Il pendolino David
Oggi retrocediamo ulteriormente - non di categoria, s’intende - abbandonando la mediana per addentrarci nel luogo di lotta per eccellenza: la difesa
Lì dove “in principio furono terzini”, proprio perché appartenenti alla terza delle tre linee di gioco (difesa, centrocampo e attacco), ed atti - all’epoca - solo a marcare gli attaccanti avversari.
Sarà qualche decennio più tardi che verranno distinti tra difensori centrali e di fascia, col nome terzini che designerà i secondi. È appunto la fascia è il luogo dove oggi ci affacciamo, per la precisione quella destra.
Lì David Balleri, di professione fluidificante tutto corsa e sacrificio, operava da polmone della squadra, mastino marcatore del dirimpettaio avversario e produttore inesauribile di assist per le punte; il tutto unito ad una serie incalcolabile di discese e rientri.
Balleri, la cui longeva carriera ha conosciuto molta gloria nella massima Serie, lo si ricorda in ogni piazza in cui ha giocato, soprattutto per l’instancabile propensione al sacrificio e per le scorribande sulla fascia rimaste nel cuore dei tifosi in quel di Padova, Cosenza, Livorno e Genova (sponda doriana).
Un ruolo, il suo, difficilissimo e quasi sempre lontano dalla ribalta dei riflettori, che ritroviamo anche oggi nel calcio moderno, senza che sia cambiato di una virgola: corsa, sacrificio, tecnica, cross, inserimenti, doti difensive e assistenza ai compagni nel mezzo se necessario.
Livornese doc, è proprio coi colori amaranto che concluse la sua avventura in A, a quarant’anni. Oggi, dopo una lunga trafila tra le panchine delle giovanili labroniche, siede sulla panchina della prima squadra, nelle vesti di vice.
Aspettando - perché no? - il momento per poter continuare a correre lungo la linea di fondo, stavolta però non per sfornare assist, ma per incitare e dare indicazioni ai suoi calciatori.


