24 Luglio 2021, 08.32
Gavardo Garda Provincia
Depuratore del Garda

Comitati, appello alla politica bresciana

di Redazione

Anche il variegato mondo ambientalista a difesa del fiume Chiese non nasconde la delusione ma non starà con le mani in mano


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Il Comitato Gaia di Gavardo fa appello alla politica bresciana, «che aveva chiesto in modo univoco il rispetto della mozione Sarnico, affinchè vada a Roma per spiegare quali sono le ragioni dei territori - sostiene Filippo Grumi -: a questo punto la risposta non può che essere politica e istituzionale».

Chiede «unità e chiarezza» il presidente della Federazione del Tavolo del Chiese, Gianluca Bordiga, «perché il fiume va tutelato nella sua interezza, non solo a tratti». Quanto al prefetto, «dire che ha fatto 43 audizioni è soltanto una vetrina per salvare le apparenze: dice che ha sentito tutto il territorio, ma in realtà non ha ascoltato nessuno».

Secondo le Mamme del Chiese,
quella del prefetto è «una decisione frettolosa, che non rispetta i canoni di equità e giustizia che fanno parte di un Paese democratico, bensì di evidenti interessi di parte. Questa scelta pesa come un macigno sulle nostre teste, ma non ci arrenderemo e percorreremo tutte le strade possibili per far valere le nostre ragioni».

«Il "servitore dello Stato", come si è definito il prefetto, ha deciso che i cittadini non hanno voce - sostiene Mariano Mazzacani del Comitato Referendario Acqua Pubblica -. Diversamente, avrebbe azzerato gli studi precedenti e avrebbe dato il via ad un serio studio, senza pregiudiziali, per ottenere il miglior progetto possibile per il Garda. Ma da un prefetto che dichiara che le discariche ci devono stare e gli inceneritori sono uno strumento nobile, non ci si poteva aspettare di più».

Secondo Mazzacani, «l'elenco delle responsabilità di questa dissennata decisione va però spartita su tutta la filiera decisionale: le Regioni Lombardia e Veneto, Ato, Acque Bresciane e la Provincia, che aveva prodotto la "foglia di fico" della mozione Sarnico. Oggi il re è nudo, e i giochi sono fatti».



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