17 Maggio 2022, 08.09
Eco del Perlasca

L'anfiteatro di Pompei

di Giselle, Sara, Francesco, Nihad

Tra i molti progetti che il nostro istituto porta avanti, oggi vi parleremo di quello degli studenti del Liceo scientifico di Idro che, insieme al professor Fabio Dattilo, hanno deciso di promuovere la cultura parlando di diverse opere d'arte del nostro patrimonio nazionale


Questo progetto è anche oggetto di valutazione nell'ambito dell'educazione civica e si basa su un excursus artistico e storico, basato a sua volta sui programmi delle varie classi. Inoltre, guidando autonomamente la riflessione, gli studenti riescono a far emergere i loro interessi anche in questo ambito.

Il primo lavoro che vi presentiamo è quello di quattro ragazzi della classe seconda: parleremo dell’anfiteatro dell’antica città di Pompei, che, così come tutta la città, fa parte del patrimonio dell’UNESCO dal 6 dicembre 1997.

L’anfiteatro è un edificio di forma ellittica,
usato per spettacoli pubblici. In Italia ce ne sono più di 230.
Nell’antichità classica veniva usato per i combattimenti tra gladiatori e per la “venationes”, ovvero una forma di divertimento che implicava caccia e uccisione di animali selvatici.

Molto spesso si confonde l’arena con l’anfiteatro,
ma c’è differenza: l’arena è lo spazio centrale, circolare o ellittico, intorno al quale vengono costruite le gradinate; l’anfiteatro è l’insieme costituito sia dall’arena che dalle gradinate.

L'anfiteatro di Pompei è un anfiteatro di epoca romana, sepolto dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e ritrovato a seguito degli scavi archeologici dell'antica Pompei.
È uno degli edifici, nel suo genere, meglio conservato, nonché uno dei più antichi al mondo.

Costruito nel 70 a.C., per iniziativa dei magistrati Gaio Quinzio Valgo e Marco Porcio, poteva accogliere fino a 20.000 spettatori provenienti anche dalle città limitrofe.

L’edificio si trova in un’area periferica dell'antica Pompei e questa scelta fu dettata da due motivi: il primo, per facilitare il movimento di un numero così elevato di persone; il secondo, per una scelta economica, in quanto la struttura venne addossata alla cinta muraria, ormai in disuso, utilizzando un terrapieno preesistente e costruendone uno nuovo sul lato rimasto scoperto, utilizzando il terreno di risulta dello scavo: in tal modo la struttura è posta a circa sei metri di profondità ed assume una forma ellittica.
La struttura, che misura 135 metri di lunghezza e 104 metri di larghezza, è dotata di scalinate esterne a doppia rampa che danno accesso alle gradinate superiori, mentre un corridoio in discesa conduce alle gradinate inferiori.

Esternamente si presenta in due ordini: la parte inferiore è ad archi ciechi, in pietra, con pareti realizzate in opus incertum, sotto i quali, durante gli spettacoli, i mercanti vendevano le loro mercanzie, mentre l'ordine superiore presenta archi a tutto sesto.

Tra i due ordini è posto un ambulacro (corridoio). L'accesso all'anfiteatro avveniva tramite una galleria, chiamata anche crypta, che possedeva quattro ingressi: due davano direttamente sull'arena e, degli altri due, uno era probabilmente riservato esclusivamente ai magistrati, che godevano di palchi d'onore, divisi dal resto della platea da uno scomparto in muratura.

Uno di questi palchi era collegato direttamente all'arena, probabilmente utilizzato dai gladiatori durante le cerimonie di premiazione.
Prima di giungere all'arena sono posti, lungo lo stesso asse, due spoliarii, utilizzati uno per prestare i primi soccorsi ai combattenti feriti, l'altro, con arco trionfale, per l'accesso dei gladiatori.

L'arena vera e propria è in terra battuta e, contrariamente ad altri edifici dello stesso genere, non presenta un'area sotterranea. L’arena è separata dallo spazio destinato agli spettatori da un parapetto, alto circa 2 metri, affrescato con pitture di soggetto gladiatorio, andate perdute, nella cui parte superiore sono però tuttora leggibili iscrizioni con i nomi dei magistrati che fecero costruire le gradinate.

L'anfiteatro pompeiano dispone di una cavea, spartita in tre zone:

- l'ima cavea, a sua volta divisa in sei settori, riservata alle personalità di spicco della città e da dove si godeva della migliore vista;

- la media cavea, ossia la zona centrale, riservata al popolo;

- la summa cavea, gli ultimi ordini di spalti riservati alle donne.

Le ultime due zone della cavea erano entrambe divise in circa venti settori ed i sedili erano in parte in tufo ed in parte in legno. Per proteggere gli spettatori dai raggi del sole estivo o dalla pioggia, l'anfiteatro era predisposto per l'uso del velarium ossia una sorta di grosso tendone, solitamente in lino, che ricopriva tutta l'area della struttura.



Dopo l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
tutta Pompei, come anche Ercolano, è stata sepolta dalla lava, dalla cenere e dai lapilli, ma, nel 1738, per ordine di Carlo di Borbone, iniziarono i veri e propri scavi. Si iniziò a scavare in maniera non sistematica, perché il vero intento era quello di trovare oggetti preziosi, che potessero arricchire il museo di Portici. Mentre, sotto i Borboni, Pompei era diventata una sorta di "museo all’aperto".

Con il regno d’Italia la direzione degli scavi fu affidata a Giuseppe Fiorelli che fu il primo a dividere la città in “regiones”, cioè quartieri ed insulae. Inoltre, introdusse un’innovazione: versando gesso liquido nei vuoti del terreno lasciati dai corpi consunti delle vittime, si ottenevano dei calchi così che le impronte potessero essere conservate nel tempo.

La vera novità di Pompei era che, per la prima volta, venivano alla luce non solo oggetti d’arte, ma le intere strutture ed infrastrutture "viventi" di un’intera città con il suo mondo quotidiano che dimostrava quanto fosse avanzata, libera e piena di gioia di vivere quella società.
Il sito archeologico di Pompei non è soltanto un luogo da visitare, ma è stato scelto per molti eventi, tra cui un famosissimo concerto dei Pink Floyd.

Dal 4 al 7 ottobre del 1971 i Pink Floyd entrarono nel sito degli Scavi archeologici di Pompei per registrare un film-concerto a porte chiuse, dal titolo “Pink Floyd: Live at Pompei”, che, a ben 50 anni di distanza, rappresenta ancora oggi una pietra miliare del rock.
Quattro giorni ricchi di storia, in cui la celebre città in provincia di Napoli divenne un palco a cielo aperto ai piedi del Vesuvio. L’arte che incontrava l’arte, laddove la musica si univa alle bellezze che solo Pompei e i suoi scavi sanno regalare.



Per informarci maggiormente su questo argomento abbiamo consultato i seguenti siti:
    • http://pompeiisites.org/sito_archeologico/anfiteatro/
    • https://it.wikipedia.org/wiki/Anfiteatro_romano_di_Pompei#Storia
    • https://www.diverteatro.it/teatro-anfiteatro-e-arena/
    • http://www.hetor.it/site/anfiteatro-di-pompei/
    • Sky TG24

Giselle Passannante Grimaldi, Sara Bonomi, Francesco Borra e Nihad Natiq 2ª A Liceo scientifico




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