La manovra di Bengodi
di Ernesto Cadenelli

Ho letto con interesse quanto scritto dal sig. Ferroni e devo dire che mi ritrovo in sintonia con molte delle sue considerazioni. Mi limiterò pertanto ad ampliare alcuni ragionamenti non solo sul reddito di cittadinanza ma sull'insieme della manovra che si preannuncia dopo il DPEF

 
Non toccherò qui le questioni legate ai rapporti con l'Europa, lo spread, i  mercati. Sono materie controverse e opinabili che porterebbero la discussione su un livello teorico spesso incomprensibile all'opinione pubblica normale.
Sono ovviamente importanti e ne valuteremo le ricadute positive o negative tra un po'.

Partirei con un aneddoto che si racconta a Vobarno.
Quando, nei primi anni '70, fu introdotto il pagamento dei salari tramite conto corrente, un lavoratore fu richiamato perché staccava assegni complessivamente di importo superiore al percepito accreditato dall'azienda.
Dopo un predicozzo del direttore che lo invitava a stare attento al saldo del conto, il lavoratore disse tranquillo;”quanto è il rosso?” gli fu risposto “50.000 lire”, e lui “ per còse pòc..... ghe fo subit n'asegn”.
Fu fermato poiché sarebbe stato un assegno a vuoto.

In piccolo è ciò che potrebbe succedere all'Italia e agli italiani  con una manovra finanziata col  deficit anziché con risorse realmente disponibili.

Qualcuno si domanderà: ma dove sono sono le risorse reali?
Risposta: nella enorme evasione fiscale (oltre 100 miliardi l'anno) e in una mancata tassazione patrimoniale sulle grandi ricchezze. Poi certo con la lotta agli sprechi, i tagli agli enti inutili, alle opere inutili ecc.
Se non si recupera rapidamente questo elemento culturale e materiale non se ne esce dal “cul de sac”.

Ponendo per un attimo che dei mercati e spread ce ne freghiamo (sarà tutto da vedere!), vediamo le iniquità o le carenze insite in alcune misure annunciate.

1° Reddito di cittadinanza, misura sacrosanta di aiuto per chi è in difficoltà o perde il lavoro.
Usando le cifre illustrate dal sig.Ferroni, trovo anch'io sbagliato che questo sussidio addirittura possa superare quello che è oggi il salario percepito da un lavoratore normale e precario.
Quanti sono oggi i giovani o le donne che guadagnano  meno dell'ipotetico reddito di cittadinanza pur avendo un orario pieno? Tanti anche dalle nostre parti.
Perchè allora non fissare contemporaneamente per legge il salario minimo garantito che sia almeno due volte il sussidio? Sarebbe più equo certamente.

2° Il problema dei controlli. Non solo verso chi chiede il sussidio, cosa giusta, ma anche verso le imprese che danno il lavoro precario.
Bisogna sapere che gli organici ispettivi dei vari enti: Inps, Ispettorato del Lavoro, Inail, sono da anni sotto-organico e scoordinati per cui il rischio di un'ispezione per le imprese è assai lontano e ciò aiuta i furbetti.
 
Queste strutture di controllo o i centri per l'impiego sono carenti ovunque, ma quasi inesistenti al Sud, dove purtroppo è concentrata la percentuale più alta di disoccupati.

Un esempio.
Nonostante una buona legge contro il caporalato nelle campagne, si finge di non vedere centinaia di nuovi schiavi che raccolgono frutta e verdura. 
Figuriamoci  se si riesce nel breve periodo a controllare le modulistiche e le  condizioni di chi chiede sussidio. Quanti abusi all'orizzonte!
Inoltre per finanziare il reddito di cittadinanza si pesca dalla fiscalità generale o da fondo contributivo Inps? Non è la stessa cosa!

3° La flat-tax (tassa piatta) inizia per un gruppo ristretto di partite Iva. Poi proseguirà con l'eliminazione delle aliquote più alte a vantaggio dei ricchi.
E a noi popolo di lavoratori e di pensionati che hanno regolarmente pagato tutte le decime quando tocca?
Perchè non privilegiare la riduzione delle aliquote Irpef su lavoro e pensioni, misura che darebbe più soldi a una grande fascia di cittadini e che innescherebbe sicuramente il rilancio dell'economia?

No, si preferisce la strada del condono fiscale (mascherato): si dice per chi è onesto ma non può pagare.
Questa favola la si racconti ai bambini. Ci saranno anche questi casi e vanno risolti, ma il grosso della truppa sono evasori. Basta tolleranza verso costoro.

Il rimedio c'è ed è semplice, consentire a tutti di scaricare le fatture di spesa, ad esempio per voci come riparazioni alla casa, automobili, spese sanitarie.

4° Pensioni minime a 780 euro. Giusto, però esiste ancora un rapporto tra le pensioni che hanno alla base 35-40 anni di contributi e le altre?
Occorre sapere che nel bresciano, terra di lavoratori e industrie fin dalle origini dell'industrializzazione, il valore medio delle pensioni supera di poco gli 800 euro. Se si aumentano le minime ovviamente occorre aumentare anche queste.

Per equità. Altrimenti la domanda che il lavoratore si pone è: ma perché devo versare i contributi se il valore delle pensioni è simile a prescindere, anzi col calcolo contributivo potrebbe essere addirittura inferiore? 

5° Legge Fornero.
Senza tante giravolte i problemi si risolvono con 41 anni effettivi di lavoro a prescindere dall'età anagrafica, misure per esodati e lavori usuranti, riconoscimento dei periodi di cura (riguarda sopratutto le donne), garanzie minime per i giovani sopratutto se precari.

6° Investimenti. Ci sono oltre 100 miliardi già stanziati dal precedente governo.
Però se si tagliano i fondi per la riqualificazione delle periferie, non si prevedono interventi sull'edilizia scolastica, non si programmano interventi in sanità (mancano medici) si fermano i cantieri delle grandi infrastrutture, da dove escono i posti di lavoro?
Solo dal pensionamento? Mi han sempre spiegato che il volano di ripresa dell'economia è far ripartire l'edilizia, pubblica e privata che poi altri settori seguono. Penso sia ancora così!

Queste mie considerazioni e proposte non tengono conto dei problemi di bilancio, di risorse, di indebitamento e di chi lo paga.
Del resto se non son preoccupati i vice premier, perché dovrei preoccuparmi io?

Consiglio a tutti: ognuno mediti.

Vobarno30 settembre 2018
Ernesto Cadenelli

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