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sabato, 22 marzo 2025 Aggiornato alle 07:07Brescia Fabbica Poesia

Il vincitore è Alessandro Rampini

di Redazione

Grande partecipazione venerdì sera alla cerimonia di premiazione dell'edizione 2025 di Brescia Fabbrica Poesia - Concorso Internazionale Città di Salò

 

 

Alessandro Rampini di Poncarale è il vincitore della seconda edizione di Brescia Fabbrica Poesia.

 È questo il verdetto della giuria del concorso letterario promosso dai quattro giornali online di Rete Bresciana (BsNews, CalcioBresciano, GardaPost e ValleSabbiaNews) affiancati da La Cassa Rurale - Adamello Giudicarie Valsabbia e Paganella, che ha creduto fin dalla prima edizione a questa iniziativa, concedendo un contributo non solo economico ma anche di cuore, e da altri partner come il Comune di Salò, Educare Futuro e Brescia si legge.

 

La cerimonia di premiazione si è svolta ieri, 21 marzo, Giornata Mondiale della Poesia, nella Sala dei Provveditori del municipio di Salò, gremita in ogni ordine di posti. 

A condurre la serata, aperta dal saluto del sindaco di Salò Francesco Cagnini, è stata la giornalista Lucia Orto.

 

Il vincitore assoluto

È stata serata-evento nel corso della quale si è inteso riconoscere il merito di chi nel territorio bresciano si cimenta con la poesia, linguaggio primordiale e modernissimo, genere letterario bistrattato ma capace di offrire conforto, ispirazione e speranza. 

 

La premiazione si è conclusa, secondo rito, con la lettura delle poesie vincitrici (pubblichiamo le tre del vincitore in fondo a questo articolo) e con un applauso corale al vincitore assoluto del concorso, Alessandro Rampini, 30enne, docente di italiano in un istituto superiore, che si è aggiudicato un assegno da 1.000 euro, montepremi record per un concorso dedicato a questo genere letterario. 

 

Il verdetto è stato pronunciato a larga maggioranza. 

Le opere di Rampini hanno messo d’accordo la giuria, che ha così motivato la scelta del vincitore: «Per la modernità e per la profondità delle sue composizioni, che spingono con delicatezza il lettore a ragionare sull’intimo dell’essere umano partendo dal contesto sociale e territoriale in cui agisce».

 

I vincitori delle sezioni speciali

 

Nel corso della serata sono inoltre stati annunciati e premiati i nove autori che si sono meritati i premi delle otto sezioni speciali. 

C’è dunque un ex equo. È stato attribuito a due studenti, vista la qualità delle opere presentate, a testimonianza del fatto che la poesia è viva anche nell’era dei social e che i giovani ancora praticano questo genere.

 

Questi i premi delle sezioni speciali:


- Migliore poesia in linea con i valori solidali di Cassa Rurale: Mariastefania Facchinetti


- Migliore poesia bresciana d’attualità (sezione di BsNews.it): Francesco Friggi


- Migliore poesia dalla Valsabbia (sezione di ValleSabbiaNews.it): Elena Scarpello


- Migliore poesia dal lago di Garda (sezione di GardaPost.it): Elena Galloni


- Migliore poesia in linea con i valori dello sport (sezione di CalcioBresciano.it): Valeria Ghitti


- Poesia Comune di Salò (sezione dell’amministrazione comunale): Coletta Cremonesi


- Migliore poesia degli studenti: ex equo Giulia Gozzi e Nicholas Castegnini


- Migliore poesia in linea con i valori di Brescia si legge: Simonetta Lucchi 


Le poesie premiate sono state lette dal maestro salodiano Roberto Maggi.

Di seguito pubblichiamo le opere composte dal vincitore di questa edizione, Alessandro Rampini.


L’odore della bomba A Piazza Loggia a Brescia

C’è il cielo sereno, ma non lì:

il pilastro continua a dissanguarsi,

è ancora ferito, pieno di fori;

l’odore della bomba

non si allevia col profumo dei fiori.
 

In quel punto diluvia sempre

pure senza pozzanghere o impermeabili.

Diluvia tutt’attorno

su questa piazza rinascimentale

anche senza la manifestazione antifascista:

è una pioggia che annera i pensieri.


«Ricorda»

mi dicono.

«Ricorda» scandisce l’orologio

per dieci volte.

«Ricorda» mi intimano

a perenne necrologio

gli otto nomi sulla lapide.

«Ricorda» mi sussurrano

le ruvide fontane,

San Giuseppe con le campane,

i vicoli e i pinnacoli,

il tetto ceruleo della Loggia,

la nuda roccia di Torre Bruciata.


Non importa se sia il 28 maggio,

l’ordigno esplode continuamente;

senza fare morti

continua a seminare dolori:

l’odore della bomba

non si allevia col profumo dei fiori.


 

Istruzioni per il mio funerale A punta Sasso sul lago di Garda


Evita melodie tristi, per favore,

accompagna con un po’ di musica leggera

la mia uscita di scena.


Non voglio fiori, non uccidetene ancora.

Lasciami insepolto nell’ora del tramonto,

permettimi di dormire senza bara

nudo nella nuda terra.

Non ho nessuna timidezza

nell’essere cullato dalla brezza,

non c’è un Dio da cui nascondermi,

non possiedo un’anima da offrirgli:

mi farà da sepolcro il cielo pieno 

di nuvole a strapiombo sul Garda,

un feretro d’erba a Manerba.


Per lapide non voglio pietra cruda,

pianta vicino a me un salice

che faccia compagnia e ombreggi

la mia salma.


Infine, quando con calma

avrò fatto il giro di boa,

come epitaffio recita

quella poesia di Pessoa

che dice che la morte

è una curva della strada.


Sono solo un bimbo

che si è nascosto dietro una tenda

e a cui avanzano fuori i piedi.

Esisterò e cambierò solo forma:

mi troverai in un dettaglio del mondo,

se sai dove cercarmi.


 
Respirare Dal ghiacciaio dell’Adamello


Un tempio crolla se troppo vicine

ha le sue colonne,

così un liuto non suona

se le corde non si trovano

ad una certa lontananza.

Per questo cammino sui monti

per trovare la distanza

che mi dia l’equilibrio, l’accordo

che mi renda leggera l’esistenza.


Devo andare ad affogare

lo sguardo dalla cima 

delle montagne, toccare

i ghiacciai che stanno morendo

e da lì puntare con gli occhi

mete lontane, indistinguibili.

Devo sporgermi verso i limiti,

allungarmi da rocce lanciate

verso l’alto e lasciare che lo sguardo

nuoti senza meta

fino allo stremo.

Bracciata dopo bracciata

fino al punto più estremo,

spingersi, se si può,

oltre gli orizzonti

dove non si distinguono i contorni

e l’immagine diventa astigmatica.

E’ un fiume trafficato

o una strada che scorre

quella linea laggiù?


Colmare, o almeno

tentare di colmare,

la sete che mi separa

da ciò che non so:

ho bisogno di soffocare per respirare.


 


 


 


 


 


 

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