Filo diretto col Paradiso

Arrivando da Sabbio di Sopra, la bara in legno chiaro è scivolata lentamente nella parrocchiale dove è stata ornata con il portanumero 108 della sua Yamaha da cross, la maglia del motoclub e quella delle Rondinelle. Dietro i familiari più stretti, attorno l’affetto e lo sgomento di tutto il paese e anche di più.

Centotrenta nel tempio che Sabbio Chiese dedica a San Michele, come Covid vuole.
Gli altri, moltissimi di più, soprattutto giovani, hanno dovuto seguire la cerimonia da fuori in streaming.

«Perché? È questa la domanda alla quale è difficile dare risposta» ha detto don Dino Martinelli durante l’omelia, preceduta dalla lettura del messaggio inviato a Sabbio Chiese dal vescovo Tremolada: «Sia di conforto che il Signore l’ha accolto nella sua casa».

Perché? «Non è facile dare un senso alla morte, che strappa via qualche cosa che fa parte di noi stessi. Lo possiamo fare sapendo che la vita non è tolta, ma viene trasformata – ha detto don Dino -. Arrivando qui ho visto tanti giovani col cuore gonfio di amarezza. A loro come a noi tutti Dennis lascia un insegnamento: la vita è una cosa meravigliosa se vissuta negli affetti, con entusiasmo, ma è anche delicata, va curata, protetta.  

Quando i feretro esce dalla chiesa e viene adagiato sul carro funebre, parte il coro degli amici ultras: «Filo diretto col paradiso, dona ai malati un conforto ed un sorriso, prega tuo figlio e digli che noi siam bresciani e siam figli tuoi» cantano, con la voce a tratti strozzata dal pianto, prendendo a prestito le parole dalla popolare canzone “Madonnina dai riccioli d’oro”.
Poi un tifoso appoggia la sciarpa azzurra della Curva Nord.

Al cimitero, nella cappella di famiglia dove viene riposta la bara, si spezza anche il silenzio composto dei familiari, in un pianto disperato.

Ciao Dennis.