Felice Antonio Filippini fu un uomo tormentato e un artista di grande talento inserito a pieno titolo nelle correnti espressive nazionali del suo tempo. Diplomato e insegnante all’Accademia di Belle arti di Brera a Milano, visse a lungo nel capoluogo lombardo e ritornò a Gavardo soltanto durante la seconda guerra mondiale dopo aver viaggiato anche in Francia e Spagna.
Morì a Brescia, divorato dalla tubercolosi.
La personalità del pittore gavardese è complessa.
Dentro la sua pittura c’è la costante tensione verso la perfezione che lo tormenta senza tregua. Le sue nature morte, i suoi paesaggi, i suoi ritratti contengono il sentimento di un uomo, di un gavardese che aveva fatto dell’arte la sua ragione di vita. Oggi Gavardo – a distanza di un secolo dalla nascita – vuole ricordare questo suo figlio poco conosciuto ai più la cui traccia è rimasta tuttavia indelebilmente impressa nella memoria del nostro paese.
La mostra, accompagnata da una monografia, sarà realizzata con il coordinamento scientifico di Maria Paola Pasini.
Il coordinamento generale del comitato è affidato a Gaspare Pasini. Ad occuparsi della segreteria Stefania Signori.
. in fotografia: Autoritratto