Com'è conciato quel ponte?

Come previsto, senza causare particolari disagi alla circolazione che è stata regolata a senso unico alternato, con una speciale piattaforma, la Provincia di Brescia ha provveduto a far esaminare per bene la struttura del ponte, quello del 1906 che unisce le due sponde del Caffaro e anche le due provincie di Brescia e di Trento.

I lavori fra le 8 del mattino e le 13.
Sul posto, col capocantoniere Bruno Arrighini e i suoi uomini, c’erano a rappresentare la Provincia di Brescia, proprietaria della struttura, anche Enrica Savoldi e Andrea Ratti, come a dire i vertici tecnico e politico/amministrativo di chi per l’ente si occupa di strade.

Troppo presto per sapere com’è andata e ci vorrà una settimana per la relazione tecnica, anche se sembra che sulla solidità del ponte non ci siano novità di rilievo rispetto a quanto verificato qualche mese fa.
Tant’è vero che il ponte stato riaperto e le limitazioni sono rimaste tali: peso massimo consentito 40 tonnellate, velocità massima 30 km/h.

«Certo questo ponte va sistemato e nel farlo bisognerà allargarlo, in modo che possa poi essere utilizzato agevolmente anche dai mezzi pesanti per realizzare insieme all’altro ponte la circolazione rotatoria prevista dal progetto fermo al palo ormai da troppo tempo» ha affermato il Consigliere provinciale Andrea Ratti.
E quando lo sistemerete la Provincia di Trento farà sistemare un terzo ponte, provvisorio, per poter comunque gestire il traffico.

«Non so se quella è una buona idea: montare e poi smontare un ponte bailey costa comunque parecchio e sappiamo bene che da noi le cose provvisorie... Meglio sarebbe, durante i lavori, utilizzare il ponte nuovo – aggiunge Ratti -. Sarà difficile gestire la circolazione? Vorrà dire che faremo i lavori più alla svelta».

Non c’è unità d’intenti, insomma.
Per non dire del Comune di Bagolino, proprietario del ponte nuovo, che non vuol saperne di riaprirlo (e nemmeno di pagarlo) se prima chi l’ha fatto non apporta alcune modifiche ritenute necessarie.

Forse è il caso davvero di fare come ieri suggeriva anche il consigliere trentino Alex Marini: «Bisognerà nominare un commissario, altrimenti qui non ce ne veniamo fuori».