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domenica, 8 febbraio 2009 Aggiornato alle 00:00Mortale a Vobarno

Quattro rose bianche

di Ubaldo Vallini
Erano stati a Rezzato a giocare al bowling e presumibilmente non erano ubriachi e neppure drogati. I quattro ragazzi morti a Vobarno venerdì sono lo specchio di tanti giovani come loro, fra la Valle Sabbia e le Giudicarie.
Cominciamo da qui: non andavano veloci, non stavano superando, viaggiavano tutti quanti con le cinture di sicurezza allacciate, anche i due posizionati sul sedile posteriore.
Erano stati a Rezzato a giocare al bowling e presumibilmente non erano ubriachi e neppure drogati. Erano le 21 e stavano tornando verso casa perché uno di loro avrebbe dovuto iniziare il turno di lavoro presto ieri mattina.
Un tragico destino, insomma, quello che ha accomunato i quattro giovani morti nell’incidente avvenuto nella serata di venerdì sulla Sp IV a Vobarno. Non certo colpi di testa in seguito a follie notturne o altro.
Per questo le quattro rose bianche che mani pietose hanno posato sul mucchio di materiale assorbente e detriti raccolto a fianco della striscia d’asfalto sul luogo dell’incidente, ben rappresentano la tragedia. Bianche, a simboleggiare quattro vite spezzate, ancora bambine.

Quattro rose bianche
In un colpo solo se n’è andato Giorgio Filosi, 25enne di Condino. Era il proprietario della Peugeot 206 e probabilmente era lui alla guida. Qualche tempo fa aveva perso il padre in un incidente stradale e viveva solo.
Lavorava nella cartiera del paese e chi lo conosceva dice del suo carattere schivo, a volte ombroso, che si era però aperto a qualche sorriso in più in questi ultimi giorni, in attesa dell’Audi A3 che avrebbe ritirato in concessionaria ad aprile.

Coppia affiatata
In un colpo solo se ne sono andati Giacomo Abdel Ghaffar di 19 anni e Sara Tisi di 18, che sabato prossimo, giorno di San Valentino, avrebbero festeggiato i loro primi due anni da innamorati.
Lui figlio di una storese e di un egiziano, ragazzo solare che si dava da fare come idraulico insieme allo zio Firmino. Lei di Bocenago, in Val Rendena.
Si erano conosciuti sui banchi di scuola all’Università Popolare Trentina dove insieme si sono diplomati ed hanno cominciato a fare coppia fissa.

Il commesso rock
In un colpo solo se n’è andato Daniel Primerano, 24 enne appassionatissimo del rock dei Linkin Park ed esperto di informatica, lavorava come commesso in un supermercato e sognava di aprire una palestra.
Il padre Franco, origini calabresi, aveva vissuto a Lumezzane e lavorato a lungo all’Aignep di Bione, anche dopo il trasferimento nelle Giudicarie.
Fra la Valgobbia e la Valsabbia sono tanti gli amici che si ricordano di lui.

Come loro tanti altri

Immigrazioni di oggi e di ieri, speranze, lavoro, scuola, amicizia. Il divertirsi in semplicità.
Quei quattro ragazzi incarnavano le caratteristiche di un’intera generazione di giovani come ce ne sono tanti nella valle solcata dal fiume Chiese, sia quella trentina delle Giudicarie, sia quella bresciana della Valle Sabbia.
La loro vita è stata spazzata via in un attimo in una buia sera di febbraio.
Ancora chi indaga si deve pronunciare sull’esatta dinamica dello scontro. Sembra che un attento testimone abbia riportato di una probabile disattenzione del guidatore che ha portato l’auto con le ruote sulla sabbia e della conseguente brusca manovra di rientro che ha innescato la carambola mortale.

Si indaga ancora

Intanto la Procura, dopo il mesto riconoscimento delle salme da parte dei genitori avvenuto nelle camere mortuarie dell’ospedale di Gavardo, ha disposto quattro autopsie.
Verranno effettuate lunedì.
Fatele presto queste indagini. La gente della valle attende solo di piangere i suoi figli.

 

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