La Telemedicina
Un svolta nella gestione territoriale dei bisogni sanitari passa dal potenziamento della presenza di tecnologie avanzate, capaci d’implementare l’assistenza medica a distanza, e quindi utili, in molti casi, a rendere “non necessario” il trasferimento in un Presidio ospedaliero, riconoscendo la parte attiva che deve essere svolta dai MMG (medici di medicina generale), dagli infermieri di comunità, e dalle altre figure coinvolte a livello territoriale.
Sono maturi i tempi per la creazione di un sistema di Telemedicina che, senza eliminare i fondamentali momenti di interazione in presenza, consenta il monitoraggio a distanza dello stato di salute di persone portatrici di specifiche patologie, producendo benefici per i pazienti stessi e positive ricadute (in termini di sostenibilità economica e organizzativa) per strutture e presidi ospedalieri. Da non trascurare sono gli effetti positivi che questo approccio potrà avere anche sul lavoro dei professionisti sanitari messi nelle condizioni di scambiarsi, in tempo reale, informazioni, pareri, diagnosi, proposte.
Le recenti Linee guida “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in Telemedicina” del Ministero della Salute stabiliscono standard e processi affinché le prestazioni sanitarie in Telemedicina possano essere ufficialmente riconosciute come prestazioni sanitarie a tutti gli effetti, mantenendo la discrezionalità del medico sul loro impiego.
La sfida delle Telemedicina riguarda anche l’introduzione in ambito domestico di dispositivi per l’automonitoraggio dei parametri vitali e delle cure farmacologiche da parte dei pazienti. Questo richiede lo sviluppo, nei pazienti stessi, nei loro familiari e in coloro che li assistono (caregivers), di adeguate competenze che consentano di rilevare e trasmettere dati o disporre di tecnologie.
A sostegno della Telemedicina si stanno mobilitando importanti investimenti pubblici e privati che mettono al centro il territorio e la casa come spazi di cura, con attenzione a tutte le figure in essi coinvolte.
Con la pandemia da Covid-19, gli investimenti nella Telemedicina hanno conosciuto un ulteriore incremento che trova un concreto incentivo nelle positive sperimentazioni pubbliche e private avviate negli scorsi anni e che hanno favorito Televisite, Teleconsulti tra medico e paziente, Telerefertazioni e Telecontrollo parametri.
Una quota rilevante dei 9 miliardi di euro che il Recovery plan italiano prevede di destinare al settore sanitario sarà proprio orientato a stimolare la nascita di un adeguato sistema di Telemedicina nel quale vengano svolti nuovi percorsi diagnostici e terapeutici nel rispetto di standard di qualità, e in integrazione con le indifferibili prestazioni in presenza.