Di nuovo le «bufale» sulla depurazione del Garda

Non sono passati inosservati gli interventi di Ettore Prandini, Giuseppe Pasini e Renato Mazzoncini a Futura Expo a proposito della depurazione del Garda.

«È una soddisfazione quando i nostri “prenditori” gettano la maschera e dicono pane al pane e vino al vino, ovvero, fuor di metafora, affari agli affari».

Usano il sarcasmo i referenti del Presidio 9 agosto per rispondere alle parole pronunciate da Ettore Prandini, Giuseppe Pasini e Renato Mazzoncini a Futura Expo a proposito della depurazione del Garda.

La prima bordata è per Prandini, definito «rappresentante di quell’agroindustria della monocultura del mais assetata d’acqua» che chiede di fare presto a realizzare il depuratore del Garda per scongiurare danni ambientali ed economici.

Prandini ha ritirato fuori la “bufala” della durata delle condotte sublacuali.

«Se è davvero un problema di tempi - scrivono dal Presidio - si fa prima a sostituire le condotte sublacuali e potenziare il depuratore di Peschiera. A meno che l’obiettivo della Coldiretti, sia “rubare” un po’ d’acqua, pulita o sporca che sia, al bacino del Garda per irrorare il mais bresciano».

A Pasini il Presidio rimprovera l’attacco «a chi dice sempre no», ma viene anche il dubbio che sia Pasini e sia Prandini, entrambi con imprese a Lonato, non vogliano il depuratore nel proprio Comune.
Inoltre si ha l’impressione che questi personaggi non conoscano bene di cosa stiano parlando, soprattutto del costo del progetto fuori ogni logica.

Infine il Presidio imputa a Mazzoncini l’aver criticato il referendum del 2011 che affida la gestione idrica al pubblico.

«Stendiamo un velo pietoso - conclude il Presidio - sull’esaltazione del ruolo del privato rispetto al pubblico, ultra ideologico e fuori tempo massimo, dopo decenni di disastri del neoliberismo e dei privati in Italia, dobbiamo ricordare l’Ilva di Taranto e Autostrade per il ponte Morandi?».