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martedì, 23 ottobre 2007 Aggiornato alle 00:00Morte sulla strada 2

Il ricordo dei compagni di Paolo

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Paolo Seminario frequentava la quinta C meccanica all'Itis di Vobarno. Ieri mattina sul suo banco c'erano dei fiori, segno inequivocabile che qualcosa si è spezzato, altrimenti sembrava che fosse solo in ritardo. Mercoledì alle 15 i funerali.
Il cappellino verde, la moto cross da comprare, la gita da mettere in piedi. Frammenti di una vita nella quale ci imbattiamo quasi per caso, dopo lo schianto di sabato notte. L’andatura ciondolante, la passione per la pesca, il dopo scuola ad aiutare il padre.
Quando entriamo nella classe di Paolo Seminario, la quinta C meccanica, terza aula a sinistra al piano terra dell’Itis di Vobarno, i suoi compagni ci regalano pezzi della sua vita. Una parola è capace di accendere un ricordo, un’altra di illuminare un istante del passato. «Come quando Paolino arrivava in ritardo, perché aveva perso il pullman. I profe non si arrabbiavano, a lui bastava un sorriso per farsi perdonare».

Se non fosse che sul suo banco ci sono dei fiori, non un regalo, ma il segno inequivocabile che qualcosa si è spezzato, si potrebbe pensare che anche ieri mattina Paolino fosse solo in ritardo.
«Sembra un sogno - dice uno - non c’è più, ma ancora non me ne rendo conto». La telefonata di Matteo, uno dei compagni di classe del diciottenne di Castrezzone, arriva in redazione a metà mattina.

«Vogliamo dire alle gente che Paolino era un bravo ragazzo, che non c’entra niente con la droga, non era uno sbandato. Siamo stati in classe con lui per cinque anni, ma anche fuori dalla scuola ci si vedeva e nessuno, meglio di noi, può sapere chi era davvero Paolino».
Il ristorante da prenotare per la cena con i compagni, il pulmino da affittare per stare tutti insieme. «Paolino era pieno di idee e di voglia di fare - aggiunge un altro amico - dopo la maturità volevamo andare in Inghilterra e invece ...».

La notizia dell’incidente arriva via telefono, domenica mattina, si diffonde, si rincorre e ieri, lunedì, giornata di sciopero, gli studenti arrivano lo stesso a scuola, per guardarsi e capire se davvero è tutto vero. C’è chi lascia un biglietto, chi un fiore, chi guarda e non dice niente, poi l’istituto si svuota.
«Abbiamo pensato che al suo posto, in classe, metteremo una pianta e dopo gli esami la porteremo fuori, in un campo, all’aperto. È il nostro modo per ricordare Paolino».

La campanella suona a vuoto. «Sabato dovevamo uscire tutti insieme, eravamo già d’accordo. Poi mi è arrivato un messaggio. Paolino all’ultimo si è tirato indietro, non mi ha scritto perché, solo che non poteva - racconta l’amico - ci mancherà moltissimo».
A casa, a Castrezzone, c’è tutta la sua famiglia. Il fratello Andrea, 20 anni, ci regala la foto di Paolo, quella che porta sempre con sè, nel portafoglio. Non aggiunge altro. Domani i funerali alle 15 nella chiesa parrocchiale di Muscoline.

Cecilia Bertolazzi dal Giornale di Brescia

 

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