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venerdì, 14 marzo 2014 Aggiornato alle 07:19Eridio

Macrofite, al via la sperimentazione

di Ubaldo Vallini
In collaborazione con l'Università di Parma, al via sulle sponde dell'Eridio una sperimentazione che mira rendere il lago più fruibile col minimo impatto ambientale

E’ meglio lo sfalcio meccanico, la rimozione manuale da parte dei sub o l’impiego di materiali ombreggianti?
Non manca molto alla bella stagione e il lago d’Idro si vuole attrezzare per essere al meglio della sua condizione, se non subito almeno in prospettiva.

Disturba in particolare la presenza di numerosi esemplari di “Lagarosiphon major” ed “Elodea nuttallii”, alghe macrofite che nell’acqua ricca di sostanze nutrienti come è quella dell’Eridio sono diventate particolarmente invadenti.

Per contenerne la proliferazione, in collaborazione con l’università di Parma che da qualche tempo sta studiando cosa sta accadendo al lago valsabbino, è stato approntato un progetto pilota.
Accanto all’utilizzo del battello spazzino attrezzato per lo sfalcio ed il recupero delle alghe, attività di forte impatto ambientale già ampiamente utilizzata negli anni scorsi, insomma, verranno adottate altre strategie di intervento.

Due in sostanza:
la rimozione manuale da parte dei sub del locale sodalizio “Eridio Sub” e l’ombreggiatura mediante materiali biodegradabili. Attività che verranno messe in pratica fra i due campeggi di Vantone e nei pressi del pontile di Crone in territorio di Idro; nei pressi dell’unico campeggio in quel di Anfo.

Per ogni sito verranno perimetrate tre piccole aree: una di controllo, una dove lavoreranno i sub e una dove verranno posizionati i teli.
Bagolino si occuperà dello smaltimento delle macrofite eradicate, mentre i costi dovrebbero essere a carico della Provincia, da far rientrare nella convenzione già in atto coi comuni rivieraschi.

Per ciascun metodo, compreso quello che utilizza il battello spazzino, verrà poi effettuato un bilancio per valutare i costi in base all’efficacia e la possibilità di applicarli su scala più ampia.

 

 

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