In ricordo dei vecchi carbonai di Bondone

Vallesabbianews negli anni ha sempre dato spazio al “Paese dei Carbonai”: Bondone, appollaiato a mezza montagna tra Baitoni e Malga Alpo, che si affaccia sul Lago d’Idro con di fronte il suo castello San Giovanni.

La sua storia secolare racconta che fu colpito e decimato dalla peste del Manzoni del 1600 e salvato dal colera nel 1800, grazie alla intercessione dei suoi abitanti alla Vergine Maria, che richiese all’allora Principe Vescovo di Trento la concessione di un Voto perpetuo in ringraziamento a Maria: voto che si celebra dal 1855 con la solenne processione alla chiesetta di “Plos” il 9 settembre di ogni anno: sempre fedeli!

Su molte case di Bondone e Baitoni i tanti murales di quel periodo, con effigiata l’immagine della Vergine Maria e dei Santi, stanno a testimoniare la devozione dei suoi abitanti alla loro Taumaturga.

Ora Bondone, grazie alle sue prerogative storiche, al caratteristico borgo medioevale, alla sua splendida chiesa e per primo per i suoi murales,  da cinque anni fa parte dei Borghi più belli di Italia.

Dà onore al Borgo lo splendido monumento al carbonaio che si trova in piazza della “Levata”, opera dello scomparso artista Trentino don Luciano Carnessali: sta a testimoniare il duro lavoro che essi hanno svolto sulle montagne del Trentino e del Bresciano dove si accasavano in una misera “baita”, ricovero di frasche e rami di abete con tutta la famiglia per nove mesi all’anno.

Il lavoro di carbonaio è stato abbandonato gradualmente negli anni Settanta: i giovani volevano una vita meno faticosa di quella dei loro padri.
Per ricordare la sua famiglia e tutti i carbonai di Bondone, lo scomparso Pierino Mantovani ha scritto un libro dal titolo “Ricordi di un Carboner”, che va ripercorrere i tanti spostamenti delle famiglie dei carbonai di Bondone dagli anni Trenta agli anni Sessanta: racconti in presa diretta, molti vissuti personalmente con la sua famiglia.

La poesia “Carbonaio” scritta da Gianpaolo Capelli con i suoi versi va a ricordarli ed è stata musicata dall’amico Maestro Fausto Fulgoni dei Girasoli, cantata e incisa dallo stesso Fulgoni e da Nicol Bertanzetti nel Cd “Le canzoni del cuore e dell’anima”.
La versione di Nicol è disponibile da tempo sui video di Vallesabbianews.

Grazie alla recente trascrizione in musica per tromba e banda del Maestro Giorgio Bagozzi, di Castel Condino, sia di Carbonaio che di Preghiera Alpina, Carbonaio è stata appena registrata  da Gianni Dellaturca, seconda tromba dell’orchestra della Scala di Milano, con gli arrangiamenti del Maestro Fausto Fulgoni.

Gianni Dellaturca giovanissimo è entrato a far parte del corpo bandistico "La Noce", diretto da Francesco Devodier, mettendo in evidenza le sue doti.
Ha proseguito gli studi al Conservatorio di musica di Parma, diplomandosi con il massimo dei voti.
Nel 1995 ha vinto il concorso quale tromba dell'Orchestra sinfonica nazionale della Rai di Torino, con la quale ha collaborato per cinque anni, partecipando a tournée in Europa e America latina.
Nel 2001 ha vinto il concorso per l'orchestra del Teatro alla Scala e nel 2002 è entrato a far parte dell'Orchestra Filarmonica della Scala.
A detta degli intenditori esecuzione molto bella e coinvolgente.

Nel video allegato di Cedis tv ecco il brano nella versione per tromba del Maestro Dellaturca e in quella cantata da Nicol Bertanzetti.
I brani accompagnano le foto storiche che don Mansueto Bolognani, parroco a Bondone all’inizio degli anni Sessanta “El Pret dei Carboner”, ha scattato alla sua gente compresi i suoi piccoli “Carboner”, a cui voleva molto bene e per i quali fondò un convitto-scuola a Bondone, opera altamente sociale per quei tempi.

Foto di proprietà della famiglie Bolognani e Capelli, che da quanto anticipato sul nostro giornale nel mese dello scorso agosto, come promesso dai responsabili del “METS” Museo Etnografico Trentino di San Michele All’Adige di Trento,  daranno onore e visibilità a quei “Poveri carbonai, stanchi e sporchi di carbone” nella esposizione fotografica in preparazione e a loro dedicata per continuare a ricordare la storia lavorativa di Bondone nei secoli.

“Abbiamo bisogno di sentire il profumo del passato, per dare il giusto valore al presente”.

In chiusura un invito: andate a visitare Bondone con le sue decine di presepi in androni, contrade, piazze e avvolti, non vi deluderanno.

foto 1 Il Maestro Fausto Fulgoni davanti al monumento al Carbonaio
foto 2 Il Maestro Giorgio Bagozzi
foto 3 Don Mansueto Bolognani
foto 4 Nicol Bertanzetti canta Carbonaio

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