Il Festival del circo di Montecarlo alla quarantesima edizione
Anche quest'anno sto preparando le valigie per la trasferta nel Principato di Monaco.
Niente bella vita o casinò (rassicuriamo la moglie) ma sarò a Montecarlo per seguire il quarantesimo Festival Internazionale del Circo.
Edizione imperdibile dato che parteciperanno i maggiori artisti che hanno vinto le scorse edizioni.
Per chi ama l'arte circense Montecarlo è come Pompei per chi ama l'archeologia; i migliori artisti provenienti da tutto il mondo partecipano a quest'iniziativa che attribuisce il Clown d'Oro, massimo riconoscimento nel settore circense.
Anche quest'anno non potevo mancare e vi racconterò in anteprima tutto quello che succederà sotto il tendone allestito in riva al mare.
Lo show andrà in onda sulle reti Rai la sera di capodanno del prossimo anno.
Il festival inizia giovedì 15 gennaio e si concluderà domenica 24 gennaio.
Un viaggio lungo per arrivarci, attraversando tutta la Liguria fino ad arrivare in Costa Azzurra per poter seguire ed assaporare uno spettacolo davvero unico al mondo.
In una città a sé, dove sono il lusso sfrenato e le vetrine scintillanti a fare da padrone, contrasta ed affascina vedere un tendone, le carovane degli artisti, gli animali e migliaia di persone che ogni giorno arrivano per poter lasciarsi sedurre dalla straordinaria magia che solo il Circo di questo livello sa regalare.
Spariscono le differenze di età perché il brivido che si prova quando un trapezista tenta un triplo salto mortale non fa differenza di alcun tipo.
Gli occhi sbarrati del pubblico ed un silenzio innaturale che si impadronisce del tendone fermano questo momento per sempre nella memoria di tutte quelle persone con lo sguardo all'insù.
Impossibile non emozionarsi durante l'applauso quasi liberatorio che si sprigiona quando le mani bianche di borotalco afferrano le mani del trapezista in volo.
Dietro a quel gesto veloce, rapido e preciso ci sta tutta la vita e la passione di ha deciso di dedicare tutto se stesso a questa professione, di chi non si risparmia in allenamenti a volte estenuanti, di chi tutta la vita la passerà per afferrare al momento giusto le mani del compagno che volteggia nell'aria.
E forse questo gesto non è poi così diverso da quello che anche tantissime persone “normali” cercano di fare durante la vita.
Si parte. Ci sentiamo tra cinque giorni.