Indagine al Polivalente
Un bullismo che a Idro non raggiunge gli eccessi, ma c’è. «I tipi di prepotenze più comuni - ha concluso la ricerca - sono la presa in giro, le offese e gli insulti, gli scherzi pesanti e l’esclusione dal gruppo. Minimi sono invece gli episodi di piccoli furti, di furti "importanti" (tale è considerata la sottrazione del cellulare), di minacce e aggressioni fisiche. Sotto il 2%, ma presenti, gli episodi di estorsione in denaro».
Motivi religiosi o etnici per far spazio a razzismo ed intolleranza verbale ci sono, pur con percentuali nell’ordine dei decimi di punto. Ma quali le reazioni dei compagni agli episodi di bullismo?
C’è chi fa finta di niente (il 32,5%), chi si diverte e fa il tifo per il bullo (il 30%), chi esclude la vittima dal gruppo (il 14%), chi cerca di aiutare il più debole (11%) o lascia da solo il bullo (6,2%), e chi si spaventa (il 5,5%).
Cosa fare per ridurre il bullismo? Fra le soluzioni suggerite, l’intervento degli adulti, l’isolamento del bullo, la sensibilizzazione degli alunni e del gruppo di classe, o il rivolgersi a preside ed insegnanti.
Al 68% degli intervistati è capitato di assistere a episodi di bullismo, al 14,5% di subirne, ed al 17,3% di farne.
Ma perché si compiono atti di bullismo?
«Per dimostrarsi più forti - conferma la ricerca -, per far paura, per stare al centro e comandare, perché è modo semplice per risolvere i problemi. Ma anche (lo dice solo l’1,4% del campione) per richiamare l’attenzione degli adulti su problemi e disagi personali».
Per il 15% del campione, solo con la violenza si afferma la propria personalità. Per la metà invece, ognuno dovrebbe sapersi difendere.
IInfine, 3 alunni su 4 non tollerano l’opinione diversa dalla propria, e per 1 su 4 è inevitabile escludere il diverso dal gruppo. Il 12% del campione non ha preso posizione sul tema. «In sostanza - conclude il professor Carucci - è emerso come il fenomeno "bullismo", che qui si manifesta in misura ben più contenuta rispetto agli istituti di città, comunque esiste, pur se senza gravi episodi».
Massimo Pasinetti da Bresciaoggi