18 Aprile 2012, 07.38
Salò Valsabbia Garda Valtenesi
Lettere

Sogni da realizzare

Gli insegnanti possono davvero fare molto per realizzare i sogni dei loro alunni. Le istituzioni, perň, facciano la loro parte.

 
Caro Direttore,
 
“La vita è piena di sogni e un insegnante ti aiuta a realizzarli”.
La frase è stampata su una tazza di porcellana, di quelle che si trovano in alcune cartolerie o librerie specializzate, dono di una studentessa liceale alla zia professoressa.
Tazza che, proprio in virtĂą di questa particolare dedica, ha subito perso la sua funzione originaria per divenire porta-penne e matite collocato in bella mostra sulla scrivania.
“La vita è piena di sogni e un insegnante ti aiuta a realizzarli”
 
Una provocazione? Un attestato di stima? Un viatico?
Mi piace pensare che possa essere tutte e tre le cose insieme e altro ancora…
Sì, perché, senza falsa modestia, il compito quotidiano mio e di tante colleghe e colleghi è proprio quello di contribuire a portare a compimento i sogni piccoli e grandi di ciascuno degli alunni che ci vengono affidati.
 
Un compito non facile, soprattutto in questi ultimi anni, caratterizzati dai ben noti tagli alla spesa pubblica che, se pur comprensibili in un’ottica generale di razionalizzazione del sistema dei servizi sociali nel suo insieme, hanno portato la scuola a funzionare senza le risorse necessarie a garantire standard minimi accettabili, producendo disagi, tensioni, insoddisfazione oltre che – e questo è ciò che più turba – il diffondersi in molti docenti di un sentimento di scoramento, un sentirsi lasciati soli a combattere in una trincea di prima fila con le uniche armi (forse un po’ spuntate?) della propria originaria vocazione e della propria buona volontà.
 
Classi sempre più multietniche con la ricchezza, ma anche la problematicità che ciò comporta, ragazzi con vissuti familiari sempre meno sereni, studenti fragili che vanno costantemente sostenuti ed incoraggiati, adolescenti, la cui personalità solo con un eufemismo potrebbe essere definita esuberante, che non devono essere semplicemente intrattenuti per cinque ore, ma educati ed istruiti.
 
A dispetto di tutto ciò, entrare in aula ogni mattina continua ad essere, per la maggior parte di noi, un’ avventura entusiasmante ed appassionante.
Sentirti gli occhi addosso mentre leggi la descrizione del duello tra Ettore ed Achille o le terzine dantesche di Paolo e Francesca o percepire la commozione dell’intero gruppo mentre con il groppo in gola ti accingi a terminare l’episodio della piccola Cecilia colpita a morte dalla peste, ripagano di molte delle energie profuse.
 
Ma professionalitĂ , competenza, dedizione non bastano!
Per permettere a noi insegnanti (che, non dimentichiamo, siamo pure genitori e perciò anche utenti di un servizio) di contribuire a realizzare i sogni dei nostri alunni, serve un impegno coerente da parte di tutti ed in primo luogo da parte di quello Stato che ci onoriamo di servire e che alle sue fondamenta ha posto proprio il diritto all’istruzione dei suoi cittadini.
 
Non serve in questa sede citare gli articoli della Costituzione specifici, basta solo ricordare che la caratura morale e sociale di una ComunitĂ  si misura dalla cura che sa manifestare e realizzare nei confronti delle future generazioni, investendo nella scuola, dunque, a tutti i livelli e in tutte le realtĂ  territoriali, con particolare attenzione a quelle geograficamente piĂą penalizzate.
 
Non si può dunque chiedere a maestri e professori di instillare negli studenti anno dopo anno i semi che permettono loro di crescere in autonomia, di formarsi uno spirito critico, di arricchire il proprio vissuto confrontandolo con quello dei grandi del passato, e poi non garantire loro strumenti, opportunità e spazi fisici perché li possano far germogliare!
 
Alla luce di quanto sopra esposto, risulta quasi superfluo aggiungere che non dovrebbe neppure essere oggetto di discussione che la classe IV Ginnasio al Liceo “Fermi” di Salò si attivi il prossimo settembre, nonostante il numero degli iscritti sia appena al di sotto dei parametri di legge, tenuto conto del contesto territoriale e del bacino d’utenza a cui tale istituto afferisce.
Così come dovrebbe essere garantito che tutti i ragazzini che lo desiderano possano frequentare una prima liceo linguistico senza l’incubo di essere sorteggiati e dirottati su un altro corso di studi, se i parametri massimi vengono superati.
 
E un alunno che abbia il desiderio di seguire un corso professionale non dovrebbe “fare le corse” per non rischiare di rimanere “fuori” ed essere così costretto a “parcheggiarsi” per un anno in un istituto tecnico di ripiego con danno suo e dei compagni.
Gli insegnanti possono davvero fare molto per realizzare i sogni dei loro alunni.
Le istituzioni, però, facciano la loro parte.
 
Occorre una svolta nelle politiche scolastiche del nostro Paese (pena il suo inesorabile declino).
Questa svolta può cominciare anche dal cercare di rispondere alle legittime aspettative di studenti e famiglie di una piccola realtà di provincia.
 
14 aprile 2012
Monica Ceresa - docente Scuola Secondaria di I grado
 


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