Le immagini delle maestre che maltrattano i bambini mettono in evidenza, una volta di più, come la violenza sui minori sia ancora una vergognosa piaga sociale
c'e' da dire che molti docenti,chissa' come lo sono diventati docenti,chissa' che aiutino han avuto per aver certi posti,chissa' che passione ci ha messo per mettersi al cul@ un posto di lavoro statale...c'e' poco da dire,la professione del maestro,come del prete,come del medico devono partire da dentro,una sorta di vocazione,esulando dal bel posticino sicuro e soldini a fine nmese,si lavora per il denaro,vero,ma lo si deve fare meritandolo in base alle proprie competenze,queste maestre sono solo delle isteriche che chissa' che figli a loro volta isterici avran tirato su,per certe professioni bisognerebbe fare un corso psicologico che possa individuare in tempo un possibile disastro,perche' un operaio sbaglia il pezzo lo rifa' ma se una maestra sbaglia ci vuol molto tempo per riparare ai suoi sbagli e chissa' se sarà sufficiente...questi qui meglio toglierli dal lavoro e mandarli in fonderia,che chissa' perche' cercan sempre personale,forse ga' pasa l'isterismo...
Il tempo del dopo. Quando i bambini torneranno a scuola È un tempo lungo quello del lockdown, ma ora si comincia a parlare del tempo del dopo, quello della ripresa. Molti però sono gli interrogativi, i dubbi e le domande che affiorano. Riguardano tutti, ma in particolare i bambini e il loro rientro a scuola
Ritorno a scuola per un giorno? No grazie. Ci vuole altro Da un po’ di giorni, finalmente, si parla di far tornare a scuola i bambini prima della conclusione dell’anno. Non è cosa di poco conto, anche se non vuol dire riaprire le scuole
Una scuola rinnovata come laboratorio per la crescita La scuola sta per concludersi dopo un anno infinito di stop and go, di presenza e distanza
Bambini a scuola, aiutiamoli a star bene I bambini, specialmente quelli che vanno in prima elementare, a guardarli al mattino quando entrano a scuola sembrano già preoccupati, emozionati, talvolta spaventati
Ritorno a scuola. Ma quale? A pensarci bene, la scuola che oggi riparte è la partita più importante da giocare in questo strano e incerto andare dell’estate 2020
L’egoismo è un termine che contiene la parola “ego” dove l’etimologia rimarca la centratura esclusiva dell’individuo su se stesso. L’Io si mostra grande, spropositato, a volte ingombrante e ipertrofico al punto tale da non lasciare alcuno spazio agli altri
Quando si parla di indifferenza, come è accaduto a proposito di recenti fatti di bullismo tra i ragazzi, si mette l’accento sulla distanza affettiva ed emozionale che è carenza empatica e spesso scarsa o nulla partecipazione al destino degli altri
Ho già detto dell’indifferenza parlando di adolescenti. Ma la parola “indifferenza” non appartiene solo alla condizione giovanile, è un modo di essere di tutti
La Pasqua ha mille valenze religiose e laiche, che in questo momento di grandi incertezze ci servono. Quelle squisitamente psicologiche rimandano alle parole “fede” e “fiducia”
I violenti fatti verificatisi alla fermata dell’autobus a Tormini richiedono una profonda riflessione. Una ce la offre il prof. Giuseppe Maiolo
Le radici di questo comportamento stanno nell’incapacità relazionale e nella difficoltà di quei maschi che non riescono a gestire un rapporto affettivo
Il selfie sembra diventato una “mania”, intesa non come disturbo mentale ma come comportamento comune, di tendenza
Nel terzo millennio il sesso, non più tabù, sembra essere esperienza carica di ansia da prestazione e non per mancanza di educazione sessuale
L’ultimo Report di Save the Children “Le ragazze stanno bene?” diffuso proprio nel giorno di San Valentino, ci invita a riflettere sulle relazioni amorose dei giovani e sul come vivono la sessualità al tempo dei social
La giornata mondiale per la sicurezza in Rete è un’occasione di riflessione per la diffusione della cultura della cyber sicurezza, della consapevolezza e sull’uso sicuro del digitale
Giuseppe (Pino) Maiolo, Psicologo, psicoterapeuta e piscoanalista. É docente di Psicologia delle età della vita all’Università degli Studi di Trento e specialista in clinica dell’adolescente. Editorialista di diverse testate tra cui Il Giornale di Brescia e Alto Adige, collabora con Psicologia e Scuola, Giornale italiano di psicologia dell’educazione e pedagogia sperimentale. È formatore e autore di numerose pubblicazioni scientifiche e di divulgazione. |
di Filippo Vanzani [Sal]
ID79253 - 20/01/2019 14:23:30 - (Giacomino) - Negli anni in cui frequentavo la scuola elementare
se ci fossero state le fotocamere in classe avrebbero sì registrati episodi in cui l'insegnante usava una robusta bacchetta di nocciolo con certi alunni che da incalliti "ripetenti" ripetevano tranquillamente l'anno scolastico due o anche tre volte. Avrebbero anche registrato il motivo per cui questi soggetti facevano il possibile per meritarsele le bacchettate che il più delle volte ottenevano solo l'effetto di fare uscire la polvere delle giubbe. L'insegnante era una giovane signora che io ricordo con affetto ma che i miei compagni mandavano letteralmente fuori dai gangheri, poi i tempi sono cambiati, mi dicono