Marcialonga 2023, cinquantesima edizione: un anniversario da festeggiare nonostante tutto, la penuria di neve, e tutti, la contrarietà degli ambientalisti, perciò la macchina organizzativa si mette in moto
Il comitato organizzatore pensa ad un effetto a sorpresa e nasce l’idea della pista in Piazza Duomo a Trento. Un tracciato di circa 200 metri, largo 3,5 metri, realizzato grazie al trasporto con camion di
200 metri cubi di neve artificiale definita una sceneggiata anacronistica secondo Luigi Casanova, Presidente onorario di Mountain Wilderness sottolineando che
“l’industria dello sci andrebbe ridimensionata perché oltremodo energivora, costosissima in termini economici, ambientali e distruttiva del turismo di qualità, ma soprattutto in grande sofferenza e alimentata da indicibili sostegni finanziari pubblici.”
Secondo Casanova una visione lontana dalla realtà per un ambiente, quello montano, particolarmente segnato dai cambiamenti climatici.
"Oggi si deve agire…. per preparare un’offerta turistica diversa. Per dare fiducia alle giovani generazioni. Per i 50 anni della Marcialonga ci aspettavamo di assistere a un investimento di immagine rivolto al futuro, non alla sceneggiata che ripercorre culture e prospettive di sviluppo antiche, tipiche degli anni ‘70".
Basta ripercorrere le pagine degli scorsi anni per capire che l’emergenza neve, anche in Val di Fassa e Fiemme, è più che un’emergenza e sarebbe necessario ragionare su un futuro caratterizzato da scarse precipitazioni ed alte temperature invernali. Ricordiamo così
come nel 2021 si lavorò alla preparazione dei 70 km tracciato con 100.000 metri cubi di neve per tracciare la pista e nelle notti ci si mise all’opera per produrre la neve e dare corpo ad un fondo di circa 30 cm
per un costo complessivo di circa 400.000 euro.
Nel 2017 si dovette ricorrere all’accorciamento del tracciato a causa delle scarse precipitazioni nevose, cosa che era avvenuta anche nel
2015, mentre nel 2016 si gridò al miracolo per i soliti 100.000 metri cubi di neve artificiale prodotta per l’edizione di quell’anno con centinaia di camion che la trasportarono su e giù per le valli di Fiemme e di Fassa.
Non è solo lo sci di fondo a pagare lo scotto dei cambiamenti climatici visto che anche la Coppa del Mondo di sci è costretta ormai ogni anno a rivoluzionare il calendario cancellando prove storiche o raddoppiando gare in località che godono di una momentanea abbondanza di neve. Da inizio stagione 22-23,
nel solo Circo bianco maschile sono state ben nove le gare cancellate per mancanza di neve o maltempo mentre il circo rosa ha affrontato cinque cancellazioni. Il dibattito è dunque aperto anzi si tratta decisamente di uno scontro su posizioni antitetiche: “ Se decidessimo di non produrre neve artificiale o fermare gli impianti, avremmo decine di migliaia di persone che non lavoreranno, quindi disoccupate. Non possiamo fermare la montagna”.
Valeria Ghezzi, presidente dell’Associazione degli imprenditori funiviari (Anef) rimane ancorata ad un modello di business anni ‘70. L’obiettivo degli associati dell’Anef che raccoglie il 90% delle 400 aziende attive in Italia, è quello di ottenere dallo Stato “soluzioni strutturali e non improntate alla contingenza”.
Nel 2021 i gestori degli impianti di risalita hanno incassato complessivamente 430 milioni di euro di “risarcimenti” pubblici (calcolati in misura pari al 49% della media dei ricavi da biglietteria degli esercizi 2016-2019). L’Anef pare essere ferma su una visione di chiusura visto che a settembre 2022 rilancia la propria visione col “Manifesto per la montagna” in cui non si fa mai riferimento al climate change (
https://anef.ski/anef-lancia-il-manifesto-per-la-montagna-2/ ).
Il nemico della sostenibilità per gli impiantisti è “l’ambientalismo di facciata, utilizzato in modo strumentale e demagogico da chi non abita i territori di montagna”, ma non dobbiamo mai dimenticare che per il canone per l’uso di acqua versato alla Provincia di Belluno da chi ne fa neve artificiale nella zona di Cortina d’Ampezzo: nel 2021, a fronte di 5,7 miliardi di metri cubi di acqua di “moduli concessi” sono stati versati dal privato al pubblico appena 14.696,05 euro.
* Secondo Mountain Wilderness l’impatto della pratica dello sci è ancorata ad una visione novecentesca dell’attività sportiva e mette l’indice sullo sfruttamento idrico considerato che ci vogliono
4.000 metri cubi di acqua per generare neve sufficiente per coprire un ettaro di pista per una stagione. Per raffronto un ettaro coltivato a grano richiede millesettecento metri cubi d’acqua nel periodo di crescita!
Secondo MW nella stagione 1999-2000 sono stati utilizzati dieci milioni di metri cubi d’acqua per innevare le piste francesi pari al fabbisogno idrico di Grenoble di 170.000 abitanti. Già nel 2003-2004 si è saliti a tredici milioni. Si stima che l'innevamento delle piste dell’arco alpino sia stata consumata acqua pari al consumo di una città di 1,5 milioni di persone.
Il consumo energetico equivarrebbe a 600 GWh, corrispondente all’incirca al consumo annuo di energia elettrica di 130.000 famiglie di quattro persone. Di fronte alla realtà dei cambiamenti climatici, che potrebbero inficiare lo svolgimento delle Olimpiadi di Milano Cortina, per mancanza di precipitazioni che sommate alle alte temperature potrebbero impedire l’innevamento artificiale quale può essere la soluzione?
Secondo Mountain Wilderness non sarà l’industria della neve a salvare la montagna, perciò, è necessario ragionare su alternative ambientalmente sostenibili che pure non mancano ma deve cambiare la narrazione di un luogo, come la montagna, che ormai è cambiata come sono cambiati altri luoghi che conosciamo.
La stessa critica è sostenuta da The outdoor manifesto che porta avanti una rivisitazione della fruizione della montagna per cercare di creare una consapevolezza ecologica al mondo outdoor con l’obbiettivo di intraprendere le azioni necessarie a difendere gli ambienti naturali.
*Fonte Altreconomia Dicembre 22.
https://www.theoutdoormanifesto.org/
https://www.mountainwilderness.it/impianti-di-risalita/marcialonga-duecento-metri-cubi-di-neve-artificiale-trasportati-in-centro-citta-a-trento-su-decine-di-camion-qual-e-il-significato-di-simili-iniziative/;
https://www.mountainwilderness.it/editoriale/marcialonga-2023-unoccasione-sprecata/ ;
https://www.agi.it/sport/sci/news/2023-01-11/caldo-mancanza-neve-rivoluzione-coppa-mondo-sci-19588647/