Il dipinto ritrovato
di Cesare Fumana
Nel rimuovere la pala di un altare laterale per un’operazione di restauro, nella chiesa parrocchiale di Vallio Terme è comparso un bell’affresco che nessuno aveva mai visto
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È stata una bella sorpresa quella che si è trovato davanti il parroco don Italo e le persone che erano presenti quando è stata rimossa la pala del primo altare laterale a sinistra entrando nella chiesa parrocchiale di Vallio Terme, tolta per essere restaurata.
Sotto la tela era celato un bell’affresco raffigurante l’Angelo Custode che veglia su un bambino che sta per essere morso da un serpente.
Di questo affresco in pochi sapevano della sua esistenza. Ne erano venuti a conoscenza anni fa alcuni parrocchiani impegnati nella sistemazione dell’archivio parrocchiale.
Una nota datata 1893 riporta infatti che «“Per iniziativa di un ricco signore” veniva costruita la cappella del crocefisso. La vecchia cappella venne invece intitolata all’Angelo Custode, al quale fu dedicata una nuova pala. Più tardi quell’angelo non piacque e l’affresco fu coperto con la pala di S. Domenico e Santi a sua volta posta sull’altare attualmente del Sacro Cuore».
Ma finora nessuno lo aveva mai visto. Solo adesso, con la rimozione della pala di S. Domenico, è ritornato alla luce.
L’affresco si presenta, tutto sommato, in buone condizioni: le figure si vedono nitidamente, i colori sono tenui e risaltano molto; sono molto più visibili rispetto al dipinto della pala che col tempo è diventato scuro e non più bel visibile. Riporta però i danni dovuti ai sostegni inseriti per sorreggere la pala d’altare.
È stata una piacevole sorpresa anche per i fedeli: in molti hanno espresso un maggior apprezzamento per questo affresco rispetto al dipinto della pala.
Forse meriterebbe anche questo un intervento di restauro, per poi trovare un’altra collocazione per la pala di S. Domenico.
Il restauro della pala di S. Domenico
La pala, come detto, è stata rimossa per un intervento di restauro, reso possibile grazie a una iniziativa della Fondazione Comunità Bresciana promossa in occasione delle Feste decennali di Sabbio Chiese.
Infatti, questa pala farà parte di una mostra dedicata ai miracoli mariani che si terrà il prossimo settembre al Santuario della Madonna della Rocca di Sabbio Chiese.
Il dipinto è un olio su tela della prima metà del XVII secolo, attribuito a Bernardino Gandino.
A seguito dell'ampliamento tardo settecentesco della chiesa parrocchiale, le pale vennero ricollocate sugli altari e adattate alla nuova impostazione tardo settecentesca degli stessi. In tale occasione al dipinto vennero accostate due tele (predella e lunetta) per occupare le nuove dimensioni dell'altare, mentre una cornice dorata raccorda i tre dipinti. L’opera raffigura un'iconografia piuttosto rara, almeno nel nord Italia, chiamata “Il miracolo di Soriano”.
Non è stato possibile recuperare documentazione d'archivio che attesti la committenza del dipinto né che giustifichi una scelta rappresentativa così particolare, nota nel bresciano solo in un altro dipinto conservato presso l'ospedale di Orzinuovi. Recentemente lo studioso Francesco Nezosi ha riconosciuto in Bernardino Gandino (Brescia 1587-1651) l'autore della pala. Figlio ed erede del più noto Antonio, condusse la bottega paterna dopo la morte del genitore, avvenuta nel 1930. Stilisticamente ripropose senza troppa inventiva gli stilemi paterni, mostrando in modo evidente riprese dai maestri veneti d’inizio secolo.
Il miracolo di Soriano
Nella pala viene rappresentato questo evento prodigioso. Secondo le cronache del tempo, fra Vincenzo da Catanzaro, un domenicano proveniente dal vicino capoluogo, nel 1510 fondò una nuova comunità di domenicani a Soriano Calabro, spinto da sogni premonitori, ispirati dallo stesso S. Domenico.
Nella notte fra il 14 ed il 15 settembre 1530 la Vergine Maria insieme a S. Caterina d’Alessandria e S. Maria Maddalena si presentarono sotto “mentite spoglie” a questi frati chiedendo loro se avessero un’immagine di San Domenico e, uno di loro, rispose che ne avevano una, un po’ sbiadita. Le tre donne lasciarono allora un lenzuolo che i frati deposero. Il giorno dopo, aprendo quel lenzuolo, i fraticelli domenicani si accorsero che su quel lenzuolo era impressa l’immagine di San Domenico. L’immagine acheropita di S. Domenico da quel momento segnerà la storia non solo di Soriano, ma del suo culto nel mondo, cosicché in tutte le chiese domenicane del mondo dal Seicento in poi, il miracolo della tela venuta dal cielo avrà sempre una menzione ed un altare particolare dedicato. È piuttosto singolare la sua presenza nella chiesa di Vallio Terme.
In foto:
- l'affresco dell'Angelo Custode
- la pala di S. Domenico
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