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giovedì, 18 gennaio 2007 Aggiornato alle 00:00Casto

Profanato il crocefisso degli alpini

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Oltraggiato il crocefisso degli alpini di Casto che non nascondo rabbia e disappunto.
Oltraggiato il crocefisso degli alpini di Casto che non nascondo rabbia e disappunto. Tutto ha inizio una decina d’anni fa, quando gli alpini del Gruppo di Casto, affiliati alla Monte Suello di Salò, ricevono in dono «con ammirazione - recita la dedica - per le opere da essi realizzate» uno splendido crocefisso in legno con un Cristo finemente lavorato.

«Questo - spiega il giovane capogruppo Roberto Rossetti, in carica a Casto dal gennaio 2006 - viene posizionato lungo il percorso che, partendo dalla strada per Alone, attraversa il Pizzotto (suggestiva gola percorsa dall’omonimo torrentello, il Pisòt) per raggiungere località Regazzina, dove da 13 anni esiste il Rifugio alpino Paradiso, realizzato dagli alpini stessi e dagli amici del Gruppo con tante ore di fatica volontaria.

Il crocefisso diventa subito un simbolo forte per le penne nere, messo lì, all’imbocco del Pisòt, sia ad accogliere i primi passi dei visitatori diretti in «Paradiso», che a proteggere il rifugio.

Ma, nell’arco di tempo che va dal pomeriggio di giovedì 11 al mattino di sabato 13 gennaio, ecco compiersi il misfatto, quello che per gli alpini è un vero e proprio furto sacrilego, un’offesa che dovrà essere prima o poi lavata… naturalmente senza ricorrere al sangue: «Ci siamo ritrovati il crocefisso tagliato e buttato a terra, e quel che più ci stupisce, è stato rubato il Cristo».

Un atto vandalico? O cos’altro? «Abbiamo perlustrato in lungo ed in largo la zona ed il canale, nella speranza che i presunti vandali avessero buttato il Cristo da qualche parte. Ma nulla è stato trovato, e questo ci ha convinto che si è trattato di un vero e proprio furto su commissione che puntava all’intero crocifisso».

m.pas.
Da Bresciaoggi

 

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