«Assicurare salvaguardia del fiume Chiese»

"Bisogna assicurare la salvaguardia del fiume Chiese e con esso la salute dei cittadini che abitano lungo le sue sponde. In relazione a quanto sostenuto dai rappresentanti istituzionali dei territori e anche dai comitati coinvolti e che descrive oggettivamente lo stato di sofferenza del fiume Chiese non può passare in secondo piano la sentenza del TAR di Brescia del 22 Maggio che esprime la necessità da parte degli enti coinvolti di avere tutti i documenti necessari per valutare gli impatti sulla salute pubblica derivanti dal progetto del nuovo mega collettore del Garda che andrebbe ad insistere proprio sul fiume Chiese".

È quanto si legge in un'interrogazione rivolta al ministro per la Transizione ecologica da Maria Teresa Baldini e Cosimo Maria Ferri deputati di Italia Viva, che scrivono in premessa: "Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, sezione di Brescia, con una sentenza del 22 maggio 2022, ha accolto il ricorso del Comune di Montichiari ed ha accertato non solo il diritto di accesso ai documenti richiesti" constata la volontà del "Comune di opporsi in sede giurisdizionale alla soluzione Gavardo-Montichiari temendo la sommatoria tra le criticità ambientali già presenti sul proprio territorio e l'impatto dei reflui provenienti dalla zona del lago di Garda sul fiume Chiese".

Poi aggiungono: "È molto grave che per sette mesi sia stato negato ai cittadini e ai loro rappresentanti di avere accesso a documenti prodotti da enti pubblici e necessari a valutare gli impatti sulla salute pubblica di un'opera così discussa. Alla luce dei numerosi ricorsi al TAR presentati dagli stessi enti che hanno vinto questo primo passaggio forse non è ancora tardi per rivedere l'opera che rischia di subire stop importanti e non più accettabili. Puntare su soluzioni più condivise dalle istituzioni e dai territori come la soluzione di Esenta di Lonato per esempio, potrebbe essere una ragionevole via di uscita", concludono.