La supposta gigante inaugura lo spazio Workshop di Ivar

La supposta gigante di Severino Del Bono, alta più di 5 metri e del peso di circa 750 chili, ha trovato la sua prima e ufficiale esposizione pubblica.

È stata, infatti, inaugurata questo giovedì 14 settembre, presso l’azienda Ivar di Prevalle, la mostra dell’artista bresciano Severino Del Bono (classe 1966, originario di Nuvolera).«

L’artista da tempo ha fatto della sua arte un sinonimo di sperimentazione e provocazione, alla ricerca di un inedito stupore. La supposta è un oggetto più volte “ritratto” da Del Bono, caro all'artista in varie declinazioni ma con l'obiettivo di creare “un elemento di disturbo all'interno del meccanismo della visione».

La gigantesca supposta bianca è stata posizionata nell'area esterna del Workshop di Ivar ed è affiancata da una mostra personale dell'artista, aperta al pubblico e visitabile fino a sabato 23 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 19, ingresso libero). Per l'opera denominata “Supposta” è la prima vera esposizione aperta a tutti.

All’inaugurazione sono intervenuti Paolo e Stefano Bertolotti che con il padre Umberto sono titolari della Ivar, il sindaco di Prevalle Damiano Giustacchini e l’artista.

A presentare il lavoro di Del Bono ci ha pensato il giornalista Emanuele Galesi: «L’artista mi diceva di non sentirsi uno scultore, ma di sentirsi ancora un artista figurativo e in effetti, guardando la mostra allestita in questo spazio, questo si percepisce: al di là delle piccole sculture ci sono dei dipinti e anche i bozzetti preparatori di questi nuovi lavori che dimostrano come la sua radice sia quella figurativa.
Anche quest'opera stessa ha qualcosa di figurativo, nel senso che cambia la nostra percezione dello spazio e di noi stessi in rapporto con quest'opera. Quando noi abbiamo di fronte qualcosa di gigantesco, di fuori scala rispetto a ciò che siamo abituati, chiaramente c'è un cambiamento nel nostro modo di percepire, appunto, lo spazio che ci circonda.
Molti hanno inteso quest’opera come forma di provocazione, ma non è solo quello: è un’opera sicuramene ironica, non è una burla, ha forti richiami anche con l’infanzia».

L’artista, nel suo intervento, ha voluto soprattutto rivolgere dei ringraziamenti, innanzitutto ai titolari della Ivar, «senza i quali non si sarebbe fatta la mostra nel bresciano», poi al Rotary Valle Sabbia e al suo presidente Renzo Bernardi che ha fatto da tramite, e poi tutti quelli che a vario titolo hanno aiutato l’artista nell’allestire la mostra.

La mostra è stata l’occasione per inaugurare lo spazio Workshop di Ivar. «Questo evento – dicono dall'azienda – rientra in un più ampio progetto voluto da Ivar: realizzare un ambiente poliedrico, The Workshop, pensato come spazio espositivo e formativo per il proprio target group, ma anche uno spazio eventi quale veicolo per entrare in più stretto contatto con il territorio, abbattendo i confini della produzione industriale attraverso la disponibilità di ospitare i cittadini in eventi, convegni e mostre».

Il linguaggio dell'arte come punto di partenza: «L'idea – continua Ivar – è stata quella di portare in azienda le opere di Severino Del Bono, alla ricerca di una contaminazione tra razionalità e sfera creativa. Una collaborazione tra due mondi apparentemente lontani, un'azienda del settore termoidraulico e un artista, ma che insieme hanno voluto dar vita a un evento innovativo e di grande impatto estetico».