La «Sfida dei falò»

Questa tradizione tutta Serlese, è unica nel suo genere.

Come ha spiegato il presidente della Pro loco Marco Tonni, nel comune di Serle l’usanza del rogo della Vecchia del Giovedì grasso, diffusissima un po’ dappertutto, non ha mai realmente preso piede.

Al suo posto invece si celebrava la "Sfida dei falò", dove i fantocci venivano bruciati la notte della vigilia del 25 di marzo, data in cui si celebra l’Annunciazione alla Vergine della nascita di Gesù.

Il calore dei falò sarebbe dovuto servire, secondo una pia leggenda, a scaldare i "panesèi del Signùr", le fasce e i vestiti del Bambinello.

La sfida ad allestire il falò migliore metteva una contro l’altra le diverse borgate serlesi, in una competizione serratissima e senza esclusione di colpi. I «blitz» volti a trafugare le fascine preparate dalle frazioni rivali per alimentare il rogo, ad esempio, erano tanto frequenti da costringere a veri e propri turni di sorveglianza notturna.

Talvolta, poi, si ricorreva al trucco del «doppio falò», predisponendo un rogo civetta, acceso in anticipo così da indurre gli avversari a fare altrettanto: una falsa partenza che avrebbe permesso di conservare acceso il proprio falò più a lungo di tutti.

Ora la tradizione rinasce con l’entusiasmo e la partecipazione di tutta la comunità, infatti, sono già stati realizzati da associazioni e da cittadini, una trentina di fantocci.

L’appuntamento per questa ritornata festa è sabato 25 marzo nella contrada di Berana. Da qui partirà il corteo diretto all’ex Cava Vicentina, dove i bimbi della prima riproporranno il «Processoalla Vecchia». A seguire, l’accensione dei falò, accompagnata dalla distribuzione della tipica polenta teragna serlese.