29 Dicembre 2020, 06.37
Eco del Perlasca

Quando lo Stato si fa innovatore?

di Tommaso Franzoni

Lo Stato è sempre più considerato in maniera sospettosa, per il fatto che l’opinione pubblica oscura ciò che in esso ci potrebbe essere di buono, soprattutto dal punto di vista economico


La figura dello Stato negli ultimi anni è stata messa in discussione più volte.
I sostenitori del liberismo economico vedono le istituzioni di un paese come un individuo invadente e incompetente, utile solo a sostenere le società in un momento di crisi generale.
In sostanza un Governo deve fare semplicemente da arbitro, tutelando le libertà individuali e garantendo un libero mercato, così da rispecchiare le tesi degli esponenti della scuola classica, come Adam Smith.

L’economista inglese pensava che l’egoismo di un uomo favorisse a sua volta l’interesse di un altro soggetto, quindi i privati sono più efficienti nel commercio rispetto ai rappresentanti di una Nazione, che pertanto devono essere limitati per garantire all’imprenditore libero arbitrio.
Ma quanto c’è di vero in tutto ciò?

Per rispondere a questa domanda, è importante riconoscere che lo Stato è il primo fenomeno causa di importanti innovazioni capaci di migliorare la qualità della vita dell’uomo.

Considerare la Repubblica simile ad un partner economico per risolvere qualche crisi è gravemente controproducente, in quanto agirebbe come forza di progresso nei territori in cui un lavoratore autonomo non prende rischi.
I territori in questione riguardano, per esempio, le nuove tecnologie.
Di fatto la maggior parte delle imprese preferisce finanziare piccole innovazioni a basso rischio e aspettare che qualcun altro trovi una soluzione.

Lo Stato è in grado di dare un’opportunità, in quanto può avere la possibilità economica di favorire la novità; ma, d’altro canto, mettere a disposizione sgravi fiscali alle attività innovative non risulta particolarmente efficace, perché non elimina il rischio.
Un’azienda è più attratta da una Nazione che può garantire nuove opportunità tecnologiche grazie allo sviluppo di un’elevata ricerca di base e ad un’ottima istruzione.

Un esempio è Pfizer, società che produceva sandwich a Kent e successivamente spostatasi a Boston, dove ha scoperto il vaccino per contrastare il virus Covid-19.
La Pfizer ha giovato dell’ottimo sistema di ricerca sanitaria statunitense, il NIH (Istituto Nazionale di Sanità) che ogni anno stanzia 30 miliardi per finanziare attività che ricercano innovazioni, disegnando per loro un piano ben studiato.
L’importanza delle innovazioni sanitarie americane è dovuta ai versamenti di denaro che il NIH, dal 1936 al 2011, ha devoluto a favore di centri di ricerca a lui affiliati, per un ammontare complessivo di 792 miliardi di $.

Un aspetto importante da sottolineare è quindi l'importanza di finanziare e progettare una giusta spesa per R&S (ricerca e sviluppo), poichè stanziare soldi pubblici è fondamentale per la sopravvivenza di un’economia, tanto è vero che gli Stati europei più colpiti dalla crisi del 2008 sono quelli che hanno una percentuale di spese per R&S più bassa.
Il debito pubblico è sicuramente importante, ma non può e non deve bloccare gli investimenti statali “intelligenti”, poiché i paesi più colpiti dalla crisi sono caratterizzati da errori di spesa economica e da un immobilismo delle istituzioni nell’innovazione; al contrario degli Stati che hanno progettato un piano mirato, come la Germania.

Il denaro speso in modo corretto porta guadagni, basti pensare che l’88% delle innovazioni più importanti degli Stati Uniti, tra il 1971 ed il 2006, non sarebbero state possibili senza il supporto federale.
Anche le aziende informatiche più importanti non sarebbero dove sono oggi senza un supporto pubblico.

Il Darpa (ovvero un istituto di promozione della ricerca in ambito militare) è stato creato nel dopoguerra negli U.S.A. per garantire la superiorità in diversi settori, non limitandosi a erogare fondi, ma anche a partecipare direttamente alla ricerca di base grazie all’ufficio di formazione per le tecniche di elaborazione e informazione, creato nel 1962.
Tutt’oggi, il compito del Darpa consiste nel collegare e coordinare idee e tecnologie diverse in centri di R&S.

Analizzando la società informatica per eccellenza, la Apple, notiamo che dopo l’uscita dell’Iphone e dell’Ipod i guadagni dell’azienda sono aumentati del 460%, ma visionando le spese dell’attività possiamo accorgerci che i fondi stanziati per R&S dal 1999 al 2011 sono rimasti invariati o sono diminuiti.
Questi dati dimostrano come Apple, da sempre, sfrutti al massimo le tecnologie informatiche sviluppate dal governo.
Inoltre, è lecito affermare che ha ricevuto enormi crediti dallo Stato prima del suo “boom”, come ad esempio i 500mila $ ricevuti nel 1980.
Oltre a ciò, tutte le grandi innovazioni sfruttate da Apple derivano da istituti statali.

Di fatto il Darpa ha portato le più importanti tecnologie, come il silicio per i processori, il GPS o Siri, start-up lanciata nel 2007 grazie allo SRI (Stanford Research Institute) e comprata nel 2010 dalla “Mela”.

Caso a parte per il touch screen, scoperto nel Regno Unito dal RRE (Istituto Reale per i Radar).

Gli States si sono battuti per difendere le proprie aziende innovative nel mondo, supportandole e mettendole in condizione di essere vantaggiose sul mercato; ma, nonostante ciò, molte di queste sono irriconoscenti verso chi le ha lanciate.
Per esempio, evadere le tasse, come ha fatto Apple negli USA per un valore totale di 28 miliardi, oltre che essere immorale è dannoso, in quanto lo Stato ha bisogno di crediti per ricavare nuove tecnologie.

Le aziende della “new economy”, come Apple, offrono poche stabilità lavorative, tanto è vero che cercano la condizione migliore tra salari bassi e alta competenza.
La società fondata da Steve Jobs dichiara di aver creato 300mila posti di lavoro negli Stati Uniti, ma di fatto i salariati sono circa 47mila, di cui 27mila lavorano negli Apple store.
Inoltre i 9 manager nel 2012 hanno guadagnato in tutto 411,5 milioni di $, l’equivalente dello stipendio del 62% dei commessi di Apple.

In Italia non esistono grandi aziende innovative simili alla Apple, anche se il problema dell’evasione fiscale è il medesimo.
Risolvere questo problema, la cui stima è di 130 miliardi ogni anno, porterebbe ad una disponibilità economica che garantirebbe più crediti da investire in spese “intelligenti”.

Per migliorare l’efficacia della nostra economia è necessario, oltre che aumentare la spesa per l’istruzione, creare fondi di investimento statale, accompagnati da istituti che diano una garanzia di spesa “intelligente”, così da ottenere guadagni utili.
I soldi del Recovery Fund stanno per essere stanziati dalla Ue e la nostra Nazione ha il dovere di cogliere la grande opportunità che abbiamo per rendere la nostra economia più innovativa.
Spendere i fondi in modo errato non solo porterà ad un aumento esponenziale del debito, ma anche ad una sfiducia da parte dei “falchi” (Olanda, Svezia, Danimarca, ecc.) e della Germania.

Lo Stato attivo nell’economia serve a garantire uno sviluppo economico più solido.
Tuttavia è fondamentale assicurarsi che non siano condivisi solo i rischi, ma altresì una parte dei ricavi, al fine di generare un'economia forte e un’esistenza dignitosa a chiunque.

Tommaso Franzoni  





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