16 Settembre 2023, 08.00
Valsabbia
Blog - Aqua Alma

Siccità e alluvioni

di Mariano Mazzacani

Costi umani, economici e ambientali delle alluvioni, sono in continuo aumento, come mitigare questi fenomeni?


•    L’Italia a causa della sua morfologia è fortemente esposta alle alluvioni;
•    Fenomeni naturali i cui effetti sono amplificati a causa delle attività umane e chela crisi climatica contribuisce ad inasprire;
•    In Europa nel 2021 il costo degli eventi idrologici hanno causato 43,2 miliardi di danni;

La serie di tragiche inondazioni
in Emilia-Romagna dello scorso maggio, hanno causato vittime e migliaia di sfollati. L’evento che ha avuto luogo dalla mezzanotte del 15 maggio al 17 maggio ha causato l’esondazione di 21 fiumi e allagamenti diffusi in 37 comuni. In 48 ore si sono registrati picchi di 300 millimetri sui bacini del crinale e delle colline del forlivese.

Sulla stessa area, sulle colline e montagne del Ravennate e sul settore orientale del bolognese sono in media caduti tra i 150 e i 200 millimetri di pioggia mentre sulla pianura cesenate-forlivese fino a 150 millimetri. Complessivamente risultano attive almeno un migliaio di frane, di cui circa 300 più significative concentrate in 54 comuni. Questo significa enormi costi economici ma soprattutto sociali.

Questo episodio ci mostra l’opposta estremizzazione di questi eventi che è considerata dagli esperti una delle conseguenze più significative della crisi climatica con effetti devastanti sugli ecosistemi, sulle infrastrutture e sulle abitazioni.

La popolazione esposta ad alluvioni nei comuni italiani

L’Italia è fortemente esposta a questi fenomeni per via del suo assetto morfologico, in quanto lo spazio che può contenere le esondazioni è limitato sia dalle montagne che dal mare. Come afferma la direttiva europea 2007/60/Ce, le alluvioni sono fenomeni naturali, impossibili da prevenire ma è indubbio che le attività umane e la conseguente crisi climatica in atto contribuiscono a incrementare la probabilità che tali episodi si verifichino con conseguenze inasprite. La crescita degli insediamenti umani e il consumo di suolo sono elementi di criticità ambientale. Per quanto riguarda invece la crisi climatica, uno dei principali fattori critici è la ridotta capacità di ritenzione idrica del suolo.

In particolare, l’Emilia-Romagna è tra le regioni in cui le percentuali di territorio potenzialmente allagabile e di popolazione esposta a rischio di alluvione, risultano superiori rispetto alla scala nazionale. Le province con maggiori percentuali di territorio inondabile sono Ravenna e Ferrara con percentuali che arrivano rispettivamente all’80% (87% di popolazione esposta) e quasi al 100% in caso di scenario di pericolosità media da alluvioni. Per Modena la percentuale di aree allagabili è il 41.3% (53.3% di popolazione esposta), Bologna 50% (56.1% di popolazione esposta) e Forlì-Cesena 20.6% (64% di popolazione). Distribuzione, disponibilità e fruibilità delle risorse idriche variano nello spazio e nel tempo.

Inondazioni e siccità sono le due facce della stessa medaglia, fenomeni acuitosi in questi ultimi decenni con la crisi climatica. Distribuzione, disponibilità e fruibilità delle risorse idriche sono sempre variate nello spazio e nel tempo ma ciò che oggi rende tali fenomeni così impattanti sull’ambiente e sulle attività umane è l’accelerazione della frequenza di tali fenomeni e soprattutto l’aspetto distruttivo a causa di un sempre più precario “ambiente”

L’ISPRA studia tali fenomeni da anni
con lo scopo di fornire indirizzi per la regolamentazione dei prelievi e degli usi e delle possibili compensazioni, soprattutto in occasione eventi estremi legati alla scarsità o abbondanza idrica. Il grafico rappresenta la stima della disponibilità media annuale nazionale di risorsa idrica rinnovabile naturale in mm e in miliardi di metri cubi ottenuti sulla base delle stime del modello di bilancio idrologico nazionale BIGBANG dell'ISPRA.

Le stime sono riportate
come medie trentennali e come media di lungo periodo 1951–2022 ed è riportato come termine di paragone la stima riferita al trentennio 1921–1950 pubblicata dalla Conferenza Nazionale delle Acque nel 1972.

Le stime mostrano per l’ultimo trentennio 1991–2020 una riduzione media annua di circa il 20% (–108,1 mm) rispetto alla stima per il periodo 1921–1950 effettuata dalla Conferenza Nazionale delle Acque ed evidenziano il 2022 come l'anno con il minimo storico, dal 1951 a oggi, di risorsa idrica rinnovabile naturale disponibile in Italia, con una riduzione del 50% rispetto alla media annua dell'ultimo trentennio climatologico.
 
Ma cosa si intende per alluvione e siccità?

Un’alluvione è l’allagamento temporaneo di aree che abitualmente non sono coperte d’acqua. L’inondazione di tali aree può essere provocata da fiumi, torrenti, canali, laghi e, per le zone costiere, dal mare. La siccità invece è una condizione meteorologica caratterizzata da una sensibile riduzione (per un tempo sufficientemente lungo e su un’area sufficientemente vasta) della quantità di precipitazioni rispetto ai valori attesi, tale da determinare, in relazione alla sua durata e severità, significativi effetti negativi. Si riporta anche il grafico sulle aree di pericolosità idraulica media da cui appare evidente come l’Emilia-Romagna fosse segnalata come aree a rischio idro-geologico. (Rapporto ISPRA, 356/2021)
Solo un approccio pragmatico distante da interessi di parte ci aiuteranno a mettere in atto tutti i correttivi per limitare i danni causati dalla attuale crisi climatica.  

Ricordiamo però che abbiamo pochi anni per fermare cambiamenti che potrebbero essere irreversibili.

Non scegliamo che la polarizzazione delle opinioni che non ci permette di guardare in alto, oltre il nostro orizzonte temporale. Alziamo lo sguardo e guardiamo oltre superando la nostra sindrome da Don’t look Up!

https://www.isprambiente.gov.it/files2021/pubblicazioni/rapporti/rapporto_alluvioni_ispra_353_16_11_2021_rev2.pdf

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