Una vita in malga

Da circa sette anni a questa parte i coniugi di Mura Battista e Mate Crescini gestiscono in sottordine Malga Vacil la cui struttura, appartenente al comune di Storo, è dislocata a quota 1800 metri.

Hanno in carico circa 130 bovine, di cui una trentina da latte e  anche parecchie capre. Di buona mattina e sino all'imbrunire le bestie sono scortate a poca distanza da quattro cani.  

Una volta ogni due settimane Battista scende a Storo per far fronte alla spesa, considerato che il pane lo conservano per poi riscaldarlo.  
Rispetto ad una volta lungo quell'altura molto meno transito, se non qualche turista in bici o in moto che a volte vi fa tappa per poi  preferibilmente scendere dal versante lombardo di Bagolino.

Lassù a volte anche la telefonia mobile si fa desiderare e spesso scricchiola.

“Di gente, ma non a causa del Covid, proprio non se ne vede e di rado passa qualcuno a distanza. Il timore – dice la malgara, mamma di Alessio che di anni non ne ha ancora compiuti 7 - è rappresentato dalla presenza di cinghiali ed eventualmente di qualche orso, che noi però mai abbiamo visto.

Il maiale selvatico provoca dei veri e propri sollevamenti di terra anche a ridosso della stessa malga. Si muovono quasi sempre di notte, mettendo a soqquadro quanto trovano lungo il tragitto. Comunque non escludo anche la presenza di qualche lupo”.

I tenutari producono mediamente due formaggi al giorno e altre formaggelle di capra che poi a loro volta vanno a ruba sul mercato.  
Gli unici problemi, peraltro ben presto superati grazie alla tempestività della cantieristica comunale e del corpo forestale, riguardavano l'approvvigionamento del gas e l'intasamento delle condutture d'acqua causato dalla presenza di terriccio nei filtri.

La prossima stagione, signora, tornerete a Vacil?
“Dipende da mio marito e dalle esigenze del nostro Alessio, che dallo scorso 22 giugno e sino a metà settembre non ha amici”. Un ragazzino vispo e intelligente, che sa dialogare e che con gli animali ha dimestichezza da vendere.

Da queste parti ormai a fare questo mestiere sono rimasti per lo più bresciani, considerato che pure a malga Romanterra (giurisdizione di Condino) a gestire il tutto è una giovane di Gavardo, Daniela  Maccarinelli, che con una giovane amica accudisce una quarantina di bestie.

A Vallaperta e Bondolo, sempre su Condino, a tenere alto il nome degli allevatori nostrani è solo e sempre Riccardo Pizzini, il cui “dna” è da sempre contadino, a cominciare dai nonni.
Due donne, entrambe di nome Alessia, e Luca Radoani (patron dell'azienda zootecnica La Cugna a Mon di Condino) gestiscono malga Serollo (Brione) dove le bestie sono una settantina.

Nella foto mamma Mate Crescini con il figlio Alessio