25 Settembre 2023, 07.00
Pertica Bassa
Valsabbini

Arrigo e le trote

di Ubaldo Vallini

Dodici anni fa Arrigo Vampini ha iniziato l'attività recuperando una vasca nell'allevamento di famiglia, raso al suolo dall'alluvione che colpì Forno d'Ono nel 1981. Presto il recupero degli oltre mille metri quadri dell'impianto sarà completo


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Si chiama Arrigo Vampini, ha 41 anni e sta coronando un sogno che lo impegna assiduamente da 12 anni: un allevamento di trote e salmerini che entro la fine dell’anno, col raddoppio delle linea, si estenderà su una superficie in vasche di oltre mille metri quadrati.

Per farlo ha recuperato un po’ alla volta l’allevamento ittico che costruì il prozio Domenico Dusina nel 1965, spazzato via dall’alluvione che devastò la frazione di Forno d’Ono il 26 maggio del 1981.

«Dopo trent’anni, nel 2011, proprio il 26 maggio
, sono diventato imprenditore agricolo (Iap) ed ho ricominciato l’attività di famiglia, seminando avannotti di trota in una prima vasca – ricorda Arrigo -. Presto, mancano solo alcuni lavori per cui ho incaricato un fabbro di Bione, le vasche operative saranno otto e mi permetteranno di raddoppiare l’attuale produzione che si attesta sui 250 quintali annui. Avrò bisogno di qualcuno che mi dia una mano».

Per recuperare le vasche sono stati necessari ampio disboscamento e bonifica: sono stati portati via da un cavatore 750 metri cubi di ghiaia e massi.

Trote iridee e salmerini del tipo “alpino incrociato”, riconoscibili dai bordi delle pinne di colore bianco, la sua produzione.
Il pesce quando è cresciuto abbastanza viene venduto per la trasformazione alimentare ad alcuni grandi allevatori della zona, ma anche a gruppi di acquisto solidale e ai privati che risalgono la valle del Degnone per acquistarli direttamente.

«Per portare una iridea al peso ottimale di 3,5 chilogrammi ci vogliono un paio d’anni – ci dice -. Nello stesso tempo i salmerini raggiungono gli 8 etti».

Arrigo vive nella casa che si affaccia sull’allevamento in compagnia del cane, il fidato Milù, in località Laghetto dell’Acqua Bianca, poche centinaia di metri a valle dell’omonima cascata che, sgorgando ai piedi della Corna Blacca, garantisce per tutto l’anno abbondante approvvigionamento idrico alla temperatura ideale che va dai 6,5° invernali ai 14° delle estati più torride.
Le vasche sono protette da un sistema di reti per tenere a bada gli aironi, che da tempo volano anche da queste parti.

L’allevamento dei pesci è la sua passione.
Arrigo ha coperto la sorgente per preservarla da agenti esterni, si è dotato di un impianto per aggiungere ossigeno all’acqua e presto sarà pronto il pozzo che gli permetterà di recuperare una dozzina di litri al secondo di acqua purissima, nella quale portare a schiusa le uova e produrre in proprio gli avannotti.




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