Bilanci comunali, il punto sulle tasse annuali pro capite
Secondo gli ultimi dati raccolti ed elaborati da Openpolis relativamente al 2019, la differenza tra i Comuni bresciani che - grazie alla pressione fiscale - hanno più entrate per tasse e imposte e quelli che invece ne hanno di minime è di ben 2850 euro all’anno pro capite.
Parliamo delle cifre che ciascun Comune esige dai propri cittadini, residenti e non, per la gestione e il mantenimento dei servizi offerti alla popolazione e della cosiddetta “macchina amministrativa”. Cifre reperibili all’interno dei bilanci comunali alla sezione “Entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa” nell’apposito capitolo dedicato alle imposte.
Si tratta di contributi che, di fatto, costituiscono la voce di entrata più importante del bilancio pubblico, poiché comprendono tutte le tasse che cittadini e imprese versano ai Comuni per svariate ragioni, dalle abitazioni all’imposta comunale propria, dall’Irpef alle tasse sulle concessioni, dalla Tasi allo smaltimento dei rifiuti e quant’altro.
Nel bresciano le imposte più “salate” sono quelle dei Comuni del Garda e della Valle Camonica, sui quali pesano soprattutto i flussi turistici (e quindi la tassa di soggiorno) e la presenza di seconde case, che comporta il pagamento dell’Imu.
Per quanto riguarda la Valle Sabbia i Comuni più cari, sempre con riferimento al 2019, risultano essere Anfo con circa 745 euro pro capite all’anno, seguito da Idro con 547 euro e da Lavenone a quota 515 euro. Le entrate pro capite più basse si registrano invece a Provaglio Val Sabbia, con meno di 300 euro l’anno.
Ecco nel dettaglio, per ciascun Comune valsabbino, le entrate totali e quelle pro capite per imposte e tasse nel 2019:









