda, di stanza a Peschiera: ecco lo stimolo per uscire al freddo le mattine seguenti!

Fortuna ha voluto che proprio due giorni dopo abbia incontrato tutto il plotone compatto all’altezza di Desenzano: i nuovi arrivi in squadra, distinguibili dal silenzio e dalla determinazione, i campioni affermati, più rilassati e decisamente sorridenti e poi il faro illuminante, Peter Sagan, tre volte campione del mondo, vincitore di un Giro delle Fiandre, di una tappa al Giro e 12 al Tour, un campionato europeo e una serie enorme di imprese e piazzamenti. Il bello del ciclismo: non ci sono luoghi esclusivi e reclusi agli appassionati, si è tutti sulle stesse strade e si possono condividere le stesse salite e discese di ragazzi che si danno battaglia all’ultimo fiato al Tour de France, la Corsa Regina!

5-6 metri respirando la stessa aria e ascoltando il rumore delle loro ruote in carbonio, senza interferire con saluti o inutili richieste, ricordando che sono sempre ragazzi della mia età che stanno lavorando.
Nemmeno il tempo di una foto, solo uno sguardo sotto le lenti trasparenti e un sorriso accennato, che rende il momento indelebile e indissolubile.

Il ciclismo è così, una serie fortunata di eventi ogni volta!
La prossima volta chiedo una fotografia!
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